Smart Road Legal Consiglio di Stato sdogana il "provvedimento implicito" nella PA digitale Laura Biarella 17 December 2025 Citizen Italia Provvedimento “implicito” nell’agire amministrativo. La sentenza n. 9029/2025 ribalta il concetto di burocrazia statica: per i giudici di Palazzo Spada, la volontà dell’Amministrazione si legge nei comportamenti concreti. Una svolta cruciale per la transizione verso smart city più agili e meno vincolate alla “carta”. Verso una Pubblica Amministrazione “smart” e di fatto Nel percorso di digitalizzazione e snellimento delle aree urbane, uno dei principali ostacoli è sempre stato il rigido formalismo dell’atto amministrativo. Tuttavia, con la sentenza n. 9029 del 17 dicembre 2025, il Consiglio di Stato traccia una linea di demarcazione netta: il provvedimento amministrativo può esistere anche senza un documento formale, purché l’azione della Pubblica Amministrazione sia univoca, coerente e concludente. Per chi progetta e gestisce le città del futuro, questo significa che la “sostanza” dell’azione amministrativa inizia a prevalere sulla “forma” documentale, favorendo processi decisionali più vicini alla realtà dinamica dell’innovazione tecnologica. Principio del provvedimento implicito Secondo i giudici della Quinta Sezione, un atto può considerarsi adottato “implicitamente” quando l’Amministrazione, pur non emettendo un decreto formale, si comporta in modo tale da non lasciare dubbi sulla propria decisione. La sentenza chiarisce che se l’azione pubblica si orienta stabilmente in una direzione durante l’istruttoria, quel comportamento ha valore giuridico. Questo principio è fondamentale per le smart city, dove l’integrazione di sensori IoT, algoritmi di gestione del traffico e piattaforme digitali richiede risposte rapide. Se la PA agisce per implementare un servizio smart, la validità di tale scelta non può essere inficiata solo dalla mancanza di un timbro, se la volontà politica e tecnica è palese e coerente. Trasparenza e comportamenti concludenti Hub della decisione risiede nel superamento del “trincerarsi dietro la non conoscibilità”. Il Consiglio di Stato sottolinea che l’Amministrazione non può nascondersi dietro la complessità dei meccanismi informatici o la mancanza di atti scritti se i fatti dicono altro. In un’era di governance algoritmica, la trasparenza si sposta dal piano cartaceo a quello del “fare”. La sentenza n. 9029/2025 diventa così un manifesto per la semplificazione: la PA non deve solo scrivere, deve agire. E in quell’azione, i cittadini e le imprese possono trovare la certezza del diritto necessaria per investire in infrastrutture urbane innovative. Impatti sulla progettazione urbana e servizi ai cittadini Cosa cambia concretamente per i city manager e gli innovatori? Velocità procedurale: meno blocchi dovuti a ritardi formali se l’iter attuativo è già in corso. Responsabilità dell’Amministrazione: i comportamenti coerenti generano aspettative legittime nei privati. Evoluzione digitale: la PA è chiamata a una coerenza che va oltre il protocollo, abbracciando una gestione per obiettivi tipica delle città intelligenti. Questa pronuncia non è solo un chiarimento giuridico, bensì un invito a evolvere verso un modello di amministrazione “liquida” ed efficiente, dove l’efficacia del servizio pubblico conta quanto (e a volte più) della sua veste formale.