Intelligenza Artificiale nella PA, oggi il voto decisivo

Intelligenza Artificiale nella PA, oggi il voto decisivo

Il disegno di legge sull’intelligenza artificiale, che sarà votato oggi in terza lettura al Senato, rappresenta un passaggio storico per la digitalizzazione del Paese.

Il provvedimento introduce norme per l’utilizzo dell’IA nella pubblica amministrazione, puntando su trasparenza, tracciabilità e centralità dell’individuo.

Focus sull’articolo 14, che detta i principi per un’adozione etica e responsabile degli algoritmi nei processi pubblici.

Mercato in crescita, sfida per la governance

Nel 2024 il mercato italiano dell’intelligenza artificiale ha raggiunto 1,2 miliardi di euro, con una crescita del 58% rispetto all’anno precedente.

Tuttavia, la pubblica amministrazione contribuisce ancora solo al 6% del mercato, segno di una trasformazione in corso ma non ancora compiuta.

Il disegno di legge, già approvato con modifiche da Senato e Camera e oggi in terza lettura, mira a colmare questo gap, offrendo un quadro normativo nazionale che si integra con l’AI Act europeo. 

Hub della legge sull’AI, l’articolo 14

L’articolo 14 del disegno di legge è dedicato all’uso dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione.

Ecco i punti chiave:

  • Efficienza e qualità: l’IA dovrà essere impiegata per aumentare l’efficienza, ridurre i tempi dei procedimenti e migliorare la qualità e quantità dei servizi ai cittadini.
  • Conoscibilità e tracciabilità: ogni impiego di IA dovrà essere trasparente e tracciabile, garantendo agli interessati la possibilità di comprendere il funzionamento degli algoritmi.
  • Supporto, non sostituzione: l’IA sarà uno strumento di supporto alle decisioni, ma la responsabilità finale resterà sempre in capo alla persona fisica responsabile del procedimento.
  • Formazione e responsabilità: le amministrazioni dovranno adottare misure tecniche, organizzative e formative per garantire un uso responsabile dell’IA e sviluppare le competenze degli operatori pubblici.

Trasparenza e controllo umano

Il dossier parlamentare richiama due sentenze del Consiglio di Stato del 2019, che hanno fissato i principi di conoscibilità degli algoritmi e di imputabilità della decisione all’organo umano.

L’algoritmo, infatti, viene considerato un vero e proprio “atto amministrativo informatico”, soggetto a pieno sindacato da parte del giudice e alla verifica della sua logicità e trasparenza.

Il cittadino deve poter conoscere le regole e i dati che guidano le decisioni automatizzate, e la decisione non può mai essere esclusivamente algoritmica: il controllo umano resta imprescindibile.

Verso una PA più smart

L’adozione dell’IA nella pubblica amministrazione, secondo il disegno di legge in disamina, non è solo una questione di efficienza, bensì pure di diritti: si punta a evitare discriminazioni algoritmiche, a garantire la non esclusività delle decisioni automatizzate e a tutelare la trasparenza e la difesa dei cittadini.

L’articolo 14 rappresenta, quindi, un punto di equilibrio tra innovazione e tutela delle garanzie democratiche.

Next step, votazione e attuazione

Con la votazione odierna in terza lettura, il disegno di legge si avvia verso l’approvazione definitiva.

Seguiranno decreti attuativi e linee guida operative, ma la direzione è tracciata: la pubblica amministrazione italiana si prepara a diventare più digitale, ma anche più trasparente, responsabile e “human in the loop”.

In definitiva, l’articolo 14 del disegno di legge sull’intelligenza artificiale segna una svolta per la PA italiana: l’algoritmo diventa alleato, ma non sostituto, del decisore umano.

La sfida ora è passare dalla norma all’attuazione, per una smart city davvero al servizio dei cittadini.

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