Rapporto Dekra: UE, più sforzo per Vision Zero

Rapporto Dekra: UE, più sforzo per Vision Zero

La sicurezza stradale resta una delle principali emergenze sociali in Europa: nonostante i progressi tecnologici e normativi degli ultimi decenni, il numero di vittime sulle strade continua a essere troppo elevato e ancora lontano dagli obiettivi fissati per il 2030.

Secondo i dati preliminari della Commissione europea, nel 2024 nell’Unione si sono registrati 19.800 decessi per sinistri stradali, un dato in lieve calo rispetto al 2023 pari al -3% ma non sufficiente.

Il Rapporto Dekra sulla Sicurezza Stradale del 2025 analizza dati e prospettive della mobilità, sottolineando l’importanza dell’educazione, del cambiamento culturale alla guida e della centralità degli interventi statali, normativi e finanziari, per elevare i livelli di incolumità, la sostenibilità della circolazione e centrare il target vision zero, senza perdite di vite sulle strade.

L’Unione europea si, infatti, è impegnata a dimezzare il numero delle vittime della strada entro la fine del decennio, prendendo come anno di riferimento il 2019, ma  il ritmo di riduzione attuale – circa il 25% in dieci anni – è basso e gli esperti parlano apertamente di una “fase di stallo”.

L’obiettivo, oltreché di primario valore umano, ha importanti riflessi anche sotto il profilo economico: quantificati dallo European Transportation Safety Council – ETSC -, nei danni evitati alle persone grazie alla riduzione dei sinistri.

Nel periodo 2013-2022 l’impatto positivo indicato da ETSC per minori incidenti registrati ammonta a 104 miliardi di euro. 

Incidenti stradali: il fattore umano resta centrale

Uno degli elementi più critici continua ad essere il comportamento alla guida.

Secondo il Rapporto Dekra, basandosi sulla rilevazione di diversi studi internazionali, la percentuale di incidenti riconducibile a errori umani è vicina al 90%.

Tra le maggiori cause di sinistri rimangono eccesso di velocità, distrazione per uso dello smartphone, guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze. 

Alcol alla guida

Rispetto agli incidenti mortali, è stata registrata una concentrazione maggiore di alcol nel sangue dei guidatori nel 20% dei casi nei Paesi ad alto reddito, e nella fascia 33% – 69% per quelli a reddito medio e basso.

In alcuni Stati come Austria, Belgio, Germania, Svezia e Regno Unito, i conducenti con dipendenza da alcol possono riavere la patente solo dopo aver fornito prova di un periodo di astinenza, attraverso biomarcatori.

Nel territorio tedesco, la norma è particolarmente restrittiva, con un periodo richiesto che arriva fino a un anno, inserendo in una casistica a sé l’abuso saltuario da un disturbo comportamentale.

Uno studio di Dekra, condotto su 840 persone sorprese alla guida in stato di ebbrezza, mostra che: il 15% ha una dipendenza da alcol, il 30% è un consumatore eccessivo, il 50% è a rischio di dipendenza alcolica e solo il 5% non ha rilevanza clinica.

Limiti di velocità

In base al Rapporto Dekra, la percentuale dei conducenti che rispettano il limite massimo di velocità in autostrada è più bassa nella Repubblica Ceca, con il 40%, seguita da Portogallo e Svezia, che fanno registrare entrambe una quota di utenti virtuosi del 44%, la Finlandia con il 45% e Cipro con il 47%.

I più attenti sono invece i guidatori bulgari con l’88% di automobilisti che non viola i limiti e gli irlandesi con l’88% di automobilisti disciplinati.

Sicurezza del veicolo

Negli ultimi decenni abbiamo assistito a un’evoluzione della sicurezza stradale, passando dalle prime norme sull’utilizzo delle cinture a bordo, agli attuali sistemi di assistenza alla guida, veicoli interconnessi, modelli di sorveglianza intelligenti e infrastrutture di trasporto smart.

Il numero di vittime della strada in Europa è calato drasticamente: da circa 50mila di vent’anni fa a circa 20mila di oggi.

Una nuova mobilità in cui il fattore umano e quello tecnologico sono la chiave per il miglioramento.

USA

L’equipaggiamento dei veicoli contribuisce in modo sostanziale al miglioramento della sicurezza. Secondo uno studio della National Highway Traffic Safety Administration – NHTSA -, la combinazione di tecnologie come cinture di sicurezze, airbag, controllo elettronico della stabilità e frenata assistita hanno portato, nel solo 209, a una riduzione del 64% di rischio incidente per automobili e veicoli commerciali leggeri.

L’uso di questi sistemi ha evitato in un anno 40.000 decessi, 1,9 milioni di feriti e danni a 3,8 milioni di veicoli.

Dal 1968 al 2019, gli standard di sicurezza avrebbero, inoltre, evitato più di 860.000 morti sulle strade americane, 49 milioni di feriti e danni a 65 milioni di veicoli.

Le tecnologie cambiano e migliorano continuamente apportando, quindi, un grande contributo alla sicurezza stradale. 

Controlli periodici

In base al Rapporto Dekra è importante assicurare attraverso la revisione periodica del veicolo la funzionalità dei sistemi di serie nel proprio veicolo.

Il controllo tecnico infatti, anche in considerazione della maggiore complessità dei mezzi di trasporto, assume un’importanza sempre più grande.

L’Organizzazione Mondiale di Sanità ha infatti inserito dal 2023 l’ispezione  dei veicoli tra le misure essenziali per ridurre il rischio di incidentalità. 

Negli ultimi anni, la tecnologia ha contribuito in modo significativo alla sicurezza stradale.

Sistemi come ABS, ESP, frenata automatica d’emergenza e assistenza al mantenimento della corsia hanno ridotto drasticamente la gravità degli incidenti.

Tuttavia, questi strumenti funzionano solo se accompagnati da veicoli in buone condizioni.

La revisione periodica dei veicoli resta uno degli strumenti più efficaci di prevenzione.

Difetti a freni, pneumatici o sterzo aumentano in modo significativo il rischio di incidente, soprattutto su veicoli più vecchi.

Non a caso, i paesi con sistemi di controllo tecnico più rigorosi mostrano tassi di incidentalità più bassi.

Vision Zero: serve accelerare

La strategia “Vision Zero” richiede investimenti pubblici, normative più ambiziose e una forte responsabilizzazione di tutti gli utenti della strada.

La sicurezza stradale non è solo una questione di mobilità, ma di salute pubblica, equità sociale ed economia.

Ridurre gli incidenti significa salvare vite, abbattere i costi sanitari e migliorare la qualità della vita nelle città.

La strada è tracciata, ma il traguardo richiede uno sforzo collettivo immediato.

Per il futuro serviranno investimenti non solo in infrastrutture stradali ma anche in connettività e digitalizzazione.

La tecnologia V2X può contribuire a migliorare la sicurezza, ma servono investimenti armonizzazione delle normative tra i diversi stati.

Roberta Mordini