La rete ferroviaria Shinkansen, il vanto giapponese

La rete ferroviaria Shinkansen, il vanto giapponese

La livrea bianca, anche se non mancano altre colorazioni; il muso allungato, quasi fosse il becco di un’anatra, gli interni ampi e comodi e, soprattutto, la velocità non comune.

Questo, in estrema sintesi, l’identikit dei treni della Shinkansen, la linea ferroviaria giapponese specializzata nell’alta velocità.

E, allora, per conoscere questi “proiettili” sui binari, non resta che salire in carrozza.

Tutto ha inizio con le Olimpiadi del 1964

Dangan ressha in giapponese; bullet train in anglosassone; treni proiettili in italiano; o, più comunemente, mutuando il nome dalla rete ferroviaria, Shinkansen, in tutto il mondo.

Comunque la si chiami, questi treni sono assai celebri in Giappone ma anche fuori dai confini del Paese del Sol Levante e questo, soprattutto, per le elevate velocità che riescono a raggiungere.

Si tratta, beninteso, dei treni tra i più veloci al mondo.

Capace di superare, al massimo della loro potenza, i 300 km/h.

Non un record assoluto nel contesto ferroviario visto che tale primato spetta al cinese CRH380A, capace in servizio di toccare la velocità massima di 486 km/h, mentre a un treno giapponese spetta il record assoluto, 603 km/h, ma ottenuto in fase di test.

La lunga storia della rete ferroviaria Shinkansen, letteralmente “nuovo tronco ferroviario” principiò diversi decenni fa.

Correva il 1964, l’anno delle Olimpiadi di Tokyo.

Per il Giappone quell’appuntamento, l’acme sportivo per eccellenza, rappresentava un vanto ma, al tempo stesso, una grossa responsabilità.

In specie per un popolo che stava da anni risalendo la china, dopo il dramma della recente guerra mondiale e, soprattutto, delle tragedie nucleari.

Nel vasto programma delle cose da fare in previsione dell’inaugurazione dei Giochi olimpici, giunti alla 18° edizione dell’era moderna.

L’ammodernamento della rete ferroviaria era assolutamente un obiettivo primario per chi faceva dell’efficienza un tratto distintivo, connaturato.

Tokyo, infatti, per le tre settimane olimpiche, sarebbe stata non solo ancor di più il centro di tutto il Paese.

Ma dell’intero mondo, insomma tutti gli occhi di sportivi e non avrebbero guardato la capitale nipponica.

Tra i diversi ambiti infrastrutturali interessati in previsione dell’inaugurazione dei Giochi, quello legato ai trasporti su binari era uno dei preminenti.

Efficientare la rete ferroviaria significava favorire gli spostamenti da e verso Tokyo, il miglior biglietto da visita per la capitale.

Per questo il 1° ottobre, nove giorni prima della data inaugurale delle Olimpiadi, sulla linea Tokyo-Osaka, una delle più utilizzate di tutto il Giappone, entrava in servizio il primo treno proiettile sulla linea Tōkaidō Shinkansen.

Dalla Serie 0 alla Serie E7

Il primo siluro a sfrecciare sui binari nipponici, in quel lontano autunno del 1964, fu un treno delle Serie 0 che quel primo giorno fu capace di raggiungere i 210 km/h.

Una velocità sbalorditiva visto che i suoi fratelli meno celebri e decisamente più lenti, si attestavano su velocità decisamente inferiori, di norma intorno ai 150 km/h.

Quel primo treno raggiunse Osaka da Tokyo in 4 ore.

Ma già dodici mesi dopo quella avveniristica performance fu migliorata non solo in termini di velocità ma anche di tempistica.

Nel 1965, infatti, la distanza tra la capitale nipponica e Osaka fu coperta in 3 ore e 10 minuti, alla velocità massima di 210 km/h.

Dall’esordio in poi la rete Shinkansen inanellò una serie di record, andando rapidamente a innervare gran parte del Giappone, unendo alcune tra le più importanti e nevralgiche città nipponiche.

Oggi l’intero territorio giapponese, da nord a sud, è innervato dalla rete Shinkansen, che consta di ben 9 linee.

Tra queste, oltre alla già citata Tōkaidō Shinkansen, la Sanyo Shinkansen che collega la città di Osaka con Fukuoka o la modernissima Hokkaido Shinkansen.

