Italia, da Roma a Napoli: ecco le città con più ore perse dagli autisti nel traffico. La classifica

Italia, da Roma a Napoli: ecco le città con più ore perse dagli autisti nel traffico. La classifica

Traffico e ore perse in coda, ecco le città in Italia con più disagi per gli autisti: maglia nera Roma, seconda Milano, Napoli al dodicesimo posto

Auto ferme ma motori accesi, clacson che suonano, autisti nervosi che guardano l’orologio. Il traffico paralizzato è un disagio sotto tanti punti di vista. Rallenta le persone in quello che dovrebbero fare, influendo sulle loro vite. Aumenta l’inquinamento, perché tutti i mezzi incolonnati consumano, a meno che di colpo non vengano spenti tutti i motori. E rende più difficile fruire della viabilità in città anche per ciclisti, pedoni e tutti gli utenti.

Un centro urbano smart cerca di ridurre al minimo le possibilità che si verifichino code e paralisi del traffico. Anche se a volte può accadere l’imprevedibile come per un sinistro stradale. E in Italia come siamo messi? Non malissimo, ma nemmeno bene. Lo evidenzia il report 2025 di INRIX sul traffico automobilistico globale, basato sull’analisi di 900 città al mondo. Ne deriva una classifica che si focalizza principalmente sulle ore perse da un singolo automobilista nell’arco di un anno perché imbottigliato in una strada con tanta coda.

Tanto per cominciare, nessuna città italiana è tra le peggiori dieci. Una classifica dominata da Istanbul, dove ogni cittadino perde in media 118 ore all’anno perché paralizzato nel traffico. Al secondo posto c’è Città del Messico con 108 ore perse, al terzo Chicago dove il monte orario è 112, ma ha una posizione migliore perché rispetto al 2024 il traffico è cresciuto meno rispetto alla capitale messicana. In generale i protagonisti in negativo sono gli Usa, con 4 centri urbani (oltre a Chicago anche New York, Philadelphia e Los Angeles a chiudere i primi dieci posti). Presenti anche Londra e Parigi come uniche europee, oltre a Città del Capo (Sudafrica) e Jakarta (Indonesia).

Le città italiane, dunque, sono più virtuose di queste, che però rappresentano metropoli di grandi dimensioni. In ogni caso la prima in Italia a comparire nella classifica del rapporto INRIX è Roma, al diciassettesimo posto. Un cittadino della capitale nel 2025 ha perso in media 76 ore nel traffico a bordo della sua auto, con un aumento del 7% sul 2024 e del 10% sul 2023. Segno che c’è ancora della strada da fare.

Italia: 76 ore perse nel traffico a Roma nel 2025, 67 a Milano. La classifica del rapporto INRIX

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Va leggermente meglio a Milano, seconda italiana in classifica e al posto numero 24 a livello globale. Un milanese perde 67 ore all’anno nel traffico, una quota cresciuta del 5% rispetto al 2024. Le due città svettano tra quelle del nostro Paese, tanto che, nel ranking globale di INRIX, per trovare il terzo centro urbano della Penisola si scende al 72mo posto, dove si trova Brescia (57 ore perse nel traffico nel 2025), con un incremento del traffico del 36% rispetto al 2024.

Anche quarto e quinto posto italiani sono lombardi: Bergamo con 55 ore, Varese con 52. Nella classifica INRIX la città varesina occupa il ranking numero 121 a livello globale, perché rispetto ai due anni precedenti ha mantenuto all’incirca gli stessi livelli di traffico. E infatti Firenze è sotto nella classifica delle ore perse in coda ferma (51) ma è sopra in quella generale mondiale perché ha registrato un aumento degli imbottigliamenti del 19% rispetto all’anno precedente.

Dal settimo al dodicesimo posto: l’importanza anche della velocità dell’ultimo miglio

Al settimo e ottavo posto in Italia ci sono rispettivamente Palermo e Genova, che hanno lo stesso monte orario perso da un automobilista nel traffico, 48. Se nel capoluogo siciliano la quota è aumentata del 7%, in quello ligure l’incremento è del 12%. C’è un dato che però rende peggiore la città isolana: la velocità dell’ultimo miglio. Un metro valido per esempio per le pianificazioni logistiche delle consegne. Secondo INRIX a Palermo è di 9 miglia orarie. A Genova è di 11 mph.

Segue Reggio Emilia nona con 47 ore perse (144 nel mondo), con una crescita del 27% rispetto al 2024 ma una velocità dell’ultimo miglio che la premia (17 mph). La top 10 è chiusa da Torino, dove si perdono 44 ore imbottigliati nel traffico, ma il capoluogo del Piemonte è premiato da una variazione dello 0% rispetto all’anno scorso. Stesso monte orario nel 2025 anche per Verona, undicesima, mentre Napoli, dodicesima in Italia, è solo un’ora sotto, a quota 43.

In generale, le città italiane possono fare meglio nella gestione del traffico. Le 76 ore perse da un automobilista medio a Roma nel 2025 sono tante, seppure molte meno rispetto ad altre capitali europee e mondiali. Quali soluzioni ci sono? Per esempio l’implemento del trasporto pubblico, l’incentivo a una mobilità dolce, il potenziamento infrastrutturale. Per poter fornire a ogni cittadino un’esperienza di guida e di viaggio più sicura, efficiente e gradevole.