La prossima direttiva europea sulle patenti di guida, cosa cambia per le forze di polizia stradale

La prossima direttiva europea sulle patenti di guida, cosa cambia per le forze di polizia stradale

L’Unione Europea si prepara a rivoluzionare il sistema delle patenti di guida con una nuova direttiva in corso di approvazione (il 29 Settembre scorso il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato la Posizione UE n. 8/2025).

La riforma mira ad abrogare e sostituire la direttiva 2006/126/CE, relativa al modello di patente di guida, e il Regolamento 2012/383, che riguarda i requisiti tecnici delle patenti dotate di microchip

L’obiettivo è facilitare il riconoscimento delle patenti fra gli Stati UE, modernizzare il sistema, introducendo la patente di guida digitale, e armonizzare le procedure di controllo, accertamento e sanzione tra Stati membri.

Le innovazioni principali sono tre:

  • introduzione di strumenti digitali
  • nuove categorie di conducenti
  • criteri più stringenti di sicurezza.

Introduzione di strumenti digitali: la patente digitale europea

Si tratta della novità più attesa: sarà valida in tutta l’Unione Europea, anche se la patente attuale rimarrà, per coloro che la preferiscono o ne hanno bisogno (per esempio, per circolare nei Paesi terzi).

La patente digitale non sarà un semplice duplicato della tessera fisica, ma un documento elettronico integrato con il portale europeo dei servizi pubblici (Reg. UE 2018/1724).

Essa consentirà l’accesso immediato ai dati di guida durante i controlli e, si spera, la riduzione della falsificazione delle patenti, anche se gli hacker sono sempre in agguato e andranno neutralizzati con opportune misure informatiche.

Nuove categorie e limiti per i neo-patentati

La direttiva prevede un aggiornamento delle categorie di patenti, per tener conto della diffusione di veicoli elettrici e a basse emissioni, e introduce nuovi requisiti per:

  • conducenti neopatentati, la cui età viene abbassata a 17 anni, ma con accompagnamento
  • titolari di patenti professionali (C, D, CE, DE),
  • conducenti di veicoli per il trasporto di persone vulnerabili o a fini di sicurezza.

Si rafforza inoltre il principio della “patente a tappe”, che lega all’esperienza di guida la progressiva estensione delle categorie di veicoli conducibili.

Si tratta di una procedura finalizzata a ridurre il tasso di incidenti stradali tra i più giovani, in particolare.

I veicoli elettrici hanno, di solito, una massa maggiore rispetto ai veicoli convenzionali, per cui potrebbero mutare i limiti di massa o cambiare la classificazione dei veicoli che si possono condurre.

Criteri più stringenti di sicurezza: controlli più semplici, ma anche più complessi

Se da un lato i controlli potranno essere effettuati in tempo reale, tramite piattaforme condivise, dall’altro cresce la complessità dei flussi informativi e la dipendenza da sistemi digitali centralizzati.

Le criticità principali riguardano:

  • la protezione dei dati personali dei conducenti, secondo le norme contenute nel GDPR (Reg. UE 2016/679) e nell’ordinamento nazionale (D. Lgs. 196/2003 e le successive modifiche apportate dal D. Lgs. 101/2018);
  • il coordinamento operativo tra Stati membri, in caso di incidenti o infrazioni transfrontaliere;
  • la sicurezza informatica dei terminali di polizia, potenziale punto debole se non adeguatamente protetta.

Impatti per le forze di polizia stradale

Per tutti i corpi che svolgono compiti di polizia stradale, la direttiva rappresenta un cambiamento operativo concreto: un sistema digitale permette consultazioni rapide, a patto che vi siano strumenti informatici efficienti e compatibili e che il personale sia adeguatamente formato.

Occorre, pertanto, un’integrazione fra i diversi sistemi europei; un aggiornamento dei software utilizzati per lo svolgimento dei vari compiti afferenti alla nuova normativa; un’armonizzazione procedurale per accertare le infrazioni commesse da cittadini stranieri; la formazione del personale sull’uso degli strumenti tecnici, la protezione dei dati e la verifica dell’autenticità elettronica, considerato che non mancheranno, anche per la patente digitale, tentativi di falsificazione.

In prospettiva, l’agente addetto ai controlli su strada dovrà possedere competenze sempre più trasversali, tra normativa, tecnologia e tutela della privacy.

Una sfida condivisa

La riforma europea non è soltanto un aggiornamento tecnico, ma un vero e proprio salto culturale nella gestione della mobilità e della sicurezza stradale.

Per gli operatori di polizia, ciò significa consultazioni più rapide e affidabili, ma anche la necessità di disporre di strumenti informatici compatibili e di formazione specifica sull’uso dei nuovi sistemi di verifica.

Perché la transizione digitale sia efficace, serviranno coordinamento tra le forze, interoperabilità dei sistemi e un approccio comune alla formazione. Tutti passaggi da effettuare in tempi non brevi e anche con ragguardevoli spese.

In questo scenario, le forze di polizia italiane possono giocare un ruolo di primo piano, trasformando una direttiva complessa in un’opportunità di innovazione e di servizio al cittadino europeo.

Conclusione

La “patente europea del futuro” non sarà solo un documento, ma un nodo di connessione tra cittadini, istituzioni e forze di polizia.

Per gli operatori, la sfida sarà duplice: mantenere alta la sicurezza su strada e gestire con competenza l’evoluzione digitale. Un equilibrio che richiederà aggiornamento costante, cooperazione e una nuova mentalità professionale, capace di coniugare tecnologia e legalità.

L’obiettivo comune resta lo stesso: una circolazione più sicura, controlli più efficaci e un’Europa dalla mobilità più integrata e consapevole.

Angela Iacovetti