Taser nella Polizia Locale, work in progress

Taser nella Polizia Locale, work in progress

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Il mondo dei presidi tattici-difensivi e dell’armamento della Polizia Locale italiana è a dir poco variegato. Ogni regione, provincia e comune disciplina in modo autonomo tale contesto con marcate differenze anche fra realtà territoriali limitrofe.

All’interno di queste giungle regolamentari sono entrate di diritto anche le armi comuni ad impulsi elettrici (AIE), comunemente denominate “TASER” (acronimo di Thomas A. Swift’s Electronic Rifle, personaggio di una serie di racconti fantastici dello scrittore Victor Appleton).

La keyword “TASER” è in realtà un marchio registrato (l’azienda produttrice del brand è infatti TASER International che fa capo alla company AXON Enterprise Inc.), utilizzato nel linguaggio comune per indicare l’arma da elettroshock o pistola stordente (electroshock weapon stun gun).

TASER – Cosa dice la norma

La normativa di riferimento per le forze di polizia statali è Il D.L. n. 119/2014 convertito con modificazioni dalla l. n. 146/2014 che, all’art. 8, comma 1-bis, prevede “Con decreto del Ministro dell’interno, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, l’Amministrazione della pubblica sicurezza avvia, con le necessarie cautele per la salute e l’incolumità pubblica e secondo principi di precauzione e previa intesa con il Ministro della salute, la sperimentazione dell’arma comune ad impulsi elettrici per le esigenze dei propri compiti istituzionali (…)”.

Il Decreto Ministeriale che ha autorizzato la sperimentazione per Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, entrato in vigore quattro anni dopo la legge di conversione, è quello emanato dall’allora Ministro Salvini il 4 luglio 2018.

La sperimentazione, che ha riguardato 12 città, è stata compiuta dal 5 settembre 2018 al 7 giugno 2019.

All’esito di tale attività è stato favorevolmente valutato, non senza problemi, l’impiego dei TASER nei servizi di polizia.

L’assegnazione ai vari reparti è stata preceduta da una serie di attività formative prima per gli istruttori e successivamente per gli operatori.

La sperimentazione per le Polizia Locali è stata prevista poco dopo, col D.L. 113/2018 convertito con modificazioni dalla L. n. 132/2018 che, tramite l’art. 19, ha stabilito “(…) i comuni capoluogo di provincia, nonché quelli con popolazione superiore ai centomila abitanti possono dotare di armi comuni ad impulso elettrico, quale dotazione di reparto, in via sperimentale, per il periodo di sei mesi, due unità di personale, munito della qualifica di agente di pubblica sicurezza, individuato fra gli appartenenti ai dipendenti Corpi e Servizi di polizia locale”.

Da una prima lettura della norma emerge come:

  • tali armi debbano costituire dotazione di reparto e non assegnazione individuale;
  • venga previsto un periodo di sperimentazione della durata di 6 mesi;
  • soltanto 2 unità di personale, munite della qualifica di agente di pubblica sicurezza, possano essere assegnatarie di tale arma. Più precisamente i soggetti possono essere in numero superiore ma le armi contemporaneamente “in servizio” sul territorio possono essere massimo 2.

Successivamente, la possibilità di dotarsi dei TASER è stata dapprima estesa, col D.L. n. 44/2023 convertito dalla legge n. 74/2023, che ha sostituito il comma 1-bis dell’art. 19 del D.L. n. 113/2018, anche ai comandi di Polizia Municipale dei comuni non capoluogo di provincia con popolazione compresa tra i 20.000 e i 100.000 abitanti, e da ultimo, col D.L. n. 215/2023 (cd. decreto milleproroghe) convertito con modificazioni dalla legge n. 18/2024, a tutti i comuni, indipendentemente dall’appartenenza a specifiche classi demografiche.

Tutti i comuni possono pertanto avviare la sperimentazione sui TASER con le seguenti precisazioni:

  • per la durata di 6 mesi senza un termine di inizio per i comuni capoluogo di provincia;
  • per la durata di 6 mesi senza un termine di inizio per i comuni non capoluogo di provincia con popolazione compresa fra i 20.000 e i 100.000 abitanti a condizione che gli stessi si dotino, con regolamento comunale o con diverso provvedimento del Sindaco, dell’armeria del corpo o servizio di polizia locale, ovvero, nel caso in cui le armi da custodire, comprese quelle a impulso elettrico, siano in numero non superiore a 15, custodia delle stesse in appositi armadi metallici;
  • per la durata di 6 mesi, e solo se avviata entro il 31 dicembre 2024, per tutti gli atri comuni a condizione che gli stessi si dotino, con regolamento comunale o con diverso provvedimento del Sindaco, dell’armeria del corpo o servizio di polizia locale, ovvero, nel caso in cui le armi da custodire, comprese quelle a impulso elettrico, siano in numero non superiore a 15, custodia delle stesse in appositi armadi metallici.

Funzionamento del Taser

Il TASER è un’arma propria che, con proiezione a corto raggio di dardi che rimangono collegati all’arma per mezzo di fili conduttori, trasmette impulsi elettrici della durata massima di 5 secondi e della potenza di 50 mila volt a basso amperaggio (ergo, con un voltaggio molto elevato e un bassissimo amperaggio), causando contrazioni muscolari involontarie al soggetto attinto, tali da inibire le funzioni motorie e impedirne ulteriori movimenti.

