Legal Smart Road ATI e appalti pubblici, la Cassazione preserva l'identità di ogni impresa Laura Biarella 08 September 2025 Italia L’ordinanza della Corte di Cassazione depositata il 05 settembre, n. 24594, fornisce una lettura del rapporto tra il funzionamento delle Associazioni Temporanee di Imprese (ATI) e la responsabilità solidale tra mandanti e mandataria. La vicenda che ha coinvolto la Regione Lazio e due società private ha sollevato infatti questioni cruciali per la trasparenza e l’efficienza nella gestione dei fondi pubblici. Un tema centrale per le città intelligenti, dove la governance deve essere tanto innovativa quanto giuridicamente solida. Fondi pubblici e ATI La controversia origina da un progetto finanziato dalla Regione Lazio per l’innovazione tech delle PMI. Due società, unite in ATI, ricevono un contributo pubblico di oltre 470.000 euro. La revoca del finanziamento da parte della Regione, motivata dalla condizione di “impresa in difficoltà” di una delle partecipanti, innesca una serie di procedimenti giudiziari. La Corte territoriale aveva escluso la legittimazione della società mandante a resistere o agire in giudizio. La Cassazione ribalta il verdetto, affermando il principio secondo cui la responsabilità solidale tra le imprese dell’ATI consente alla stazione appaltante di agire direttamente anche contro la mandante. Governance, legalità, innovazione In un contesto urbano sempre più digitalizzato e interconnesso, la gestione dei fondi pubblici e dei progetti di innovazione deve poggiare su basi giuridiche solide. Le ATI, sovente impiegate per partecipare a gare pubbliche, non costituiscono entità giuridiche autonome, bensì ogni impresa conserva la propria identità e responsabilità. La pronuncia sottolinea come la Pubblica Amministrazione possa tutelarsi anche in ipotesi di inadempienza della mandataria, rivolgendosi direttamente alle mandanti. Un elemento cruciale per garantire continuità e affidabilità nei progetti smart, dove il fallimento di un partner non deve compromettere l’intero ecosistema. Il principio di diritto Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione verte sulla responsabilità solidale tra le imprese costituenti un’Associazione Temporanea di Imprese (ATI), anche in assenza di personalità giuridica autonoma. “In caso di revoca di un contributo pubblico concesso a un’ATI, la Pubblica Amministrazione può agire per la restituzione delle somme direttamente nei confronti della società mandante, in virtù della responsabilità solidale tra le imprese partecipanti, anche se l’ATI non ha personalità giuridica autonoma.” Questo principio si fonda sull’interpretazione sistematica dell’art. 37 del D.lgs. 50/2016 (Codice dei contratti pubblici) e del successivo D.lgs. 36/2023, che confermano la legittimazione passiva delle imprese mandanti verso la stazione appaltante, anche quando l’inadempimento è imputabile alla mandataria. Verso una smart legal framework La decisione si inserisce in un quadro normativo evolutivo, che include il D.lgs. 50/2016 e il più recente D.lgs. 36/2023. Ambedue ribadiscono la responsabilità solidale tra i membri dell’ATI, rafforzando la posizione della stazione appaltante. Per le città intelligenti ciò significa poter contare su strumenti giuridici più efficaci per la gestione dei contratti pubblici. Trasparenza, responsabilità e capacità di reazione diventano pillar di una governance smart, capace di affrontare le challenge dell’innovazione con rigore e lungimiranza. Giustizia come motore di innovazione urbana La vicenda giudiziaria in disamina non rappresenta solamente un caso di diritto civile, bensì un monito per tutte le amministrazioni che ambiscono a costruire città intelligenti. La chiarezza normativa e la responsabilità condivisa risultano fondamentali per garantire che l’innovazione non sia solo tecnologica, bensì pure etica e sostenibile.