Si tratta della linea che unisce Aomori, sull’isola di Honshu, a Hakodate, importante centro portuale sull’isola di Hokkaido.

Il tutto attraverso l’avveniristico tunnel Seikan che con i suoi 53,85 km, di cui 23,3 km sotto il livello del mare, rappresenta una delle gallerie sottomarine più lunghe al mondo.

Non solo velocità ma anche puntualità ed efficienza

Shinkansen, tuttavia, non è solo sinonimo di velocità.

La rete ferroviaria giapponese si vanta anche per altri parametri quali la sicurezza dell’intera linea, la frequenza dei passaggi, la confortevolezza degli ambienti.

E, elemento non marginale, la sostanziale economicità del servizio in rapporto a quanto offerto.

Innanzitutto, la sicurezza.

Nonostante l’elevata velocità, praticamente impercettibile per qualsiasi viaggiatore, i treni Shinkansen sono estremamente sicuri.

Nel corso della pluridecennale attività, infatti, gli incidenti occorsi sono stati solo due e, in entrambi i casi, non riconducibili ad anomalie tecniche.

Il primo episodio si verificò il 23 ottobre 2004, allorché un treno che procedeva sulla linea del Jōetsu Shinkansen che collega Omiya a Niigata, deragliò nei pressi della stazione di Nagaoka.

A determinare l’uscita dalle rotaie di 8 carrozze su 10 furono gli effetti di un terremoto.

Tuttavia, pur spettacolare l’incidente ferroviario non determinò vittime, tantomeno feriti.

Determinato dalle forze della natura, nello specifico una tempesta di neve, fu il secondo incidente verificatosi il 4 marzo 2013.

Interessò un treno della linea, quella tra Tokyo e Akita, città, quest’ultima, nella cui vicinanze il treno deragliò; ma, anche in quel frangente ci furono solo lievi danni strutturali.

Passaggi, capillarità, comfort

Altro motivo di vanto delle linee ad alta velocità è dato dalla frequenza dei passaggi che per determinate tratte, specie la Hokkaido Shinkansen, è di 15/20 minuti, tempistiche da treni regionali.

Strettamente connessa all’elevata frequenza c’è anche la capillarità del servizio.

La rete, infatti, non collega solo le grandi città del Giappone ma anche località più piccole e questo perché sulla medesima tratta Shinkansen transitano tre tipologie di treni:

  • quelli rapidi che fermano solo nelle fermate principali;
  • quelli semi rapidi che effettuano qualche fermata in più;
  • treni locali che pur viaggiando ad elevate velocità, non meno di 240 km/h, si fermano in tutte le stazioni presenti lungo il tragitto, una circostanza, per quanto concerne la nostre linee ad alta velocità impensabile.

I treni proiettili si fanno apprezzare anche per il comfort degli ambienti, dotati di comode sedute, Wi-Fi, pannelli informativi chiari (sulla messaggistica i giapponesi non sono secondi a nessuno).

Ma soprattutto facilmente accessibili a tutti, vista l’assenza di barriere architettoniche e la presenza di ampi spazi, dove poter collocare, eventualmente, biciclette o bagagli particolarmente voluminosi.

Ticket

Infine, discorso prezzi.

È chiaro che il biglietto per salire su un treno Shinkansen non è proprio economico.

Ma, specie, per i servizi resi e la rapidità degli spostamenti che lo fa spesso preferire a un aereo.

Non si tratta, poi, di un prezzo così esoso, specie se si opta per formule di abbonamento che vanno da 296 euro per 7 giorni a 591 euro per 21 giorni, passando per 472 per la formula 14 giorni.

Per quanto riguarda i prezzi dei singoli biglietti, questi dipendono da specifici fattori quali la lunghezza del viaggio, la prenotazione o meno del posto a sedere, la classe di biglietto scelta.

È possibile acquistare i biglietti del treno Shinkansen presso le stazioni ferroviarie o online.

Insomma, per concludere, la rete Shinkansen non è solo comoda, vantaggiosa, velocissima ma rappresenta pure un’esperienza per chi vuole vivere davvero il Giappone irrinunciabile.

E, allora, buon viaggio a tutti o meglio, “Yoi tabi o shite kudasai” a tutti.

Maurizio Carvigno