Enforcement HumanX Legge sul "femminicidio" in vigore dal 17 dicembre, smart city come scudo contro la violenza di genere Laura Biarella 18 December 2025 News&Trend Safety & Security Dal 17 dicembre 2025 l’Italia compie un passo decisivo contro la violenza di genere con l’entrata in vigore della legge che introduce il reato autonomo di femminicidio. Oltre al rafforzamento del quadro penale, la sfida passa ora anche dalle città intelligenti: tecnologie urbane, dati e servizi digitali possono diventare leve concrete di prevenzione, protezione e risposta rapida, nel rispetto di privacy ed etica. Svolta normativa contro la violenza di genere Il 17 dicembre 2025 segna l’entrata in vigore della nuova legge italiana sul femminicidio, che introduce nel Codice Penale un reato specifico e un inasprimento delle pene nei casi in cui l’omicidio di una donna sia motivato da odio, discriminazione o controllo di genere. La riforma rafforza anche gli strumenti di tutela per le vittime, collocando la prevenzione al centro delle politiche pubbliche. Ma la legge, da sola, non basta. La sua efficacia dipende dalla capacità dei territori di tradurre i principi giuridici in azioni operative, e qui entra in gioco l’ecosistema delle smart city. Smart city, dalla norma alla prevenzione sul territorio Le città intelligenti dispongono già di infrastrutture digitali, reti di sensori e piattaforme di gestione urbana che possono essere orientate alla sicurezza delle donne. Non si tratta di sostituire l’azione delle forze dell’ordine, ma di potenziarla attraverso strumenti tecnologici che migliorino tempestività, coordinamento e consapevolezza del rischio. Illuminazione adattiva, spazi pubblici progettati con criteri di safety by design, servizi digitali di segnalazione rapida e analisi dei dati urbani sono elementi chiave per ridurre le situazioni di vulnerabilità. IoT e sicurezza urbana, monitorare senza invadere Nelle smart city, l’Internet of Things (IoT) consente di raccogliere informazioni in tempo reale su flussi, presenze e condizioni ambientali. Applicata alla sicurezza urbana, questa tecnologia può: migliorare l’illuminazione in aree percepite come insicure; segnalare anomalie o situazioni di rischio negli spazi pubblici; supportare sistemi di allerta rapida collegati ai servizi di emergenza. L’obiettivo non è il controllo indiscriminato, ma la prevenzione mirata, basata su dati aggregati e anonimizzati. Intelligenza artificiale e analisi predittiva per la prevenzione L’intelligenza artificiale, se usata in modo responsabile, può aiutare le amministrazioni a individuare pattern di rischio: aree urbane con maggiore incidenza di episodi violenti, fasce orarie critiche, correlazioni tra fattori ambientali e sicurezza percepita. Queste analisi supportano decisioni più informate su pattugliamenti, servizi sociali e interventi di rigenerazione urbana. Per una rivista di smart city, il punto centrale è chiaro: la tecnologia non deve reagire solo all’emergenza, bensì anticiparla. Servizi digitali e empowerment delle donne Le piattaforme civiche e le app urbane possono diventare strumenti di empowerment: canali sicuri per chiedere aiuto, informarsi sui servizi disponibili, segnalare situazioni di pericolo. Integrate coi sistemi comunali, queste soluzioni riducono le distanze tra cittadine e istituzioni, favorendo fiducia e accessibilità. Privacy, etica e governance dei dati La tutela delle donne deve procedere di pari passo con la tutela dei diritti digitali. Qualsiasi applicazione tecnologica in ambito smart city richiede: rispetto del GDPR; trasparenza sugli algoritmi; governance chiara dei dati; valutazioni etiche e audit periodici. Solo così la sicurezza urbana digitale può essere efficace e legittima. Verso città a tolleranza zero contro la violenza Con l’entrata in vigore della legge sul femminicidio, le smart city italiane hanno l’opportunità di diventare laboratori di innovazione sociale, dove diritto, tecnologia e progettazione urbana convergono per un obiettivo comune: proteggere le donne e prevenire la violenza di genere. La challenge dei prossimi anni non è solo tecnologica, bensì culturale e istituzionale. Le città che sapranno integrare questi elementi saranno quelle capaci di trasformare una legge in sicurezza reale e quotidiana.