Tech Legal Giustizia e AI, il Tribunale di Torino dice no al ricorso "generato da AI" Laura Biarella 23 September 2025 AI Italia In piena trasformazione digitale, anche il mondo della giustizia si confronta con l’AI. Con la sentenza del 16 settembre 2025 il Tribunale di Torino ha rigettato un ricorso redatto con il supporto dell’AI, sollevando interrogativi cruciali sull’utilizzo consapevole e responsabile delle tecnologie smart nei procedimenti giudiziari. La vicenda Il 16 settembre 2025, il Tribunale di Torino, sezione Lavoro, ha emesso una sentenza significativa in una causa promossa da una contribuente contro una serie di ingiunzioni di pagamento, per un totale di oltre 25.000 euro. La ricorrente ha contestato la legittimità degli avvisi di addebito, sollevando eccezioni su notifiche, prescrizioni, competenza territoriale e calcolo degli interessi. Il giudice ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendolo infondato e tardivo. Le notifiche risultavano regolari e documentate, e le eccezioni sollevate non erano supportate da elementi concreti né riferibili ai singoli atti impugnati. Il ricorso era redatto con Intelligenza Artificiale Il passaggio più emblematico della sentenza riguarda proprio l’impiego dell’intelligenza artificiale. Il giudice ha evidenziato che il ricorso era stato redatto “col supporto dell’intelligenza artificiale”, ma si trattava di un “coacervo di citazioni normative e giurisprudenziali astratte, prive di ordine logico e in larga parte inconferenti”. Tale valutazione ha portato alla condanna della ricorrente per lite temeraria, con l’aggravante della malafede o colpa grave. Il ricorso, infatti, non solo era privo di fondamento, ma mostrava una struttura disorganica e generica, segno di un utilizzo superficiale della tecnologia. AI, opportunità o rischio? La sentenza apre una riflessione profonda per per tutti i players che operano nel digitale. L’intelligenza artificiale può essere uno strumento potente, ma va utilizzata con competenza, responsabilità e supervisione umana. Automatizzare non significa semplificare la complessità del diritto, né sostituire il ragionamento giuridico con algoritmi generativi. Nel contesto delle smart city, dove l’AI è sempre più integrata nei servizi pubblici, questa vicenda ci ricorda che l’innovazione deve essere accompagnata da etica, formazione e controllo. La giustizia, come la città, deve essere intelligente, ma anche giusta. Il monito Il Tribunale di Torino ha lanciato un messaggio chiaro: l’intelligenza artificiale non può sostituire la competenza professionale, soprattutto in ambiti delicati come quello giuridico. È un monito a non confondere automazione con affidabilità. L’AI è una risorsa, ma solo se guidata da mani esperte. LEGGI LA SENTENZA