Automobili "circolari", nuove regole UE per la sostenibilità urbana

Automobili “circolari”, nuove regole UE per la sostenibilità urbana

Automobili “circolari”. L’Unione Europea ha raggiunto un accordo provvisorio su un pacchetto di norme volto a introdurre i principi dell’economia circolare nell’intero ciclo di vita dei veicoli.

Dalla progettazione orientata al riciclo all’introduzione di quote obbligatorie di materiali riciclati, fino alla gestione rigorosa dei veicoli fuori uso (ELV), queste disposizioni segnano una svolta fondamentale.

L’obiettivo è trasformare il settore automobilistico in un modello di sostenibilità, cruciale per l’evoluzione delle nostre città in veri e propri ecosistemi “smart” e a impatto zero.

Imperativo circolare per la mobilità del futuro

Le automobili rappresentano una challenge ambientale e logistica non indifferente per le aree urbane.

Ogni anno, circa 6,5 milioni di veicoli nell’UE raggiungono la fine del loro ciclo operativo, generando un enorme flusso di materiali.

In linea con il Green Deal europeo, le nuove regole mirano a trasformare questa problematica in un’opportunità di valore, ponendo le basi per una mobilità che sia intrinsecamente più sostenibile e efficiente nell’uso delle risorse.

“Closed loop” come standard

Hub della normativa risiede nell’obbligo di progettare veicoli che facilitino la rimozione e il recupero di quante più parti e componenti possibili.

Non si tratta solo di riciclo a fine vita, ma di integrare l’approccio circolare fin dalla fase di design.

Le nuove norme stabiliscono obiettivi vincolanti per l’utilizzo di materiali riciclati nei veicoli nuovi, in particolare per le plastiche:

  • entro sei anni dall’entrata in vigore, la plastica utilizzata in ogni nuovo tipo di veicolo dovrà contenere un minimo del 15% di materiale riciclato,
  • questa percentuale salirà al 25% entro dieci anni, cruciale è la clausola “closed loop”: il 20% di tali obiettivi dovrà essere raggiunto utilizzando plastiche recuperate da veicoli fuori uso (ELV), promuovendo un ciclo virtuoso all’interno della stessa filiera.

Studi di fattibilità sono inoltre previsti per stabilire futuri obiettivi vincolanti per l’uso di acciaio e alluminio riciclati, materiali fondamentali nell’industria, con un impatto significativo sulla riduzione delle emissioni legate all’estrazione e alla lavorazione delle materie prime vergini.

Responsabilità estesa del produttore (EPR) e controllo urbano

Ulteriore  pietra angolare dell’accordo è l’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR).

Entro tre anni, i costruttori saranno direttamente responsabili dei costi di raccolta e trattamento dei veicoli giunti a fine vita.

Questo sistema spingerà i produttori a investire in design più sostenibili e in reti di recupero efficienti.

La normativa prevede inoltre requisiti più severi per la gestione degli ELV:

  • smantellamento obbligatorio di specifiche parti e componenti, fluidi e sostanze pericolose prima della frantumazione,
  • strategie di ispezione nazionali per rilevare e sanzionare le attività illegali di raccolta, trattamento ed esportazione.

Queste misure sono essenziali per le smart city, in quanto garantiscono che la gestione dei rifiuti complessi avvenga in modo tracciato e conforme, eliminando discariche abusive e inquinamento diffuso.

Tutela ambientale e sicurezza stradale

Per contrastare la piaga dei veicoli fuori uso che vengono esportati illegalmente, spesso spacciati come auto usate ma in realtà non idonei alla circolazione, il testo introduce una messa al bando per l’esportazione di veicoli non idonei alla circolazione (non “roadworthy”), applicabile dopo cinque anni.

L’accordo chiarisce i criteri precisi che definiscono un veicolo come ELV, fornendo alle autorità doganali la documentazione necessaria per fermare le esportazioni illecite.

Questa mossa tutela sia l’ambiente, impedendo lo smaltimento scorretto in paesi terzi, sia la sicurezza stradale globale.