San Francisco, Tesla lancia il robot taxi con conducente di sicurezza

San Francisco, Tesla lancia il robot taxi con conducente di sicurezza

Dopo la condanna della giuria federale di Miami, per l’incidente mortale del 2019, Tesla persiste sulla guida autonoma ma rimette il conducente al posto di guida.

Robot taxi a San Francisco

Tesla ha esteso il servizio ride – hiling da Austin a San Francisco, con la copertura di una vasta zona della Bay Area, compresa da Marin a San José.

A differenza di quanto avviene nel distretto di Austin, dove a bordo di ogni veicolo viaggia un conducente seduto  affianco al posto di guida, a San Francisco il driver di sicurezza sarà allocato direttamente al posto di guida, come nei mezzi tradizionali. Questa soluzione garantisce margini dell’intervento umano, in caso di necessità, in tempi più rapidi, con l’immediata possibilità di intervenire e prendere il controllo del veicolo, con accesso diretto al volante e ai freni.

Robot Taxi? si, ma con conducente

Il servizio di robot taxi di San Francisco è attualmente riservato solo ad alcuni passeggeri e disponibile tramite inviti. Solo in un secondo momento, successivamente alla fase pilota e all’evoluzione della normativa, sarà possibile il noleggio a pagamento da parte di tutti gli utenti. 

Ad oggi Tesla non detiene infatti i permessi per gestire auto completamente autonome nel dipartimento urbano, ma possiede una licenza per il trasporto di persone (TCP – Transportation Charter Permit), con il vincolo della presenza di un conducente a bordo e con limitazioni stringenti in termini assicurativi del passeggero. I conducenti utilizzano il software Full-Self Drivin per monitorare l’andamento del veicolo e assicurare condizioni di sicurezza nel corso del viaggio, prendendo il controllo del mezzo in qualsiasi momento. 

La scelta di “rimettere” il conducente al posto di guida, cade in un momento di particolare attenzione sui punti spinosi dell’applicabilità della guida autonoma, legati prima di tutto alla sicurezza stradale e, in seconda battuta, alla responsabilità in caso di incidenti.

La condanna di Miami

Una giuria federale di Miami ha condannato Tesla al risarcimento di 243 milioni di dollari per un incidente mortale avvenuto nel 2019, che ha coinvolto un veicolo Model S, dotato del sistema di assistenza Autopilot.

Il sinistro fatale è stato causato dal mancato rallentamento a un semaforo rosso di una Tesla Model S, che ha attraversato un incrocio a 100 km/h, urtando contro un SUV parcheggiato con due persone a bordo, con il decesso di una di queste. La giuria ha attribuito il 33% della responsabilità dell’incidente alla casa automobilistica e l’accusa ha sostenuto la non adeguatezza del veicolo a guida autonoma ai bacini urbani, avendo Tesla progettato l’Autopilot per percorsi autostradali, a scorrimento controllato.

La sentenza è di portata storica per il settore automotive, aprendo alla possibilità di nuove cause legali. Nel frattempo, a seguito della condanna le azioni Tesla hanno subito un calo dell’1,8%, accentuando il trend negativo registrato in borsa nel 2025, con un -25%.

Musk non si ferma

Seppur con accorgimenti in termini di sicurezza, come il ricollocamento del conducente al posto di guida, con il progetto di San Francisco Elon Musk conferma la propria fiducia nel futuro della guida autonoma, e ha avviato la richiesta di permessi per i robot taxi in altri Stati, come la Florida e l’Arizona.

Roberta Mordini