Tech HumanX Intelligenza Artificiale a misura d'uomo per la legge italiana Laura Biarella 24 September 2025 AI L’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) nelle nostre città e nella vita di tutti i giorni pone nuove challenge etiche e normative, dal rispetto della privacy alla garanzia dei diritti fondamentali. In un’era di profonda trasformazione digitale l’Italia si è mossa per disciplinare l’utilizzo dell’IA con una normativa che si affianca all’AI Act europeo, basandosi su una visione antropocentrica. L’obiettivo principale del provvedimento è sostenere e promuovere lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale che, pur cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, garantiscano un equilibrio coi rischi legati a un uso improprio. Al centro di questa visione c’è l’uomo, il cui ruolo e autonomia non devono essere compromessi. Human control La legge stabilisce che l’utilizzo dell’IA deve conformarsi a una serie di principi essenziali, tra cui trasparenza, responsabilità, equità e rispetto dei diritti fondamentali. In particolare, l’articolo 3 sottolinea la necessità di rispettare l’autonomia e il potere decisionale umani, garantendo che i sistemi di IA siano sempre soggetti a sorveglianza e controllo da parte dell’uomo. L’IA deve essere un tool di supporto, non un sostituto del giudizio e della responsabilità umana. Il testo promuove un approccio corretto, trasparente e responsabile all’utilizzo di questa strumentazione tecnologica, con l’intento di sfruttarne appieno i benefici, vigilando al contempo sui rischi economici e sociali e sull’impatto sui diritti fondamentali. AI al servizio dei cittadini La visione antropocentrica si manifesta concretamente in diversi settori cruciali per le smart city: Sanità, l’utilizzo dell’IA in ambito sanitario viene visto quale mezzo per migliorare il sistema, contribuendo alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie. Ma il sistema normativo garantisce che la decisione finale spetti sempre e comunque al professionista medico, coi sistemi di IA che agiscono unicamente come supporto. È inoltre proibito condizionare l’accesso alle prestazioni sanitarie a criteri discriminatori basati sull’AI. Lavoro, in questo settore l’IA deve essere impiegata per migliorare le condizioni lavorative, salvaguardare l’integrità psico-fisica dei dipendenti e incrementare la produttività. L’approccio è chiaramente antropocentrico e si orienta a proteggere la dignità umana e i diritti inviolabili dei lavoratori, evitando ogni forma di discriminazione. Pubblica Amministrazione, l’IA è promossa per incrementare l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici. L’uso di tali sistemi è concepito strumentale e di supporto alle attività amministrative, e la persona responsabile dell’atto rimane l’unica responsabile dei provvedimenti e dei procedimenti. Ai cittadini deve essere garantita la conoscibilità del funzionamento e della tracciabilità dell’utilizzo dei sistemi di IA. In questo processo decisionale il contributo umano è essenziale per controllare e validare i risultati automatici, un modello noto come “Human in the Loop” (HITL). AI al servizio della persona La nuova normativa italiana sull’intelligenza artificiale si propone di guidare l’innovazione tecnologica non in un’ottica puramente utilitaristica, bensì ponendo l’individuo al centro. L’approccio garantisce che le soluzioni di intelligenza artificiale, cruciali per lo sviluppo di smart city più efficienti e inclusive, siano sempre al servizio della persona, preservandone i diritti e la dignità. Guarda il reel: