Smart Road HumanX Dall'antichità classica alla smart city, partecipazione e controllo Angela Iacovetti 10 July 2025 Citizen Nihil sub Sole novi. Niente di nuovo sotto il Sole. L’odierna smart city, con i suoi vantaggi tecnologici ma anche con le preoccupazioni legate a democrazia, libertà e privacy, può essere paragonata a situazioni dell’antichità in cui il controllo e l’organizzazione della vita pubblica erano estremamente avanzati per l’epoca, ma sollevavano interrogativi simili. Alcuni paragoni storici, a ben guardare, potrebbero essere utili ed anche incuriosirci. Partecipazione attiva dei cittadini Partiamo dalla partecipazione attiva dei cittadini, che nelle smart city avviene attraverso app, sensori e piattaforme digitali, per esempio. Nell’Atene classica, tutti coloro con più di 18 anni partecipavano direttamente alla vita pubblica, attraverso l’Ecclesia, ma solo se ateniesi, maschi e di condizione libera: donne, meteci e schiavi erano esclusi, come oggi potrebbe esserlo chi non ha accesso alla rete o è privo di competenze tecnologiche. Il controllo e la sorveglianza sociale Per quanto riguarda il controllo e la sorveglianza sociale, possiamo rinvenire un parallelismo antico nell’ostracismo, sempre in Atene, come strumento di esclusione politica. L’ostracismo era una sanzione giuridica “consistente in un allontanamento della durata di 10 anni dal territorio della città (non implicante la perdita dei diritti civili né alcuna pena di carattere pecuniario), che l’assemblea popolare poteva comminare nei confronti di cittadini la cui attività fosse ritenuta pericolosa per lo stato, ma in pratica utilizzato, per lo più pretestuosamente, per eliminare dalla scena politica personaggi pubblici invisi alla maggioranza. È così detto dal frammento di terracotta (ὄστρακον) sul quale il nome del concittadino inviso era scritto da coloro che votavano nell’assemblea popolare” (https://www.treccani.it). Oggi, le smart cities usano tecnologie per il monitoraggio (es. telecamere, dati, algoritmi) che, se mal gestite, possono avere effetti simili, limitando la libertà attraverso una “sorveglianza digitale”. L’infrastruttura a Roma Anche il controllo a Roma non era meno efficiente ed avveniva attraverso l’infrastruttura: strade, acquedotti, registri, censimenti, sistema postale servivano al progresso e alla coesione della Res Publica, prima, e dell’Impero, poi, ma anche a controllare capillarmente il territorio e, per quanto riguarda il censimento, realizzare una raccolta di dati per finalità fiscali e militari. Come una moderna smart city, la Roma imperiale era un modello di efficienza organizzativa, ma anche di una certa sorveglianza, sebbene non centralizzata in senso moderno, ma abbastanza articolata sotto la diretta autorità dell’imperatore. Il controllo a Sparta Tuttavia, il modello di controllo totale era rappresentato da Sparta. Società in cui ogni aspetto della vita era regolato dallo Stato: l’educazione (agoghé), la vita privata, il matrimonio, le attività economiche, e via dicendo. Il bene collettivo era anteposto a quello individuale, gli efori erano magistrati supremi, con autorità massima di sorveglianza (potevano persino deporre i re!). In cambio di sicurezza e ordine, la libertà personale era quasi inesistente. Una smart city ante litteram, in cui tutto era sorvegliato e deciso dall’alto e la libertà individuale sacrificata per il bene della polis. Cosa ha ereditato la moderna smart city La moderna smart city presenta il potenziale democratico di una nuova Atene, l’efficienza logistica e amministrativa di una novella Roma, ma i rischi di controllo eccessivo e sorveglianza di una Sparta del XXI secolo, dove la libertà potrebbe essere il prezzo della città perfetta. Tutto sta nella corretta gestione di tecnologia e dati, strumenti neutri che solo la volontà umana può connotare in senso positivo o negativo. Angela Iacovetti