Auto senza conducente, opportunità (e paure) nella smart city

Auto senza conducente, opportunità (e paure) nella smart city

Le auto senza conducente rappresentano una delle sfide più affascinanti e controverse per le città intelligenti. Nonostante i progressi tecnologici e normativi, come l’imminente apertura alla guida autonoma sulle autostrade europee da settembre 2025, la fiducia dei cittadini resta l’ostacolo principale all’adozione di massa di questi veicoli.

«La paura pubblica nei confronti delle auto senza conducente rispecchia la sfiducia nelle invenzioni del passato, dall’elettricità agli aerei»
(Dott. Lonny D. Meinecke, Psychology Today, 30 giugno 2025)

La psicologia della sfiducia, tra passato e presente

La diffidenza verso le auto autonome ricalca quella che, in passato, ha accompagnato l’introduzione di tecnologie oggi considerate banali: ascensori, aerei, persino forni a microonde.

Oggi il 75% degli americani teme di salire su un’auto a guida autonoma, nonostante le statistiche dimostrino che l’errore umano è responsabile della stragrande maggioranza degli incidenti stradali.

Un recente test sul pilota automatico di Tesla ha evidenziato che l’IA causa un incidente ogni 11,1 milioni di chilometri, contro uno ogni 2,1 milioni per i conducenti umani (Bonfire Leadership Solutions, 2025 citato in Psychology Today).

Nonostante ciò, le persone si fidano più di un principiante al volante che di un veicolo intelligente, anche se i dati dimostrano il contrario (Di Lillo et al., 2023; Moye, 2025, citati nell’articolo originale).

Abbiamo paura dell’auto autonoma?

A dir dello psicologo Erik Erikson, la fiducia è una delle prime sfide evolutive dell’essere umano.

Da adulti, proiettiamo le nostre paure infantili verso l’“altro” sulle nuove tecnologie, che percepiamo come entità sconosciute e potenzialmente minacciose (Meinecke, 2018; Freud, 1917, citati nell’articolo).

In sostanza, diffidiamo delle macchine perché riflettono le nostre stesse insicurezze e la paura di perdere il controllo.

Tale dinamica si traduce in una vera e propria “fobia sociale” verso le auto autonome, alimentata dalla mancanza di esperienza diretta.

Solamente sperimentando in prima persona la sicurezza e l’affidabilità dei veicoli senza conducente, come dimostrano i test condotti da Intel, il livello di fiducia tende ad aumentare.

L’esperienza diretta muta la percezione

Uno studio Intel ha invitato automobilisti scettici a provare un’auto autonoma: tutti i partecipanti hanno dichiarato di sentirsi più sicuri a seguito del test.

Le paure più diffuse riguardavano l’assenza del giudizio umano e la gestione di situazioni impreviste, ma l’esperienza pratica ha mostrato che le auto autonome sono in grado di reagire in modo affidabile e sicuro.

«I veicoli autonomi promettono di ridurre gli incidenti fino al 90%. Dal 2035 al 2045 potranno essere salvate oltre 585mila vite umane grazie ai veicoli che si guidano da soli»
(Intel, citato dal Corriere della Sera)

Verso la smart city, opportunità e sfide

Nelle smart city, i veicoli autonomi, quindi dai robotaxi alle navette senza conducente, promettono di rivoluzionare la mobilità urbana, offrendo maggiore sicurezza, efficienza e inclusività.

I nuovi modelli, come il robotaxi di Zoox, sono dotati di sensori avanzati che permettono una visione a 360° fino a 150 metri, riducendo drasticamente il rischio di incidenti causati da distrazione o errore umano.

Tuttavia, la transizione verso la guida autonoma richiede un cambiamento culturale.

Come dimostrano le ricerche succitate, la fiducia si costruisce con l’esperienza, la trasparenza e la possibilità di verificare come la tecnologia prende decisioni e garantisce la sicurezza.

Tech & Psycho

Le auto senza conducente non sono solo una questione di tecnologia, ma di psicologia collettiva.

Le nostre paure e diffidenze riflettono il bisogno umano di controllo e sicurezza.

Superarle sarà fondamentale per cogliere i benefici della mobilità autonoma nelle smart cities del futuro.