Esg Smart Road Human City, l’urbanistica a misura d’uomo Laura Biarella 01 July 2025 Il dibattito sulle smart city si è arricchito di una nuova prospettiva: quella della Human City, ovvero la città progettata e governata ponendo al centro le persone, i loro bisogni e la qualità della vita. Questo paradigma urbanistico bypassa la mera integrazione della tecnologia per l’efficienza dei servizi, proponendo una visione in cui innovazione, sostenibilità e benessere sociale si fondono. E ciò nella finalità di restituire alle città la loro funzione primaria: essere spazi di vita, relazione e crescita per la comunità. Dalla city “smart” alla “human-centric” Tradizionalmente la smart city si è concentrata sull’adozione di tecnologie digitali per ottimizzare servizi pubblici, mobilità, gestione delle risorse e urban security. Tuttavia, questa impostazione rischia di privilegiare la performance dei sistemi. E ciò a scapito della dimensione umana, relegando i cittadini a meri fruitori passivi. La Human City ribalta questa prospettiva, poiché la tecnologia diventa uno strumento al servizio delle persone, e non il fine ultimo della trasformazione urbana. L’obiettivo è creare ambienti inclusivi, accessibili, sostenibili e partecipativi, in cui ogni abitante possa sentirsi parte attiva della vita cittadina. Human smart city è, quindi, e anzitutto, un approccio culturale. La città dei 15 minuti tra prossimità e qualità della vita Tra i pattern più rappresentativi della Human City emerge quello della città dei 15 minuti, teorizzato dall’urbanista Carlos Moreno. La sperimentazione è avvenuta in diverse metropoli europee, tra cui Parigi e Barcellona. In questa configurazione tutte le principali funzioni urbane risultano raggiungibili a piedi o in bicicletta in un quarto d’ora dalla propria abitazione. Funzioni urbane quali abitare, lavorare, apprendere, curarsi, fare acquisti e svagarsi. Tale approccio promuove: prossimità dei servizi, facilitando la vita quotidiana e riducendo la dipendenza dall’auto privata; policentrismo urbano, superando la rigida divisione in zone monofunzionali e favorendo quartieri vitali e autonomi; sostenibilità ambientale, in virtù della riduzione degli spostamenti e delle emissioni; coesione sociale, rafforzando il senso di comunità e la partecipazione dei cittadini alla vita del quartiere. Urbanistica partecipata e innovazione sociale La Human City si fonda su processi decisionali bottom-up, quindi dal basso verso l’alto. I cittadini sono per l’effetto coinvolti attivamente nella progettazione degli spazi e nella definizione delle politiche urbane. Strumenti come gli Urban Living Lab e le piattaforme digitali di partecipazione permettono di sperimentare soluzioni innovative, adattate alle specificità locali e ai bisogni reali delle persone. La co-progettazione di spazi pubblici, la valorizzazione delle iniziative di quartiere e la promozione di pratiche di economia circolare sono elementi chiave per costruire città resilienti e inclusive. Sostenibilità, inclusione e capitale umano La Human City promuove un modello di sviluppo urbano che mira a ridurre l’impatto ambientale, migliorare la qualità degli spazi pubblici e garantire l’accesso equo a infrastrutture e servizi per tutti. E ciò indipendentemente da ragioni anagrafiche, condizioni socioeconomiche o disabilità. L’esperienza di Malmö, in Svezia, appare emblematica. La città ha trasformato interi quartieri in aree a zero emissioni, investendo sull’architettura sostenibile e sul coinvolgimento attivo dei residenti, che vivono in armonia con la natura e partecipano alla gestione del territorio. Rinnovare la governance urbana La transizione verso la Human City richiede un cambio di paradigma nella governance urbana: le amministrazioni devono adottare un approccio integrato, capace di coniugare innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e centralità del capitale umano. Le città di piccole e medie dimensioni, in virtù della maggiore prossimità e della facilità di coinvolgimento dei cittadini, si prestano in modo particolare a sperimentare questo modello. La Human City rappresenta, quindi, la naturale evoluzione, l’upgrade delle smart city: un modello urbanistico in cui tecnologia, sostenibilità e partecipazione si fondono per restituire centralità all’essere umano e costruire città più vivibili, resilienti e inclusive. La sfida richiede visione, creatività e coraggio. Tuttavia potrebbe trasformare in modo profondo e sensibile le modalità in cui viviamo, lavoriamo e ci relazioniamo negli spazi urbani.