Smart Road Italia, novità per gli automobilisti: ecco i rimborsi per chi resta bloccato in autostrada. La procedura Francesco Ton... 04 December 2025 L’Autorità di regolazione dei trasporti ha deliberato nuovi rimborsi dal pedaggio per gli automobilisti che restano bloccati in autostrada in Italia: dipenderà dalle cause e dal tempo che si passa in auto Autisti bloccati in autostrada a bordo della propria auto per code che durano ore? Dal 2026 potranno chiedere il rimborso sul pedaggio che dovrebbero pagare per la percorrenza. È questa la novità che deriva dalla nuova delibera dell’Autorità di regolazione dei trasporti, che vuole risarcire i viaggiatori ogni qualvolta rimangano imbottigliati in incolonnamenti sulle arterie ad alta velocità in Italia. Il meccanismo entrerà in funzione gradualmente con due tappe. La prima nel giugno 2026, quando i rimborsi potranno essere richieste da automobilisti che hanno subìto disagi nel percorrere una tratta gestita dallo stesso concessionario. Da dicembre 2026, invece, se la percorrenza è suddivisa su porzioni in mano a più concessionari, per esempio nel caso di viaggi molto lunghi che portino da una parte all’altra d’Italia. La prima discriminante per il rimborso del pedaggio è la causa dell’imbottigliamento in cui il viaggiatore è rimasto intrappolato. Bisogna prima verificare se si tratta di cantieri programmati, una coda causata dall’eccesso di traffico oppure di lavori e interventi emergenziali. Nel caso di quest’ultimi nessuno potrà chiedere rimborso, essendo qualcosa di non pianificato ma di pronto intervento. Sono inclusi in questa casella gli incidenti, con operazioni di soccorso e di ripristino della viabilità. Oppure nel caso di eventi atmosferici eccezionali come alluvioni o frane. La restituzione del pedaggio all’automobilista da parte del concessionario non è prevista in caso di ammontare inferiore a 10 centesimi. Non ci saranno rimborsi nemmeno qualora la tratta in questione sia già soggetto di una riduzione del pedaggio generalizzata. Per il resto, i cittadini potranno farsi rimborsare. Italia, rimborsi per gli automobilisti bloccati in autostrada: le differenze di modalità tra code per cantieri o rallentamenti di traffico Italia, novità per gli automobilisti: ecco i rimborsi per chi resta bloccato in autostrada. La procedura LEGGI ANCHE Natale in sicurezza, online il Calendario dell’Avvento Cyber coi consigli della Polizia Postale Per i cantieri programmati, il rimborso va a seconda del chilometraggio e del tempo perso in coda. Nel caso il viaggio con disagi sia inferiore a 30 chilometri, il concessionario deve rifondere il pedaggio a prescindere all’autista. Tra i 30 e 50 chilometri di percorrenza, invece, deve esserci minimo un ritardo di 10 minuti nel viaggio, che salgono a 15 se la tratta è superiore a 50 km. In caso di ritardi inferiori, non c’è diritto a rimborso. E saranno i concessionari a determinare l’importo da restituire, anche se l’Autorità di regolazione dei trasporti ha emanato criteri abbastanza stringenti. Qualora il traffico in autostrada fosse paralizzato per imbottigliamenti non dovuti a cantieri né incidenti né situazioni emergenziali, il rimborso ai viaggiatori si calcolerà in base a scaglioni. In questo caso conterà soprattutto il tempo in cui si è rimasti a motore fermo. Tra 60 e 119 minuti si avrà diritto al 50% del rimborso, tra 120 e 179 minuti il 75%. Oltre 180 minuti, dunque tre ore di paralisi della viabilità autostradale, c’è la piena restituzione dell’importo. Un’altra novità è quella dell’applicazione su smartphone unica per tutti i concessionari, sulla quale sarà comodamente verificabile la situazione sulle arterie italiane e i viaggiatori potranno ricevere aggiornamenti in tempo reale. Lì si potranno anche chiedere i rimborsi. In alternativa ci saranno i numeri verdi e i siti web dei concessionari autostradali. Come riporta La Repubblica, ha destato un po’ di scalpore la misura compensativa per cui i gestori autostradali potranno recuperare i fondi dei rimborsi tramite l’aumento dei pedaggi. Ma, sempre secondo la delibera dell’Autorità di regolazione dei trasporti, le quote di rimborso che potranno recuperare andranno progressivamente a scendere, fino a quota 25% nel 2030. Poi non avranno più diritto a rivalersi dei rimborsi aumentando le tariffe.