Cinture di sicurezza posteriori, un italiano su tre non le usa

Cinture di sicurezza posteriori, un italiano su tre non le usa

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Una recente indagine dell’osservatorio dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha evidenziato che solo un italiano su tre indossa la cintura posteriore, mentre 2 su 10 non utilizzano il seggiolino per bambini

Le cinture di sicurezza rappresentano un dispositivo di protezione individuale presente all’interno di tutte le autovetture.

Sono fondamentali perché, in caso di una brusca frenata, di una decelerazione improvvisa e, soprattutto, in caso di urto, trattengono il corpo degli occupanti sul sedile.

Riducono i rischi di impatto contro le parti rigide dell’auto, oltre a evitare la proiezione degli occupanti fuori dal mezzo.

Se quelle anteriori vengono indossate sia del conducente che dal passeggero, questo non può dirsi per le cinture posteriori, che spesso non sono prese nemmeno in considerazione.

Cinture posteriori, queste sconosciute

Secondo la recente indagine “Sorveglianza Passi” dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) relativa al biennio 2022-2023, solo un italiano su tre indossa le cinture di sicurezza posteriori.

L’indagine, i cui dati sono stati estrapolati a seguito di interviste, conferma che l’uso della cintura di sicurezza anteriore in automobile, è abbastanza diffuso, anche se non raggiunge la copertura totale richiesta dalla legge.

Un pericolo per la sicurezza

Il contesto è completamente differente per quello che riguarda la cintura posteriore.

L’impiego di questo dispositivo di sicurezza presente sulla seconda fila di sedili è sempre stato molto meno frequente rispetto ai dispositivi anteriori.

Fino al 2015 solo il 20% circa degli intervistati riferiva di indossarla sempre, ma da quell’anno in poi si inizia a osservare un trend in aumento, in tutte le aree del Paese e per tutte le fasce di età e sesso.

Nel 2023 questa quota è significativamente più alta e il 34% degli intervistati dichiara di usare sempre la cintura posteriore quando viaggia in auto.

Siamo però ancora ben lontani da un contesto ideale per la sicurezza degli automobilisti e dei passeggeri.

Le differenze tra Nord e Sud

La fotografia restituita dall’indagine evidenza ancora grandi differenze geografiche Nord-Sud a sfavore delle Regioni meridionali sia per l’uso delle cinture in auto.

Nello specifico, l’uso costante delle cinture posteriori in auto nel 2023 è del 19% nel Sud contro il 54% nel Nord del Paese. 

Discorso analogo per l’impiego del caso in motocicletta o un motorino: 92% nel Sud contro il 98% nel Nord. Qui per vedere i dati delle regioni nel dettaglio.

Mancato impiego dei seggiolini

Secondo l’indagine nel biennio 2022-2023, circa 2 persone su 10 hanno riferito di avere difficoltà a far uso dei seggiolini per auto, di non utilizzarli affatto o perfino di non avere alcun dispositivo di sicurezza.

Nelle Regioni meridionali questa quota raggiunge il 25%, contro il 16% nel centro e il 12% nelle regioni settentrionali.

Il non utilizzo, o l’utilizzo inadeguato dei seggiolini adattatori per il trasporto dei bambini in auto è più frequente tra le persone socialmente svantaggiate, per bassa istruzione (22% contro 17% fra le persone con alta istruzione) o per difficoltà economiche (25% contro 16% fra le persone senza difficoltà economiche).

Fortunatamente la situazione è in costante miglioramento; si passa infatti dal 24% del 2011 di non utilizzo o di utilizzo inadeguato al 17% del 2023.

Per quanto riguarda i seggiolini per auto ricordiamo il 1° settembre 2024 è entrata in vigore la nuova normativa che disciplina i requisiti dei seggiolini auto adibiti al trasporto di bambini.

La nuova normativa, chiamata anche i-Size, stabilisce i requisiti che devono avere i seggiolini, classificandoli in base all’altezza del bambino, fino a un massimo di 150 cm. Qui per sapere tutto sul cambiamento normativo.

Emiliano Ragoni