HumanX Cohousing, anima umana della smart city a.renzetti 06 October 2025 Quando la nostra mente evoca l’immagine di una smart city, la visione è spesso futuristica, quasi fredda: sensori, intelligenza artificiale, reti 5G e veicoli autonomi. Ma la domanda che dovremmo porci è un’altra: può una città definirsi davvero “intelligente” se la sua tecnologia non serve le persone che la abitano, ma le relega a un ruolo marginale? Il cohousing offre una risposta concreta e profondamente umana a questo quesito, dimostrando che la vera innovazione non sta nei chip, ma nella comunità. Non è solo un modello abitativo, ma un vero e proprio laboratorio sociale, la “micro-smart city” che mette la collaborazione al centro di tutto. La sostenibilità in pratica La filosofia del cohousing si basa su una scelta radicale: unire spazi privati con aree e servizi condivisi. Questa decisione non è solo un ideale sociale, ma un vero e proprio manifesto di resilienza e innovazione. I residenti, infatti, si uniscono per affrontare le sfide urbane in modo collettivo, trasformando un semplice edificio in un ecosistema vivente. Rifiutano il modello consumistico dell’auto privata, abbracciando naturalmente la mobilità sostenibile attraverso il car e bike sharing condominiale. E la tecnologia non è un fine, ma un mezzo: le colonnine di ricarica per veicoli elettrici non sono un optional, ma il primo passo verso un’infrastruttura verde che serve l’intera comunità. Ma la loro visione va oltre. Molti progetti di cohousing puntano all’indipendenza energetica grazie a impianti fotovoltaici o alla partecipazione a comunità energetiche, trasformando il concetto teorico di smart grid in una realtà tangibile. Attraverso la riqualificazione termica degli edifici, dimostrano che la sostenibilità ambientale non è solo un costo, ma un sinonimo di risparmio economico. Questo è il punto centrale: il cohousing non si limita a rispettare l’ambiente, ma lo fa con un pragmatismo che lo rende un modello economico virtuoso. Non solo un luogo dove vivere, ma un luogo dove prosperare. Le aree comuni del cohousing non si limitano a giardini o lavanderie, ma si evolvono in spazi di coworking, laboratori e biblioteche. Si rompe la rigida separazione tra casa e lavoro, creando un incubatore di idee e creatività, dove la flessibilità non è un privilegio, ma la norma. La cura per la solitudine Al di là dei benefici economici e ambientali, il cohousing offre una delle risposte più potenti a una delle grandi patologie del nostro tempo: la solitudine. Per gli anziani, spesso isolati dalla frenesia della vita urbana, la comunità diventa un sistema di supporto naturale e spontaneo, una rete di sicurezza che garantisce presenza e assistenza reciproca senza sacrificare l’indipendenza. Le aree comuni, i pasti condivisi e le attività organizzate diventano un antidoto all’isolamento, creando legami intergenerazionali che arricchiscono la vita di tutti. Questa rete di sostegno si estende anche alle fasce più deboli, come le famiglie monoparentali o le persone con disabilità, che trovano nel cohousing un ambiente inclusivo e solidale, dove il peso delle difficoltà quotidiane viene condiviso. In un’epoca dove il tessuto sociale si sta frammentando, il cohousing si propone come una soluzione concreta e fattibile, dimostrando che la tecnologia più avanzata è quella che ci permette di riconnetterci, non di allontanarci. La riconquista urbana Progetti come il Cohousing Chiaravalle a Milano, nato in un ex cascinale del ‘600, o La Corte del Ciliegio a Perugia, sono molto più che semplici casi studio. Sono il simbolo di una riconquista urbana. Ci dimostrano che l’innovazione non deve per forza consumare nuovo suolo o cancellare la storia, ma può valorizzare il patrimonio esistente. In un’epoca di sprechi e abbandono, questi esempi ci offrono una speranza concreta: è possibile rigenerare e dare nuova vita a luoghi e comunità, unendo la saggezza del passato con le tecnologie del futuro. Questi esempi mostrano che il cohousing non è un’esperienza isolata, ma un punto di partenza per una città più inclusiva e sostenibile. Se la smart city si basa su un’infrastruttura tecnologica efficiente, il cohousing ci ricorda che il vero “software” di una città sono le sue comunità. Il cohousing può essere il tassello che trasforma un insieme di edifici in un quartiere, un insieme di quartieri in una città, e un insieme di persone in una comunità unita e proiettata verso il futuro. Antonella Renzetti