Liguria, sempre più navi ibride: obiettivo emissioni zero

Liguria, sempre più navi ibride: obiettivo emissioni zero

In Liguria, ma anche nel resto d’Italia, crescono le navi ibride: full-electric ora impossibile, ma l’obiettivo è sempre quello delle emissioni zero

Non esistono ancora delle linee guida per l’impiego di batterie a bordo delle navi. L’UE, tramite l’Emsa, le ha emesse come raccomandazioni, non come obblighi. Ogni Stato fa per sé e, in Italia, come riporta Il Secolo XIX, si è arrivati a un agreement con l’Autorità massima per semplificare le procedure.

Si sta lavorando per ultimare una decreto legge definitivo, anche se in Italia, al momento, non ci sono le condizoioni per utilizzare subito il full-electric. Anche se crescono i motori ibridi.

Ma perché non si possono usare totalmente elettrici? Lo hanno spiegato, al Secolo XIX, Andrea Cogliolo e Maria Garbarini, rispettivamente marine excellence centre director e head of passenger ships excellence centre di Rina di Genova:

I motori full electric si possono usare su tratti di mare brevi, dove il consumo di energia è ridotto e c’è tempo per fare la ricarica. L’alternativa sono le navi ibride, con la presenza contemporanea di batterie e motori a combustione interna. Una nave da crociera ferma in porto – spiegano i tecnici del Rina – richiede 10 MWh di energia soltanto per alimentare l’attività dell’hotellerie. Siccome questo tipo di nave sta in porto diverse ore, la batteria non è un sistema idoneo di alimentazione neanche in questo caso. Per una sosta di 8 ore servirebbe una batteria da 80 MWh, che avrebbe dimensioni tali da riempire tutta la nave.

Liguria, navi a emissioni zero?

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Ci sono problemi, quindi, di ricarica e anche di ingombro delle batterie. Oltre all’infrastruttura di distribuzione a terra. Tuttavia, ormai tutte le navi hanno batterie a bordo.

Paradosso? No. E’ il successo dell’alimentazione ibrida, che permette di risparmiare carburante ed energia. Si legge sul Secolo XIX:

La soluzione trovata è quella di far lavorare il motore termico a un livello fisso continuo, il punto di miglior rendimento, in modo che non debba affrontare accelerazioni e decelerazioni che richiedono maggiore consumo e causano più emissioni, producendo fra l’altro il caratteristico sbuffo di fumo nero poco apprezzato nelle città portuali. In accelerazione, il picco è alimentato dalla batteria e non  dal motore termico. Per contro, in fase di decelerazione, la batteria viene ricaricata con l’energia in eccesso prodotta dal motore, che continua a girare al livello di miglior rendimento.

In questo modo i motori possono essere più piccoli. I rimorchiatori sono tutti ibridi e lo studio sta andando avanti. L’obiettivo di Rina è sempre quello: emissioni zero. Prima l’ibrido, m con un occhio anche al ful elettric o, comunque, alla volontà di progeguire nella transizione ecologica anche per il trasporto navale.