Autovelox, il censimento nazionale segna la nuova era della smart governance stradale

Autovelox, il censimento nazionale segna la nuova era della smart governance stradale

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha lanciato la piattaforma telematica nazionale per il censimento degli autovelox. L’iniziativa, attuata in ottemperanza al Decreto n. 305 del 18 agosto 2025, rappresenta una svolta per la trasparenza amministrativa e l’efficacia delle politiche di sicurezza stradale. L’obbligo di inserire i dati di ogni dispositivo, pena l’illegittimità del loro utilizzo, trasforma i sistemi di rilevamento della velocità in asset digitali tracciabili e consultabili dal pubblico. Questo step consolida la visione della smart city fondata su dati aperti e sulla legalità degli strumenti di controllo.

Digitalizzazione della sicurezza stradale

Nell’ottica di smart city la governance delle infrastrutture e dei servizi urbani si fonda sull’impiego strategico dei dati per migliorare l’efficienza e la qualità della vita dei cittadini.

Gli autovelox sono al centro di questa evoluzione quali elementi essenziali per la mappatura del rischio e la disciplina della circolazione, e hanno richiesto un inquadramento normativo e tecnologico all’altezza degli standard di trasparenza moderni.

L’annuncio del MIT, datato 30 settembre 2025, relativo all’operatività della nuova piattaforma telematica per il censimento nazionale dei dispositivi di accertamento dei limiti di velocità, replica a questa esigenza.

Si tratta di un’azione che va oltre la mera catalogazione, introducendo un principio di legalità condizionata all’iscrizione nel registro digitale.

La piattaforma promette di ripristinare la fiducia tramite la chiarezza e la consultabilità pubblica.

Dati e trasparenza tecnica

Il nuovo sistema, disciplinato in dettaglio dal Decreto Direttoriale prot. 367 del 29 settembre 2025 della Direzione Generale per la Motorizzazione, impone agli enti proprietari delle strade e alle amministrazioni da cui dipendono gli organi di polizia stradale l’obbligo di comunicare, esclusivamente in via telematica, una serie dettagliata di informazioni per ogni device di controllo.

L’inserimento dei dati non è facoltativo, bensì rappresenta una vera e propria condizione di legittimità.

Tra le informazioni richieste:

  • marca, modello e tipologia del dispositivo o sistema;
  • eventuale versione software installata;
  • matricola unica dell’apparecchiatura;
  • estremi del decreto MIT di approvazione o di estensione del dispositivo.

La raccolta capillare di dati intende assicurare la completa tracciabilità di ogni autovelox che opera sul territorio nazionale, consentendo di verificare in ogni momento la relativa omologazione e compliance tecnica.

Inoltre, come specificato nel summenzionato Decreto Direttoriale, ogni variazione o modifica rispetto ai dati inseriti deve essere comunicata immediatamente, così assicurando un update dinamico e in tempo reale dello stato operativo degli strumenti.

Il paradigma normativo

L’hub normativo per le amministrazioni locali è contenuto all’articolo 1, comma 2, del Decreto Direttoriale n. 367/2025, ove si statuisce:

“La comunicazione dei dati relativi ai dispositivi o sistemi… da parte delle amministrazioni e degli enti competenti è condizione necessaria per il legittimo utilizzo dei dispositivi o sistemi a cui si riferisce la comunicazione.”

Si introduce un nuovissimo e stringente paradigma normativo: l’omologazione tecnica del dispositivo non è più sufficiente.

La legittimità operativa dell’autovelox risulta ora collegata all’assolvimento di un onere amministrativo di natura digitale.

In altre parole, un dispositivo omologato, bensì non censito e pubblicato nella piattaforma nazionale, non potrà essere impiegato validamente per l’accertamento delle violazioni.

Le amministrazioni e gli enti competenti devono, quindi, agire con urgenza.

L’articolo 1, comma 4, del Decreto Direttoriale, prevede che le sanzioni che derivano dall’omesso censimento trovino applicazione decorsi 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto.

Il grace period di due mesi è vitale per consentire l’adeguamento amministrativo e l’inserimento di migliaia di dispositivi già operativi.

Dopo tale deadline le sanzioni elevate da apparecchiature non censite potrebbero essere oggetto di facile impugnazione.

Verso una rinnovata smart mobility

La piattaforma del MIT non è solamente un registro interno, bensì assurge anche a catalizzatore per la trasparenza e l’efficacia della smart mobility.

L’articolo 1, comma 3, garantisce infatti che:

“L’elenco dei dispositivi o sistemi legittimamente impiegati sul territorio nazionale è pubblicato sul portale istituzionale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.”

La previsione apre la strada a un autentico “Open Data” in ambito sicurezza stradale.

Per l’effetto, i dati pubblicati saranno liberamente consultabili, consentendo ai cittadini e, soprattutto, agli operatori del settore, ma anche agli studiosi, di:

  1. verificare la legalità: ogni cittadino potrà operare un check sulla legittimità dello strumento che ha rilevato una violazione, implementando la fiducia nel sistema sanzionatorio;
  2. mappare il rischio: le amministrazioni potranno incrociare i dati di censimento con le statistiche sui sinistri e i flussi di traffico. L’approccio data-driven consentirà di ottimizzare la collocazione dei dispositivi, spostando il focus dal cliché “fare cassa” al reale miglioramento della sicurezza nei tratti stradali a maggiore pericolosità;
  3. standardizzare le prassi: Il censimento unificherà le procedure operative su scala nazionale, elemento cruciale per la governance coordinata delle reti stradali.

La piattaforma si configura, pertanto, quale pillar per l’implementazione di sistemi di governance del traffico più smart e basati sull’evidenza.

Un futuro tracciabile

L’istituzione della piattaforma nazionale per il censimento degli autovelox segna un punto di non ritorno nella relazione tra cittadino, pubblica amministrazione e tecnologia.

Il MIT, tramite il Decreto Direttoriale n. 367/2025 non ha solamente aggiornato un elenco, bensì ha statuito un nuovo standard di responsabilità e chiarezza.

La digitalizzazione non è un esercizio teorico, ma un processo concreto che, applicato a strumenti delicati come gli autovelox, è capace di generare un valore aggiunto immediato in termini di affidabilità amministrativa e sicurezza pubblica.

LEGGI IL D.D. MIT N. 367/2025