Editoriale Sicurezza stradale a rischio, sul caos autovelox pesa l’inottemperanza dello Stato, non dei Sindaci Redazione 26 November 2025 La recente deliberazione della Corte dei conti del Lazio n. 113/2025 ha fotografato bene il momento di incertezza sul tema autovelox: di fronte ai dubbi dei Comuni sulla legittimità degli accertamenti effettuati con dispositivi “approvati ma non omologati”, la magistratura contabile si è dichiarata estranea alla questione, ricordando che il problema non è di contabilità pubblica, ma strettamente tecnico-giuridico, legato all’applicazione del Codice della Strada. In altre parole: non sono gli amministratori locali ad essere nel mirino, ma un quadro normativo nazionale che da anni rimane irrisolto. Verità sul caos autovelox La verità, spesso taciuta nel dibattito pubblico, è che anche l’Avvocatura Generale dello Stato si era già espressa per la sostanziale equivalenza, sul piano degli effetti, tra le procedure di omologazione e di approvazione. In un proprio parere, richiamato anche dal Ministero dell’Interno, l’Avvocatura ha evidenziato come si tratti di percorsi tecnico-amministrativi omogenei nelle garanzie, distinguendosi più per la forma che per la sostanza. Non è quindi da lì che nasce il “caos”, né da un’improvvisa scoperta di inaffidabilità degli strumenti utilizzati sulle nostre strade. Inottemperanza statale Il nodo vero è un altro, ed è tutto in capo allo Stato: la sistematica inottemperanza nel rendere pienamente operativo e chiaro il quadro regolatorio sull’omologazione, pur a fronte di una legge che usa espressamente quel termine. Per anni si è rinviata l’adozione di un disciplinare tecnico metrologico completo e di procedure univoche, lasciando gli enti locali e le forze di polizia a muoversi in un contesto di incertezza, ma chiedendo loro al contempo di garantire sicurezza e controllo del territorio. Oggi, sull’onda di alcune pronunce di legittimità che negano l’equivalenza tra omologazione e approvazione, assistiamo a una preoccupante inversione di tendenza, dal sapore marcatamente populista: si alimenta nell’opinione pubblica l’idea che gli autovelox siano strumenti “illegittimi” o principalmente orientati a fare cassa, invece che dispositivi di tutela della vita umana. Eppure, sul piano tecnico, non è in discussione la validità scientifica della misurazione della velocità: le tecnologie sono mature, certificate, sottoposte a verifiche e tarature. Ciò che manca è una cornice legislativa compiuta che dia certezza sul regime di omologazione, se davvero la si ritiene indispensabile. LEGGI ANCHE Autovelox. To control speed or not to control speed, that is the question… Effetti del caos: “insicurezza” stradale Questo stallo produce danni a catena. Colpisce i Comuni, che vedono messa in dubbio l’efficacia della loro azione di prevenzione e di controllo. Colpisce le forze di polizia, che si trovano a lavorare in un clima di sfiducia. E colpisce le tante imprese tecnologiche che, spesso in sinergia con le amministrazioni, investono da anni in soluzioni avanzate per monitorare il traffico, ridurre la velocità media, prevenire i sinistri. Ogni annullamento massivo di verbali dovuto a lacune normative (e non a difetti tecnici) manda un messaggio pericoloso: chi innova per la sicurezza in Italia lo fa senza adeguate garanzie di stabilità regolatoria. Le polizie, centrali e locali, hanno, invece, un bisogno sempre più urgente di strumenti digitali evoluti per accertare i comportamenti che mettono a rischio la sicurezza stradale. Eccessi di velocità, mancato rispetto delle distanze di sicurezza, violazioni semaforiche, condotte pericolose e recidive. Si tratta della sicurezza di ognuno di noi (cittadini, lavoratori, famiglie) compresi gli stessi appartenenti all’apparato pubblico nazionale. Continuare a giocare sull’ambiguità tra omologazione e approvazione, senza assumersi la responsabilità politica e tecnica di una riforma chiara, significa scegliere il consenso facile a breve termine, a scapito della sicurezza collettiva: meno sicurezza sulle strade oggi, più costi sociali e umani domani. Riferimenti: D.M. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 13 giugno 2017, n. 282 Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per il Lazio, deliberazione n. 113/2025/Parere Parere Avvocatura Generale dello Stato, 18 dicembre 2024, richiamato dalla circolare del Ministero dell’Interno del 24.01.2025 in materia di dispositivi di controllo della velocità