ANCI vuole vederci chiaro sui velox, ma il T-Red mette d'accordo tutti

ANCI vuole vederci chiaro sui velox, ma il T-Red mette d’accordo tutti

ANCI istituisce un gruppo di lavoro per fronteggiare i problemi dei velox: omologazione o no? Intanto i T-red continuano a fare il loro lavoro.

ANCI vuole vederci chiaro, intanto i Comuni usano il T-Red

L’affaire autovelox continua a tenere banco.

Tra sentenze, direttive ministeriali contrastanti, cambi d’idea repentine e interviste ai politici sul tema, che non diramano dubbi, anzi li addensano, anche ANCI vuole vederci chiaro.

La deadline è fissata al 28 Aprile: entro quella data i comuni debbono compilare il form di ricognizione sui velox in dotazione e utilizzo.

Il censimento è al primo marzo 2025.

Il tavolo di lavoro sulla matassa da sbrogliare, istituto presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, vede anche rappresentati ANCI, e quest’ultima è stata sollecitata nel coadiuvare il MIT con l’obiettivo di definire le procedure per l’omologazione del prototipo, la tarature e le verifiche di funzionalità dei dispositivi di controllo della velocità.

In questo contesto, comprendere cosa viene utilizzato, e quanti sono i dispositivi in dotazione, aiuta a comprendere la portata del “fenomeno” da analizzare.

E i modelli sono veramente tanti, si spazia dal Celeritas MSE 2021 al Tutor 3.0, ancora, dal TCS-Traffic Control System al Velocar Red&Speed Evo M. e molti altri ancora.

Alcune statistiche riportano che l’Italia è terza al mondo per numero di autovelox installati, secondo SCDB.info (Speed Camera DataBase) sono ben 11.303, solo in Russia e in Brasile ce ne sono di più, rispettivamente 18.425 e 18.091

Insomma, una bella gatta da pelare, e i numeri (evidentemente) non sono così certi.

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Si ricorderà come la Corte di Cassazione abbia ricordato che approvazione e omologazione non sono sinonimi, intervenendo nel contesto di un ricorso amministrativo a sanzione al cds.

E il timore di facili ricorsi abbia contributo al casotto amministrativo conseguente, con tanto di tentativo di equiparare i termini e le prassi usate, tra di loro, per decreto, senza considerare i parametri tipici della metrologia.

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Possibili soluzioni alternative?

Considerando che contro gli autovelox si passa da campagne mediatiche maldestre, ad atti di vandalismo (mood fleximan) giungendo agli interventi del garante privacy, le soluzioni tecniche già rodote potrebbero rappresentare soluzioni di transito utili.

Questo perché bisognerà arrivare a una quadra, prima o poi, senza far apparire i provvedimenti da adottarsi come degli odiosi colpi di coda contro l’utenza della strada.

Il T-red, per esempio, almeno in questo frangente di incertezza, oppure il photo-red, ma provvedendo alle incombenze privacy, con comunicazioni di secondo livello rese disponibili, sono soluzioni ragguardevoli, per esempio, ma ovviamente anche in funzione del contesto stradale.

Il T-red è una telecamera “a doppia vista” in grado di multare automaticamente i veicoli che passano quando il semaforo è rosso, grazie anche alle modifiche intervenute al codice della strada.

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T-RED,come funziona?

In sostanza si è davanti a un sistema di videoregistrazione provvisto di due telecamere, ad alta definizione.

Una camera, a colori, deve riprendere la lanterna semaforica, quando proietta la luce rossa, l’altra deve inquadrare la vettura che sta commettendo l’infrazione, garantendo la buona lettura della targa (infra-red).

La Cassazione (come nella Cass. II, n. 10458 del 15.04.2019) è intervenuta sulla mancata associazione di taratura al particolare dispositivo e sulla durata del rosso al semaforo, anche perché il T-red scatta 60 immagini al secondo, giustappunto per fissare adeguatamente il momento dell’infrazione, la ripresa deve garantire anche la visuale sull’incrocio.

Silvestro Marascio