Italia, partiti gli incentivi alle imprese del Sud per l’autoproduzione di energia rinnovabile: tutto quello che c’è da sapere

Italia, partiti gli incentivi alle imprese del Sud per l’autoproduzione di energia rinnovabile: tutto quello che c’è da sapere

È partito il bando per gli incentivi alle imprese del Sud Italia per installare impianti di autoproduzione di energia rinnovabile, a disposizione 262 milioni di euro

Nuova spinta del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Alle 10:00 di mercoledì 3 dicembre è partito il bando per incentivare l’installazione di impianti per autoproduzione di energia rinnovabile. L’importo messo a disposizione è di 262 milioni di euro, attinti dai fondi PNRIC 2021-2027 e ci sarà tempo fino alle 10:00 del 3 marzo 2026.

Chi può beneficiarne? Quelle aziende che hanno sede in quelle Regioni che il Mase, nel decreto direttoriale del 30 ottobre 2025 definisce “meno sviluppate” e si trovano tutte nel Sud Italia: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Destinatarie saranno tutte le tipologie di imprese, di qualunque dimensione e comprese le reti dotate di soggettività giuridica. Il 60% dei 262 milioni di euro a disposizione, però, andranno riservati per le Pmi. 

Inoltre gli interventi previsti dovranno avvenire su edifici già esistenti dell’unità produttiva, dunque non costruiti da poco, che siano in pieno possesso delle imprese che si candidano. La cui sede deve essere nel territorio di un Comune con più di 5.000 abitanti. E le aziende, per ottenere gli incentivi, devono essere regolari fiscalmente e non in difficoltà, ma soprattutto non possono avere il bonus se hanno fatto una delocalizzazione verso l’unità produttiva per cui richiedono i fondi.

Italia, autoproduzione di energia rinnovabile: via alle domande. Percentuale di contributo a seconda dell’impresa e del tipo di impianto

Italia, partiti gli incentivi alle imprese del Sud per l’autoproduzione di energia rinnovabile: tutto quello che c’è da sapere

LEGGI ANCHE Italia, immatricolazioni auto: novembre (quasi) in pari grazie alle elettriche. I dati

Il fine è chiaramente quello di supportare la transizione energetica nel tessuto produttivo e industriale in Italia, soprattutto in quelle aree che ad ora hanno meno impianti di produzione di energia pulita. Sono perciò ammesse nelle spese coi fondi del Mase quelle per l’installazione di impianti fotovoltaici o termo-fotovoltaici per autoconsumo immediato per l’impresa che lo richiede.

Il bando può supportare anche spese di sistemi di stoccaggio elettrochimico dell’energia, ma almeno il 75% di quella conservata deve provenire dall’autoproduzione rinnovabile. E non può essere installato da solo, ma serve anche l’impianto fotovoltaico o termo-voltaico (che invece può essere finanziato anche in autonomia). Gli incentivi includono anche lavori di potenziamento per gli impianti già esistenti, ma non il completo rifacimento. Per ottenere il sì del Ministero serve che abbiano una potenza nominale che vada da minimo 10 a massimo 1.000 kW. 

Nello specifico, poi il Mase ha chiarito in che percentuale supporterà i lavori di installazione o potenziamento. Una quota che dipende da due fattori: dimensione dell’impresa che richiede il contributo e il tipo di impianto per cui pende la richiesta. Nel caso dei fotovoltaici, per esempio, il Ministero contribuirà per il 38% delle spese in caso di grande impresa,  il 48% per una media e il 58% per una piccola. 

Per i termo-fotovoltaici la quota sarà rispettivamente del 43%, del 53% e del 63%, mentre per gli impianti di stoccaggio si parte dal 28% delle grandi imprese, poi 38% delle medie e 48% del totale per le piccole.