Esg Italia, i pannelli solari arrivano…sott’acqua: il mare è la nuova frontiera del fotovoltaico Redazione 22 July 2025 Una ricerca svolta in Italia ha sperimentato l’installazione dei pannelli solari sul fondale del mare, nuovi spazi sbloccati per il fotovoltaico Le fonti di energia rinnovabili stanno ricevendo una spinta sempre maggiore, su impulso della transizione green, di una sensibilità ambientalista maggiore e della domanda crescente di elettricità. La problematica principale, in questo senso, è trovare gli spazi adatti a installare abbastanza impianti da permettere una sostituzione integrale delle centrali a combustibili fossili. In particolare per il fotovoltaico, che sta crescendo molto ma non ci sono ancora aree sufficienti per poter assecondare il fabbisogno. Dall’Italia viene una ricerca che allunga la frontiera, anzi la sposta in un luogo che non si considererebbe adatto: il fondale del mare. L’uomo potrebbe cercare sott’acqua quelle aree dove installare i pannelli solari e ottenere comunque energia elettrica. Lo studio è è frutto di una collaborazione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Università di Tor Vergata, l’Istituto di struttura della materia (CNR-ISM), dell’Istituto per i processi chimico-fisici (CNR-IPCF) e la società BeDimensional, attiva nello sviluppo di materiali bidimensionali avanzati. Pubblicati lo scorso 27 giugno 2025 sulla rivista Energy & Environmental Materials, i risultati mostrano che, effettivamente, la strada sarebbe percorribile. Tutto merito delle celle in perovskite, un materiale che da tempo è frutto di studi per ottimizzare le prestazioni dei pannelli solari. Al di sotto dei 50 metri di profondità marine, lo spettro solare varia drasticamente, con la sola luce blu-verde (400-600 nm) disponibile. Italia, pannelli solari sott’acqua: le peculiarità della perovskite aprono nuove porte per il fotovoltaico Italia, i pannelli solari arrivano…sott’acqua: il mare è la nuova frontiera del fotovoltaico LEGGI ANCHE Comunità energetiche rinnovabili, 40 nuovi progetti nell’appennino centrale: il costo degli investimenti Le celle solari a perovskite (PSC), note per la loro elevata efficienza di conversione di potenza (PCE) e per i bandgap regolabili, offrono potenzialità per questo ambiente. Il processo ha anche analizzato fabbricazione, incapsulamento e condizioni di installazione subacquee, mostrando risultati incoraggianti. Alcuni interrogativi potrebbero sollevare obiezioni sull’inquinamento che i pannelli potrebbero portare nel mare, Ma un test di immersione in acqua salata di 10 giorni di un dispositivo danneggiato ha confermato un rilascio minimo di piombo, rispettando i rigorosi standard legali per il piombo nell’acqua potabile. Le sperimentazioni hanno evidenziato una maggiore efficienza di conversione nei primi centimetri sottomarini. Questo miglioramento è dovuto alle proprietà ottiche e di raffreddamento dell’acqua. Ma sarebbe difficilmente praticabile sulle coste, con molti ostacoli che non faciliterebbero il loro utilizzo su fondali bassi. Anche a 50 metri di profondità, comunque, i dati hanno fornito buone risposte. Questo lavoro apre nuove frontiere sia per le perovskiti, tradizionalmente considerate inadatte agli ambienti umidi, sia per il regno sottomarino, sempre più frequentato dall’uomo, che sta assistendo allo sviluppo di attività come l’invecchiamento del vino e la coltivazione di piante. E si tratta, in generale, di una buona notizia per la diffusione del fotovoltaico. Che, con investimenti mirati e accorti, potrebbe trovare nuovi spazi inediti, senza sottrarli alla terraferma, con risultati comunque positivi.