Editoriale Sicurezza urbana e vivibilità nelle città, verso un nuovo Patto Nazionale Laura Biarella 23 July 2025 Nel cuore dello sviluppo delle città intelligenti uno degli elementi chiave resta ancora, oggi come ieri, la sicurezza urbana. Non si tratta di un concetto statico o solo di ordine pubblico, ma di un insieme articolato di politiche e azioni rivolte a garantire la vivibilità, la coesione sociale e la fiducia nelle istituzioni. I recenti sviluppi normativi, accompagnati da nuovi strumenti operativi e proposte innovative, indicano che è giunto il momento di ridefinire il patto tra Stato, Comuni e cittadini. Ciò in una logica di vera cooperazione e partecipazione, per rispondere con efficacia alle sfide del presente. I sindaci e l’Anci hanno espresso la propria posizione, tramite un documento sul tema della sicurezza urbana, durante l’incontro del 17 luglio col ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Evoluzione normativa e centralità della cooperazione La sicurezza urbana in Italia ha assunto una veste nuova con l’introduzione del Decreto Minniti (D.L. 14/2017), convertito nella Legge 48/2017. La sicurezza, per quel testo, non deve essere garantita solo da misure di ordine pubblico, ma costruita anche attraverso prevenzione sociale, rigenerazione urbana, inclusione, e prossimità. Successivi provvedimenti, quali il D.L. n. 113/2018, hanno ulteriormente arricchito il quadro normativo. La concertazione tra diversi livelli istituzionali viene potenziata, mettendo in primo piano la figura del Prefetto quale coordinatore delle politiche di sicurezza urbana condivise. La chiave di volta è la cooperazione tra forze di polizia statali e locali, Comuni e cittadini. Il modello di governance valorizza ogni attore e ne armonizza le competenze. Richieste dei sindaci e ruolo dei Comuni I sindaci esprimono ormai da tempo l’esigenza di un rafforzamento dei presidi delle forze dell’ordine nelle città. Al contempo evidenziano la necessità di agire in modo integrato su più fronti: prevenzione, inclusione sociale, videosorveglianza, illuminazione pubblica, e formazione congiunta degli operatori. I grandi centri urbani si fanno spesso carico di costi crescenti per la polizia locale, l’educazione e la gestione delle emergenze sociali, senza fondi stabili e sufficienti per sostenere queste iniziative. In quest’ottica, l’istituzione di un Fondo nazionale per la sicurezza urbana integrata viene indicata come priorità strategica. Tale fondo permetterebbe di finanziare progetti contro disagio e violenza giovanile, potenziare la videosorveglianza e sostenere azioni strutturali contro fenomeni come la malamovida e le dipendenze. Nuove strategie operative Elemento qualificante per il successo del nuovo patto Stato-Comuni è la piena condivisione informativa sulla presenza dei presidi di polizia nei territori, soprattutto nelle zone sensibili e nelle ore notturne. Si propone di garantire almeno una volante ogni 20.000 abitanti la notte, in risposta ai fenomeni crescenti di disordine urbano e recrudescenza della violenza. Parallelamente, viene sottolineata l’urgenza di innovare le regole sulla videosorveglianza urbana. I Comuni segnalano infatti difficoltà nell’applicazione delle norme sulla privacy, anche in relazione all’uso delle bodycam. È stato istituito un fondo nazionale ad hoc per la videosorveglianza, con risorse di 24,5 milioni di euro per il 2025, ma occorre pianificare il rifinanziamento per gli anni successivi, data la crescente domanda di progetti dai territori. Interconnessione e sicurezza partecipata Un altro pilastro del nuovo patto è l’interconnessione delle sale operative della polizia locale su scala metropolitana. L’esempio di Venezia, dove una centrale operativa coordina quotidianamente 697 agenti di 14 comuni gestendo circa 817 telecamere, dimostra come la cooperazione tecnologica aumenti la prontezza d’intervento e la condivisione in tempo reale di informazioni vitali. La sicurezza partecipata si concretizza anche attraverso il coinvolgimento attivo di cittadini, comitati di quartiere e assistenti civici volontari. L’obiettivo è presidiare aree verdi, scuole, e zone affollate, fungendo da sentinelle aggiuntive e partecipando al monitoraggio della qualità della vita urbana. “Sistema Giustizia” e recidiva Per una vera sicurezza urbana, risulta indispensabile un collegamento sinergico coll sistema giustizia. Le statistiche mostrano, nel 2023, un aumento dei furti (+6%) e delle rapine (+9,5%), con un preoccupante coinvolgimento di minori in reati gravi come rapine e violenze sessuali. Un dato drammatico è la recidiva: oltre il 70% della popolazione detenuta torna a delinquere, alimentando un ciclo vizioso che solo servizi di reinserimento sociale e lavoro possono realmente interrompere. Risorse, personale e proposte Un nodo cruciale resta quello delle risorse finanziarie e umane. Nonostante vari fondi istituiti dalla normativa recente, l’investimento dello Stato appare ancora assolutamente insufficiente rispetto alla domanda di sicurezza. I numeri mostrano chiaramente la gravità della situazione: tra il 2009 e il 2023 il personale della polizia locale è diminuito di oltre 12,000 unità, passando da 59,917 a 47,518 agenti, con un continuo invecchiamento della forza lavoro e un incremento dei pensionamenti. Il documento allegato suggerisce dunque un rafforzamento straordinario dei corpi di polizia municipale, prendendo a modello quanto fatto per gli assistenti sociali, con finanziamenti stabili dello Stato e un obiettivo di servizio basato sul rapporto personale/popolazione. Di pari passo, si propone l’unificazione dei principali strumenti finanziari in un unico Fondo nazionale. Ciò per rispondere in modo flessibile alle molteplici esigenze di sicurezza urbana. Tematiche emergenti Le città italiane devono oggi affrontare l’emergenza crack e sostanze sintetiche, spesso legata a marginalità e degrado. Public health and safety Il modello proposto è quello di una sperimentazione “public health + public safety”. Polizia locale, ASL, servizi sociali, prefettura e procura dovrebbero operare insieme su prevenzione, presa in carico e contrasto allo spaccio. Immigrazione Sul fronte immigrazione, viene fortemente sostenuta l’idea che sicurezza e accoglienza debbano andare di pari passo. Il coinvolgimento dei sindaci nella definizione delle politiche di accoglienza e l’integrazione dei migranti sono essenziali per ridurre l’irregolarità, potente fattore criminogeno. Parcheggiatori abusivi Particolare attenzione viene dedicata al fenomeno dei parcheggiatori abusivi, per il quale si chiede una modifica normativa che introduca pene penali più severe, superando l’inefficacia delle sanzioni amministrative attuali. Conclusione Il nuovo patto per la sicurezza urbana che emerge dalle proposte dei sindaci e degli enti locali si fonda su principi di integrazione, partecipazione, innovazione e responsabilità condivisa. Senza un investimento stabile in tecnologie, personale, formazione e inclusione sociale, il futuro delle smart city rischia di essere meno vivibile e più insicuro. Solo combinando visione strategica e operatività, e valorizzando il contributo attivo di ogni attore, sarà possibile rispondere pienamente alle esigenze di sicurezza, reale e percepita, dei cittadini e garantire il successo delle città del futuro.