Tech AgID, AI nella PA in consultazione fino al 20 marzo Silvestro Mar... 17 March 2025 AI Digitalizzazione Notizie correlate Esg Tech Smart Road Enforcement Legal AI Act e Polizia Predittiva, regolamentazione Enforcement XPRO Telecamere e sicurezza diffusa, dal TAR Lazio al Decreto Piantedosi Tech Legal Pratiche vietate AI, orientamenti della Commissione UE È possibile partecipare fino al 20 marzo alle consultazioni aperte circa le linee guida sull’utilizzo della AI nella PA, una piccola rivoluzione che coinvolge tutti. AI e PA, connubio necessario, per il miglioramento dei servizi Già il Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026 rappresenta un passo importante verso la consapevolezza e l’implementazione delle tecnologie IA all’interno della pubblica amministrazione, non potrebbe essere altrimenti, d’altronde, la AI è la buzzword del momento. Mentre l’iter normativo sull’AI act nazionale sembra essersi arenato, lasciando lo spazio politico ad altre priorità, come immigrazione, sicurezza (e pure lì si va a rilento), geopolitica (il vertice di Parigi e la crisi Ucraina, per esempio), AgID – l’Agenzia per l’Italia Digitale – “tira fuori dal cilindro” le linee guida per l’applicazione della AI nella PA. Alle consultazioni si può accedere, e attivamente partecipare, attraverso apposito forum: uno spazio digitale (ovviamente) dove discutere dei servizi pubblici fino al 20 marzo 2025. Il documento stilato da AgID, 119 pagine, si legge abbastanza agevolmente. Nello scorrere le pagine si passa dall’elencazione delle norme di riferimento, siano esse sovranazionali o nazionali, ed è già un bouquet veramente florido, arricchite da linee guide, anche di carattere etico, pratiche vietate, direttive ACN (sia per infrastrutture e servizi digitali che per il cloud), alle potenzialità offerte dall’AI, ovviamente cominciando dalla definizione stessa, anche sulla base della classificazione del rischio: Con “sistema di IA” si intende “un sistema automatizzato progettato per funzionare con livelli di autonomia variabili e che può presentare adattabilità dopo la diffusione e che, per obiettivi espliciti o impliciti, deduce dall’input che riceve come generare output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali. Si comprenderà come l’intero framework normativo, e tecnico, è complesso perché complesso è l’universo a cui si rivolge, interessando tutto il mondo digital e security. Obiettivi della PA Gli obiettivi, sostanzialmente, cui punta la PA sono ben individuati da pagina 22: adottare un insieme strutturato di processi, politiche, risorse e strumenti per governare, implementare, monitorare e migliorare l’utilizzo dei sistemi di IA durante il loro ciclo di vita; implementare un modello di adozione dell’IA in grado di rispondere prontamente ai cambiamenti del contesto normativo e tecnologico; adottare un modello di miglioramento continuo Plan-Do-Check-Act (PDCA), tipico dei sistemi di gestione (pianificazione delle azione, mettere a terra quanto ideato, verifica di quanto fatto, correggere, eventualmente); i modelli AI devono essere coerenti con il mandato della singola PA, contribuendo al miglioramento del personale, anche tutelando i dati personali. Aspettative? La bozza di linee guide approntate da AgID rappresentano un vero manifesto per una Pubblica Amministrazione che guarda al futuro, che punta a offrire servizi veloci (anche coerentemente agli standard PNRR), incentrati sul miglioramento continuo e sulla trasparenza. Trasparenza che interessa anche la comunicazione verso l’uditorio, dove, forse in modo minimale, si fa anche riferimento ai chatbot (si potrebbero usare in ambito formativo, ricerca e di documenti e sintesi dei contenuti, per esempio). Grazie a tecnologie avanzate come l’elaborazione del linguaggio naturale, il machine learning e l’automazione, l’IA può migliorare l’efficacia, l’accessibilità e l’interattività delle comunicazioni, contribuendo a un servizio pubblico sicuramente più trasparente e inclusivo. Non si tratta, quindi, di un manifesto di meri intenti, si tratta di mettere a terra dei piani coordinati con la realtà: utilizzando l’IA per affrontare le sfide globali e garantire il bene pubblico, investendo nella ricerca per mitigare i rischi legati alla sicurezza e alla società. D’altronde, se è vero che con l’AI Act l’Unione Europea apre una fase importante per la regolazione di una tecnologia in rapida evoluzione, con le linee guide qui in consultazione, si apprende il livello di maturità della PA (almeno in teoria, ndr), arrivando a una adesione tra lo spirito della tutela dei dati personali, alla sicurezza dei dati, passando dalla centralità della DPIA, ma anche della valutazione di impatto sui diritti fondamentali e complessiva sui sistemi. Silvestro Marascio