Inconferibilità degli incarichi pubblici, la segnalazione ANAC

Inconferibilità degli incarichi pubblici, la segnalazione ANAC

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha indirizzato a Governo e Parlamento una segnalazione per rivedere complessivamente il d. lgs. n. 39/2013.

Lo strumento normativo è fondamentale per la prevenzione delle incompatibilità e inconferibilità di incarichi nella pubblica amministrazione e presso enti privati a controllo pubblico.

L’iniziativa, approvata dal Consiglio dell’ANAC con delibera n. 309 del 23 luglio 2025, fa seguito a precedenti interventi dell’ANAC (luglio 2024 e marzo 2025).

E’scaturita pure a seguito di recenti sentenze di incostituzionalità che hanno ampliato le già evidenti criticità interpretative e applicative generate da frequenti modifiche frammentarie alla normativa di riferimento.

Hub della questione, prevenire conflitti e rafforzare trasparenza

Nella comunicazione inviata alle istituzioni politiche ANAC rammenta che il sistema di inconferibilità e incompatibilità introdotto nel 2013 origina per prevenire la corruzione e garantire l’imparzialità e la trasparenza nell’azione amministrativa.

Tali principi sono sanciti all’articolo 97 della Costituzione.

Tuttavia, l’efficacia di tale sistema si è progressivamente indebolita a causa di continue “novelle legislative”.

Queste hanno modificato puntualmente singole disposizioni, sovente senza una visione organica.

Altro motivo è avvisato negli effetti di alcune sentenze della Corte costituzionale che hanno portato a vuoti di tutela e disparità di trattamento.

Criticità emerse

Modifiche disorganiche e frammentarie

Negli ultimi anni la disciplina è stata oggetto di aggiustamenti che hanno ridotto l’efficacia delle tutele originarie contro i conflitti di interesse.

Spesso le novelle sono state inserite in provvedimenti dedicati a materie estranee alla prevenzione della corruzione.

Sentenze di incostituzionalità

Interventi della Corte costituzionale hanno cancellato alcune barriere tra incarichi politici e amministrativi, rendendo necessario chiarire le regole per il passaggio tra questi ruoli.

Riduzione dell’ambito di applicazione

L’insieme delle modifiche ha ristretto i casi di inconferibilità, con effetti diversi tra amministrazioni regionali e locali, e ha creato zone grigie nella disciplina in vigore.

Vuoti di tutela per i ruoli apicali

La normativa non si applica sempre a posizioni chiave come i responsabili degli uffici di diretta collaborazione (es. Capi di Gabinetto) nonostante il loro ruolo centrale nei processi decisionali.

Verso un quadro armonico e moderno

L’Autorità propone dunque due direttrici d’azione.

Riforma organica e coordinata

Superare la logica degli interventi episodici e scollegati, puntando a una revisione complessiva che garantisca coerenza, certezza del diritto e reale efficacia delle tutele contro i conflitti di interessi.

Estensione della disciplina ai ruoli apicali degli uffici di diretta collaborazione

Integrare la definizione di “incarichi amministrativi di vertice” includendo espressamente anche i responsabili degli uffici di diretta collaborazione, riconoscendo così la loro influenza nei processi decisionali e nel funzionamento trasparente delle amministrazioni.

Trasparenza nelle smart city

La raccomandazione di ANAC acquisisce una rilevanza particolare per le città innovative e le pubbliche amministrazioni locali impegnate nella trasparenza e nell’integrità dei processi decisionali, elementi imprescindibili per l’adozione di modelli smart city orientati al bene comune.

ANAC si è dichiarata disponibile per collaborare col legislatore nella ridefinizione della normativa, indicando la strada di una governance più solida, moderna e allineata alle raccomandazioni internazionali sulla prevenzione della corruzione.

Solo in tal modo sarà possibile assicurare che incarichi strategici, anche nelle smart city, siano affidati con criteri di trasparenza e imparzialità effettivi, a garanzia della fiducia dei cittadini e della competitività dei territori.