Whistleblowing, trasparenza al servizio delle città

Whistleblowing, trasparenza al servizio delle città

Il whistleblowing è essenziale per la trasparenza delle Smart City, come evidenziato dal progetto europeo “Open the Whistle” (OPWHI).

La normativa italiana e l’ANAC sono cruciali per proteggere i segnalanti e promuovere una cultura di integrità e collaborazione.

Il documento è stato pubblicato dal progetto “Open the Whistle: Protecting whistleblowers through transparency, cooperation and Open Government strategies” (OPWHI), co-finanziato dall’Unione Europea, frutto della collaborazione di autorità, accademici e organizzazioni della società civile di Italia, Bulgaria e Spagna.

Whistleblowing come tool

Un numero crescente di città in tutta Europa sta adottando il modello di “Smart City”, visione urbana in cui tecnologia, innovazione e governance efficiente si fondono per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Ma per una città davvero “intelligente” non bastano sensori e dati: servono anche trasparenza, integrità e partecipazione civica.

In questo contesto, il whistleblowing emerge come uno strumento fondamentale, capace di rafforzare le istituzioni e aumentare la fiducia dei cittadini.

Progetto co-finanziato dall’Unione Europea

“Open the Whistle: Protecting whistleblowers through transparency, cooperation and Open Government strategies” (OPWHI) si pone l’obiettivo di creare un ambiente che supporti le segnalazioni protette di illeciti, promuovendo una cultura in cui i whistleblower possano parlare in sicurezza.

Il toolkit prodotto dal progetto, frutto del lavoro di autorità, accademici e organizzazioni della società civile provenienti da Italia, Bulgaria e Spagna, offre conoscenze teoriche e pratiche per un modello di protezione solido per i segnalanti.

Open Government come pillar della Smart City

Il progetto OPWHI si basa sui principi dell’Open Government (Governo Aperto): trasparenza, responsabilità (accountability), partecipazione e inclusione.

Questi stessi principi sono essenziali per il successo di una Smart City, che per sua natura richiede la collaborazione tra istituzioni e cittadini.

Il toolkit suggerisce che le azioni intraprese dalla società civile e dalle istituzioni per favorire il whistleblowing possano essere integrate nei Piani d’Azione Nazionali per l’Open Government.

Ruolo dell’Italia nello scenario europeo

Il panorama normativo italiano sul whistleblowing è evoluto significativamente.

Le prime misure risalgono al 2012, limitate al settore pubblico.

In seguito la Legge n. 179/2017 ha rafforzato il quadro normativo, estendendo le protezioni al settore privato e imponendo alle aziende con determinati criteri di implementare canali di segnalazione interni.

In linea con la Direttiva europea 2019/1937/UE, il Decreto Legislativo n. 24/2023 impone a enti pubblici e privati con più di 50 dipendenti di istituire canali di segnalazione interni che garantiscano la riservatezza.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) gioca un ruolo cruciale come canale esterno per le segnalazioni e ha anche il potere di infliggere sanzioni in ipotesi di ritorsioni o mancata gestione delle segnalazioni.

La legge riconosce le organizzazioni del terzo settore che supportano i whistleblower prima e dopo la segnalazione.

Challenge culturale e protezione del segnalante

Il documento evidenzia come, malgrado le leggi, le norme sociali e aziendali possano ancora scoraggiare le segnalazioni.

Il whistleblower è sovente percepito come una spia o un traditore, anziché come una risorsa per l’integrità pubblica.

Per questo, il toolkit si concentra su due prospettive complementari: un approccio “incentrato sul sistema” (whistleblowing-centered) e uno “orientato al segnalante” (whistleblower-oriented).

Per costruire una cultura positiva, è fondamentale che le informazioni sui sistemi di segnalazione siano chiare, complete e facilmente accessibili.

Ciò include dettagli su chi può segnalare, come farlo, quali sono le misure di protezione e i diritti della persona accusata.

I dati di una consultazione pubblica del 2017 mostrano che solo il 15% dei cittadini era a conoscenza delle norme di protezione esistenti.

In Italia, gli enti pubblici e privati sono tenuti a fornire informazioni chiare sui canali di segnalazione interni ed esterni, rendendole visibili sul luogo di lavoro e, se disponibile, sul website in una sezione dedicata.

L’ANAC, in qualità di autorità competente, deve pubblicare dettagli sulle misure di protezione, i contatti e le regole di riservatezza.

La creazione di una Smart City passa anche da qui: dall’istituzionalizzazione di pratiche come il whistleblowing.

La digitalizzazione dei canali di segnalazione offre nuove opportunità, ma richiede al contempo attenzione alla sicurezza dei dati e alla protezione della privacy.

Solo bilanciando innovazione, trasparenza e una forte tutela del segnalante, si può costruire una città realmente “intelligente”, in cui i cittadini si sentano sicuri e supportati nel contribuire al bene comune.