Legal Bilancio 2025 e autonomie regionali, la posizione della Corte Costituzionale Laura Biarella 18 October 2025 Italia La sentenza della Corte Costituzionale n. 152 del 2025 conferma la legittimità costituzionale delle misure di contribuzione delle regioni alla finanza pubblica previste dalla Legge di Bilancio 2025. La sentenza n. 152/2025 della Corte Costituzionale Rappresenta un punto di svolta nel delicato equilibrio tra il controllo statale della finanza pubblica e l’autonomia regionale, elementi fondamentali anche per lo sviluppo armonico delle smart city italiane. Le regioni sono tenute a contribuire in modo coordinato e vincolante agli obiettivi di finanza pubblica. Confermando però spazi di autonomia nella gestione di tali contributi. Il contributo regionale alla finanza pubblica Le disposizioni impugnate prevedono un contributo annuale delle regioni a statuto ordinario alla finanza pubblica, che aumenta progressivamente fino al 2029. Il meccanismo prevede l’iscrizione di un fondo in bilancio con dotazione vincolata, destinato per le regioni in disavanzo al ripianamento del debito e per quelle in avanzo a finanziare investimenti. Questa misura, definita “principio fondamentale di coordinamento”, è finalizzata alla sostenibilità finanziaria complessiva di tutti gli enti territoriali. Tutela dell’autonomia e governance del coordinamento finanziario La Corte ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento delle regioni nel processo di autocoordinamento per il riparto dei contributi. In tal modo si rafforza il principio di leale collaborazione previsto dall’articolo 120 della Costituzione. Sebbene le regioni abbiano espresso critiche sull’impatto finanziario e sulla razionalità del meccanismo, il giudice costituzionale ha riconosciuto la correttezza del bilanciamento tra esigenze di finanza pubblica e autonomia regionale, rimarcando l’obbligo di migliorare il coinvolgimento nelle future manovre di bilancio. Implicazioni per le smart city e gli investimenti territoriali L’esclusione dal contributo delle spese sanitarie e sociali tutela diritti fondamentali. Tuttavia, la limitazione nell’uso degli accantonamenti per le regioni in disavanzo può incidere su capacità di investimento e implementazione di progetti innovativi tipici delle smart city. La sentenza apre quindi a riflessioni importanti su come assicurare sostenibilità finanziaria e al contempo promuovere investimenti strategici nelle infrastrutture digitali, nella mobilità sostenibile e nella gestione intelligente della città. Impatti In un contesto di rigore finanziario europeo, la sentenza n. 152/2025 rappresenta un equilibrio cruciale tra controllo dei conti pubblici e autonomia regionale, con un impatto diretto sulla governance delle smart city italiane. Le future politiche dovranno rafforzare la collaborazione istituzionale per garantire investimenti efficaci, sostenendo la trasformazione digitale e la qualità della vita urbana.