Legal Dirigenti esterni nella Pubblica Amministrazione, la Corte di Cassazione chiarisce diritti e limiti contrattuali Laura Biarella 01 November 2025 Italia La Corte di Cassazione il 10 ottobre 2025 ha emesso due pronunce (n. 27189 e n. 27192) in tema di contratti a tempo determinato per dirigenti esterni nella Pubblica Amministrazione, confermando la specialità della disciplina contrattuale e fissando limiti precisi sui rinnovi e la durata degli incarichi. Le sentenze sottolineano la differenziazione tra dirigenti di ruolo e dirigenti a termine, riconoscono il diritto al risarcimento per rinnovi abusivi e ribadiscono l’esclusione di contratti a termine illimitati per necessità ordinarie, in coerenza con la normativa europea. La disciplina speciale per i dirigenti esterni Le due sentenze della Corte di Cassazione ribadiscono che i contratti a tempo determinato per dirigenti esterni alla Pubblica Amministrazione sono regolati da una disciplina speciale (art. 19, comma 6, d.lgs. 165/2001) distinta da quella applicata ai rapporti di lavoro a termine comuni. Questi incarichi non sono sottoposti all’obbligo di durata minima triennale previsto per i dirigenti di ruolo, ma devono rispettare un limite massimo di durata di tre o cinque anni a seconda della tipologia di incarico. Le nomine devono riguardare personale con qualifiche specialistiche non reperibili nei ruoli interni e giustificate da esigenze temporanee o eccezionali, derogando così ad alcune regole ordinarie del contratto a termine. Limiti ai rinnovi e divieto di abuso Le sentenze evidenziano che il rinnovo reiterato di incarichi a tempo determinato per dirigenti esterni non può avere durata illimitata e deve focalizzarsi su esigenze non permanenti. La giurisprudenza europea vieta che contratti successivi a termine vengano utilizzati per supplire a necessità ordinarie e permanenti della pubblica amministrazione, pena il riconoscimento del carattere abusivo del rapporto e il diritto al risarcimento danni. Nel caso in cui si oltrepassino i limiti temporali o si rinnovino incarichi per funzioni ordinarie, il dirigente ha diritto a un risarcimento di tipo sanzionatorio, determinato secondo parametri giudicati dalla Corte. Differenze tra dirigenti di ruolo e dirigenti esterni La Cassazione conferma che i dirigenti esterni, pur essendo parte dell’apparato pubblico, non godono della stessa tutela né possono essere equiparati ai dirigenti di ruolo, i quali accedono tramite concorso pubblico e hanno incarichi destinati a durare oltre i termini contrattuali a termine. La selezione e l’accesso agli incarichi di dirigente di prima fascia avviene tramite concorso riservato ai dirigenti di ruolo, escludendo i dirigenti esterni con contratto a tempo determinato. Questo meccanismo è ritenuto non discriminatorio, ma coerente col principio costituzionale dell’accesso all’impiego pubblico tramite selezione. Implicazioni pratiche e amministrative Le due recenti pronunce chiariscono che le Pubbliche Amministrazioni devono rispettare rigorosamente limiti di durata, motivazione e qualificazione del personale esterno incaricato con contratti a termine. La governance degli incarichi dirigenziali deve evitare forme di precarietà illegittima e garantire la rotazione secondo i limiti di legge e i principi europei. La mancata osservanza comporta non solo la nullità dei rinnovi, bensì anche il dovere di risarcire i dirigenti coinvolti, con evidenti impatti sui bilanci e sulla gestione del personale pubblico.