La Carta UE dei diritti fondamentali compie 25 anni

La Carta UE dei diritti fondamentali compie 25 anni

La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea compie 25 anni, affermandosi come lo strumento giuridico essenziale che garantisce la dignità, la libertà e l’uguaglianza in ogni Stato membro.

Per le smart city, dove l’innovazione tecnologica ridefinisce la vita urbana, la Carta non è solo un testo legale, ma la bussola etica che assicura che lo sviluppo digitale avvenga in modo inclusivo e rispettoso della persona.

Dalla protezione dei dati all’accesso ai servizi, questo documento vincolante è il fondamento per costruire città veramente “intelligenti” e incentrate sul cittadino.

Pilastro giuridico per l’Unione

Il 7 dicembre 2025 si celebrano i 25 anni dall’adozione della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE.

A partire dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2009, la Carta ha assunto lo stesso valore giuridico dei trattati fondativi dell’Unione, rendendo i suoi 50 diritti e libertà legalmente vincolanti per le istituzioni dell’UE e per i Paesi membri quando attuano il diritto comunitario.

Questo significa che i principi di Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza e Giustizia non sono mere aspirazioni, ma obblighi concreti.

La Commissione Europea, in qualità di custode dei Trattati, monitora e agisce contro le violazioni, garantendo che questi diritti diventino una realtà quotidiana per tutti i cittadini.

Carta come strumento “smart”

Ciò che rende la Carta particolarmente rilevante per il mondo in rapida evoluzione delle smart city è la sua natura intrinsecamente “moderna”.

È stata concepita per riflettere i cambiamenti sociali, scientifici e tecnologici nel tempo.

In un contesto urbano sempre più dominato da Internet delle Cose (IoT), Intelligenza Artificiale (AI) e massiccia raccolta di Big Data, la Carta funge da baluardo irrinunciabile.

Il diritto alla protezione dei dati personali (articolo 8), per esempio, è un pilastro fondamentale che definisce i limiti etici e legali per l’uso delle tecnologie di sorveglianza e gestione urbana.

Una città non può definirsi “intelligente” se sacrifica la privacy dei suoi residenti sull’altare dell’efficienza.

Diritti fondamentali e servizi urbani 4.0

L’applicazione della Carta si manifesta direttamente nei servizi urbani chiave che le smart city mirano a ottimizzare:

  • lavoro e gig economy: il diritto a condizioni di lavoro eque e giuste (articolo 31) diventa cruciale per regolamentare nuove forme di impiego come la gig economy, spesso mediata da piattaforme digitali che operano nelle città,
  • sanità e istruzione digitali: il diritto all’accesso all’assistenza sanitaria (articolo 35) e all’istruzione (articolo 14) impone che le soluzioni digitali (telemedicina, e-learning) siano accessibili a tutti, senza creare un divario digitale che escluda le fasce più vulnerabili della popolazione,
  • mobilità e libertà di movimento: le infrastrutture di smart mobility devono garantire la libertà di movimento (articolo 45) e l’assenza di discriminazione, assicurando che i sistemi di trasporto intelligenti siano equi e non profilino i cittadini in modo illecito.

La Commissione, con la sua strategia adottata nel 2020, sottolinea l’impegno costante a garantire che i diritti della Carta siano una realtà, non solo su carta, ma anche nei byte che alimentano i nostri centri urbani.

L’Unione Europea ribadisce così il suo impegno a costruire smart city che siano prima di tutto città di diritti.