HumanX Inverno demografico, solo il 21% degli italiani progetta un figlio entro tre anni Laura Biarella 27 December 2025 Inverno demografico in Italia. L’ultimo rapporto ISTAT rivela un Paese sempre più cauto sulla genitorialità. Tra incertezze economiche e carenza di servizi, la sfida per le città del futuro è integrare politiche abitative e supporto all’infanzia nel tessuto urbano digitale. La città che non cresce, i numeri del calo demografico L’Italia si conferma un Paese in “stand-by” riproduttivo. Secondo i dati ISTAT pubblicati il 22 dicembre 2025, solo il 21,2% delle persone tra i 18 e i 49 anni intende avere un figlio nei prossimi tre anni. Un calo significativo rispetto al 25% del 2003, che evidenzia come il desiderio di famiglia si scontri con una realtà urbana e lavorativa complessa. Nelle nostre città, oltre 10,5 milioni di individui dichiarano di non voler figli, citando per un terzo dei casi motivi economici e per il 9,4% la precarietà lavorativa. Natalità, oltre la tecnologia, il servizio In un’ottica di smart city, la gestione del calo demografico non è solo una questione di statistica, ma di progettazione urbana. Il rapporto sottolinea come il 26,1% degli intervistati indichi nei servizi per l’infanzia la priorità assoluta per invertire la rotta. Una città “intelligente” deve saper rispondere a questa domanda non solo con la connettività, ma con la prossimità: asili nido accessibili, spazi comuni sicuri e una rete di welfare digitale che semplifichi la vita dei genitori. Il “soffitto di cristallo” urbano e la questione abitativa Il dato più allarmante riguarda le donne: il 50% teme che un figlio possa peggiorare le opportunità lavorative, una percentuale che sale al 65% tra le giovanissime (18-24 anni). Qui la smart city deve intervenire sulla conciliazione vita-lavoro. Parallelamente, emerge prepotente la questione abitativa: il 23,1% chiede agevolazioni su affitti e mutui. Nei centri delle aree metropolitane, dove il costo della vita è più alto, questa richiesta diventa il pilastro per permettere alle giovani coppie di stabilirsi e procreare. Progettare il futuro, laureati e occupazione come motori Nonostante il quadro generale, emerge un segnale interessante: la realizzazione dei desideri di genitorialità è più alta tra le donne laureate (42,9%) e occupate. Questo suggerisce che la stabilità economica e un alto livello di istruzione sono i veri abilitatori della natalità. Le città del futuro devono quindi trasformarsi in hub di lavoro qualificato e inclusivo, dove la tecnologia è al servizio della flessibilità (smart working, co-working con asili integrati) per permettere ai giovani di non dover scegliere tra carriera e famiglia. Una chiamata alle armi per gli amministratori Il rapporto ISTAT 2025 non è solo un bollettino di crisi, ma una tabella di marcia per i city manager. Sostenere la natalità significa investire in infrastrutture sociali, ridurre il gap digitale nei servizi per le famiglie e ripensare gli spazi abitativi. Senza una comunità che cresce, la smart vity rischia di diventare un guscio tecnologico vuoto.