Caratteristiche

L’arma deve possedere le seguenti principali caratteristiche:

  • una agevole riconoscibilità rispetto all’armamento in dotazione (colore molto appariscente);
  • un sistema di memorizzazione integrato, non modificabile, che registra tutte le fasi dell’intervento, compreso l’orario;
  • una durata del ciclo della scarica elettrica non superiore a 5 secondi;
  • una scarica elettrica non reiterabile in modo automatico;
  • un sistema di puntamento idoneo a indirizzare il tiro contro aree del bersaglio facilmente individuabili;
  • una capacità di almeno due coppie di elettrodi;
  • più di un sistema di sicura;
  • la possibilità di interrompere la carica prima dei 5 secondi.

Modalità di impiego

Sia nelle linee guida tecnico-operative riportate nell’allegato A al D.M. 4 luglio 2018, previste per l’utilizzo del TASER da parte delle Forze di Polizia statale, sia nell’Accordo sulle linee generali adottate in materia di formazione del personale e di tutela della salute, approvato dalla Conferenza Unificata Stato, Regioni e Autonomie Locali del 11 maggio 2022, per l’utilizzo del TASER da parte delle Polizia Locali, vengono definiti i presupposti e le cautele di impiego delle armi ad impulsi elettrici.

I due documenti prevedono le seguenti valutazioni comuni:

  • del contesto operativo in relazione anche al rischio di caduta del soggetto colpito dai dardi;
  • delle eventuali manifeste condizioni di vulnerabilità del soggetto da colpire quali stato di gravidanza o di disabilità;
  • della natura dell’ambiente circostante in relazione al rischio di incendi;
  • delle particolari condizioni dell’aggressore (qualora lo stesso si sia cosperso di liquido infiammabile);
  • delle condizioni di salute del soggetto dopo essere stato colpito con obbligo di richiedere sempre l’intervento di personale sanitario.

Viene altresì previsto di colpire preferibilmente la parte posteriore del corpo ad eccezione della testa e del collo, ed evitare di colpire il viso, la zona cardiaca del petto e gli organi genitali.

In relazione poi alle modalità operative, i comuni che intenderanno avviare la sperimentazione sull’impiego delle armi a impulsi elettrici, prima di adottare i regolamenti previsti dall’art. 19 del D.L. 113/2018, dovranno redigere, d’intesa con le aziende sanitarie locali (ASL) competenti per territorio, le linee guida tecnico operative, in conformità a quelle statali; dovranno inoltre elaborare un manuale tecnico operativo per l’addestramento e la sperimentazione operativa, sempre d’intesa con la aziende sanitarie locali, sulla base della tipologia di arma adottata.

Un passaggio essenziale che definisce in modo evidente lo scopo della dotazione di tale arma è quello che prevede come, fra le potenzialità del dispositivo, vi sia proprio quella di scoraggiare comportamenti aggressivi semplicemente indirizzando l’arma e i puntatori laser verso il soggetto; le fasi previste per la procedura di utilizzo si basano proprio su questo principio di deterrenza.

L’accordo Sato-Regioni prevede poi che l’impiego dell’arma dovrà essere escluso nell’esecuzione dei provvedimenti di TSO nonché nei confronti di soggetti sotto l’effetto di stupefacenti, farmaci o alcool.

Criticità nell’impiego del Taser

Le analisi tecnico-operative e ambientali che vengono richieste all’operatore di polizia prima dell’utilizzo del TASER sono troppo puntuali ed estremamente soggettive, nonostante tale soggettività sia stata parzialmente limitata da alcune indicazioni contenute nella documentazione sopra descritta.

Proprio tali valutazioni rischiano di rendere inefficace la dotazione dell’arma a impulsi elettrici il cui impiego deve necessariamente seguire i principi di proporzionalità tra offesa e difesa tipici dell’utilizzo di altre armi.

Attualmente non sono molti i comuni che hanno avviato la sperimentazione (Genova, Venezia, Siracusa, Milano, Pisa, Udine, Sassari e, come enti più piccoli Cantù, Ventimiglia, Jesolo, Vigevano) probabilmente a causa dell’iter previsto per la sperimentazione nonché per una presunta deterrenza che, come per altri dispositivi tattici-difensivi in uso alle polizie locali, è limitata temporalmente alla novità più che all’effettiva efficacia, soprattutto se non accompagnata da provvedimenti normativi adeguati e rivolti, in particolar modo, alla tutela degli operatori.

Di certo le regole di ingaggio previste in Italia non sono paragonabili a quelle previste negli Stati Uniti sia per il TASER sia per le armi da fuoco, ed è pertanto inutile paragonare gli scenari operativi che potrebbero svolgersi in due contesti completamenti diversi.

Nonostante le oggettive difficoltà nella diffusione di tali armi, dovute anche a fatti di cronaca che documentano eventi avversi a seguito del loro uso, va valutato positivamente l’impegno nel trovare strumenti che possano aiutare a prevenire aggressioni nei confronti degli operatori di polizia che, col passare del tempo, sono sempre più frequenti.

Marco Rubegni