CityNext al Salone del Libro di Torino. Smart City? Le città non contano

CityNext al Salone del Libro di Torino. Smart City? Le città non contano

Al Salone Internazionale del Libro, presso il Lingotto di Torino, abbiamo incontrato Marco Giordano, autore del libro “Smart City? Le città non contano” edito da Aletti Editore.

Laura Biarella: Marco, oggi è sabato, possiamo guardarci negli occhi e dirci reciprocamente che ci troviamo nell’atmosfera, tra l’onirico e l’impalpabile, della più prestigiosa mostra del libro italiana, ma io inizio l’intervista mettendo l’accento sul titolo, che appare piuttosto provocatorio: “Smart City? Le città non contano”. Cosa intende con questa affermazione?

Marco Giordano: È un titolo volutamente provocatorio. Le città potrebbero essere la soluzione a portata di mano di alcuni tra i maggiori problemi strutturali del nostro sistema-paese, eppure l’attenzione per la pianificazione urbana è ancora troppo bassa in Italia. Parliamo di Smart City come se fosse un concetto futuristico, quasi mitologico. In realtà si tratta prima di tutto di un “metodo”: quello di amministrare sapientemente i nostri territori attraverso la raccolta dati e la loro analisi meticolosa. Un metodo in cui siamo ancora carenti.

Laura Biarella: A proposito di dati, lei insiste molto sull’importanza di questi strumenti. Perché, secondo lei, rappresentano il ruolo dei “grandi assenti” nella politica?

Marco Giordano: I dati sono la fotografia più reale di tutta la nostra quotidianità: delle nostre attività in quanto cittadini e delle scelte fatte a livello politico. La “Trasparenza” è uno strumento potente che restituirebbe potere partecipativo ai cittadini, costringendo chi amministra i territori ad una continua e attenta valutazione del proprio operato. Ma sarebbe anche l’occasione di riavvicinare istituzioni e cittadini: un vero peccato perderla.

Laura Biarella: La sua opera racconta molte storie di territori, italiani e stranieri. Come ha selezionato i case study da analizzare?

Marco Giordano: Ho voluto evitare i soliti esempi da copertina, quali Barcellona o New York. Sono realtà lontane per cultura, dimensione e struttura. Ho preferito città come Chemnitz o Nizza, che per certi versi somigliano a molte realtà italiane. Inoltre, ho inteso pure dare voce a territori dimenticati, come le aree interne o le Città Metropolitane italiane, sovente fuori dal radar nazionale.

Laura Biarella: Il libro ha uno stile accessibile, nonostante tratti temi complessi. È stata una scelta intenzionale?

Marco Giordano: Assolutamente sì. Quando scrivo penso sempre a chi mi rivolgo, e questo libro vuole arrivare davvero a tutti, non solo agli addetti ai lavori. Il mio intento è quello di far porre soprattutto delle domande al lettore, portandolo a conoscenza di scenari possibili e sperando di promuovere la partecipazione e l’interesse per l’approfondimento. D’altronde riguarda le nostre vite.

Laura Biarella: La prefazione è firmata da Michele Buono di Report. Come è nata questa collaborazione?

Marco Giordano: Nel 2019 ho visto un’inchiesta di Report, a firma del collega Michele Buono, sulle città intelligenti. Forte dei miei studi universitari e avendo a cuore l’argomento, ho iniziato a lavorare al libro nel 2021. Ho contattato la redazione di Report per metterli al corrente del mio lavoro e Michele ne è rimasto entusiasta. La sua prefazione è stata un grande onore, ma soprattutto un riconoscimento importante al giornalismo d’inchiesta che non si limita alla denuncia, bensì cerca di capire e spiegare.

Laura Biarella: Noi in CityNext cerchiamo di raccontare, nelle nostre uscite quotidiane, grazie alle plurime voci rappresentate dai nostri giornalisti e autori, l’evoluzione dei contesti urbani nella direzione della “smartizzazione”, raccogliendo esperienze spesso dissimili, essendo differenti i contesti territoriali, i player, gli stakeholder, le visioni. Qual è, secondo lei, il primo passo che politica e istituzioni dovrebbero fare per rendere le nostre città davvero “smart”, e che dovrebbe rappresentare una sorta di minimo comune multiplo?

Marco Giordano: Gli strumenti esistono già: abbiamo prestigiosi istituti di ricerca, università, piattaforme di raccolta statistica. Servono Trasparenza, Monitoraggio e, di conseguenza, Cooperazione tra istituzioni e cittadinanza. Può sembrare banale, ma in fondo sono questi i pilastri del Metodo Smart City, tutti proiettati in una direzione, cioè “fare Rete”. Non servono auto volanti, neanche investimenti miliardari; con poco si può iniziare a fare tanto, serve solo la volontà di farlo.

Laura Biarella: Marco, grazie per il suo tempo e per le sue riflessioni, e complimenti per la visione che ci ha regalato.

Marco Giordano: Grazie per aver ospitato questa intervista su CityNext, che stimo. Credo servirebbero molte più realtà editoriali come la vostra, che trattino le tematiche della Smart City. Mi auguro che il libro possa aprire una breccia, attirando l’attenzione su certe questioni, che per alcuni potrebbero sembrare lontane dalla propria vita quotidiana. In realtà non lo sono affatto e ci riguardano tutti.

Laura Biarella

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