Italia, autostrade più sostenibili e niente code ai caselli: l'esempio del free flow

Italia, autostrade più sostenibili e niente code ai caselli: l’esempio del free flow

Le autostrade free flow senza caselli e pedaggi fisici in Italia sono appena due, ma possono essere un esempio di smart road che contrasta inquinamento e congestione del traffico

Un automobilista entra in autostrada con la sua vettura, pronto a cominciare il viaggio. Si prepara a fermarsi alla sbarra per ritirare il ticket d’ingresso o transitare con il Telepass o UnipolMove. Ma l’auto procede, passano i chilometri e questo casello non arriva mai. Perché succede? Questo autista si trova su un’autostrada a flusso libero, tecnicamente definita “free flow”, che non prevede la presenza di sbarre a fermare le auto all’ingresso e all’uscita dalle arterie autostradali.

Una modalità che in Europa è ancora poco diffusa. Tratte free flow si trovano perlopiù in paesi scandinavi, mentre in Germania l’autostrada non si paga e in Svizzera c’è la targhetta annuale. Chi ha un sistema simile è la Francia, che ha cominciato a sperimentare il flusso libero su alcune arterie particolarmente trafficate, come l’A13 e l’A14, che si snodano da Parigi per esempio verso la Normandia.

E in Italia? Il free flow è presente sulla Pedemontana lombarda, prima autostrada nel nostro paese ad aver inaugurato questo sistema, e poi sulla A33 che collega Asti a Cuneo, dove lo scorrimento senza caselli è partito il 1° settembre 2024. Solamente due tratte quindi hanno adottato questa soluzione, che pure può aiutare moltissimo per ridurre il traffico, diminuire il consumo di suolo e anche l’inquinamento nelle zone dove sorge l’autostrada.

Italia, meno code, meno inquinamento, meno traffico: il free flow toglie criticità alle autostrade

Italia, autostrade più sostenibili e niente code ai caselli: l’esempio del free flow

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Il flusso libero, infatti, si basa sul non interrompere lo scorrimento delle auto all’ingresso e all’uscita dell’arteria autostradale. I caselli infatti non di rado sono responsabili di rallentamenti, perché tutte le vetture si incolonnano al pagamento del pedaggio (o all’ingresso, ritirando il ticket) e la procedura del pagamento può causare ulteriori ritardi. Con decine di auto incolonnate dietro le sbarre, in attesa del proprio turno, che coi motori accesi emettono gas inquinanti.

Il telepedaggio è già una soluzione per velocizzare questa situazione, ma chiaramente ha un costo aggiuntivo che non tutti sono disposti a pagare. E allora l’autostrada a flusso libero offre un’opportunità ulteriore: non esistono caselli, per nessuno. Chi transita può farlo tranquillamente senza arrestare la corsa. La tratta però si paga, chiaramente. E come? Direttamente online, registrandosi all’apposito sito o sull’applicazione del gestore dell’arteria di riferimento, immettendo la propria targa che è stata immortalata dalle telecamere all’inizio e alla fine del percorso free flow. In automatico escono subito l’ammontare del pedaggio e le modalità di pagamento.

Nella Pedemontana lombarda e nell’A33 si hanno 15 giorni di tempo per effettuare i pagamenti. In Francia si hanno 72 ore. Dopo, se il versamento del pedaggio non avviene, si ricevono solleciti e anche qualche maggiorazione del costo, come sanzione per aver fatto tutto in ritardo. Chi possiede Telepass eUnipolMove non deve fare nulla perché l’addebito è automatico.

Le modalità di pagamento, per la verità, sono l’unico punto critico che gli utenti hanno sollevato riguardo questo modello di percorrenza. Perché le piattaforme non sempre funzionano nel modo corretto e vari automobilisti hanno riscontrato casi in cui non compariva nulla da pagare sui siti web, mentre avrebbero dovuto ricevere il conto del pedaggio. E se non si riceve l’addebito non si può nemmeno procedere al pagamento. Dunque si incorre in sanzioni ingiuste per via di malfunzionamenti delle piattaforme.

Si tratta insomma di procedure e servizi che possono essere sicuramente migliorate, soprattutto nella parte digitale post percorrenza. Ma i benefici del free flow in termini di gestione del traffico, preservazione dell’ambiente e riduzione dell’inquinamento sono indubbi. Un modello di smart road che, se allargato ad altre tratte e implementato con sistemi di pagamento più efficienti, può fare la rivoluzione della circolazione in autostrada.