Smart Road Tech Salvare le aree interne italiane, l'appello dei Vescovi a Governo e Parlamento Laura Biarella 26 August 2025 Citizen Digitalizzazione Aree interne e piccoli centri sono da tempo segnati da uno spopolamento preoccupante e dall’abbandono. Un recente appello dei vescovi italiani, sottoscritto da oltre un centinaio di cardinali, arcivescovi e abati, invita a non rassegnarsi a questo trend. La lettera a Governo e Parlamento A Benevento, il 25 è 26 agosto, si è tenuto un incontro dei vescovi delle aree interne d’Italia, sfociato in una lettera-appello al Governo e al Parlamento titolata “Uno sguardo diverso”. I vescovi chiedono che i piccoli centri non siano trattati come luoghi destinati a morire, denunciando la narrativa attuale che li considera condannati dallo spopolamento e dal calo demografico. La loro lettera “Uno sguardo diverso” propone una visione di rinascita, valorizzando le potenzialità locali tramite politiche lungimiranti e un impegno condiviso tra istituzioni e comunità. Dalla crisi allo sviluppo sostenibile e smart Il documento critica duramente la visione del Piano strategico nazionale delle aree interne, che definisce lo spopolamento un processo ormai irreversibile da accompagnare piuttosto che contrastare. Il rischio, secondo i sottoscrittori, è quello di un “suicidio assistito” di queste comunità, mentre dovrebbero piuttosto essere rilanciate in un progetto organico e a lungo termine. Numerose sono le proposte concrete: incentivi economici e fiscali, soluzioni innovative come smart working e co-working, innovazione agricola, turismo sostenibile, valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, piani di trasporto dedicati, recupero dei borghi abbandonati, co-housing e servizi sanitari di comunità con telemedicina. Questi interventi richiamano molteplici principi della smart city, dove tramite l’impiego intelligente della tecnologia si mira a creare comunità più resilienti, inclusive e sostenibili. Sinergia tra comunità e tecnologie per le aree interne Le aree interne rappresentano un banco di prova per l’implementazione di pattern smart city integrati, che non si limitano alle grandi città bensì mirano a rivitalizzare i territori periferici. Il digitale e le infrastrutture smart possono favorire la riduzione delle disuguaglianze territoriali, sostenere l’innovazione sociale ed economica e promuovere la coesione. La comunità ecclesiale, che resta uno dei pochi presidi solidi nelle zone fragili, insieme a parrocchie, Caritas e associazioni, si pone come interlocutore cruciale per accompagnare queste trasformazioni sociali e tecnologiche. Si auspica un dialogo costruttivo con il Governo e il Parlamento per tradurre queste riflessioni in politiche efficaci. Verso una nuova intelligenza urbana L’iniziativa dei vescovi evidenzia che l’autentica challenge per le aree interne è far dialogare innovazione tecnologica e sviluppo sociale, coerentemente coi principi di sostenibilità ambientale, economica e culturale che la smart city promuove. Non si tratta solo di tecnologie avanzate, bensì di un nuovo pattern di comunità intelligente, capace di valorizzare le radici locali e di attrarre nuove generazioni anche in virtù delle opportunità offerte dalla digitalizzazione. Gli spunti forniti dall’appello religioso si intrecciano con le tematiche più ampie del panorama smart italiano, che vede nelle tecnologie digitali tool potenti per rigenerare territori, ridurre le disuguaglianze e promuovere un habitat urbano e rurale inclusivo e sostenibile, come evidenziato in numerosi studi e iniziative dedicate alla smart city.