Tech AI Act Italiano, svolta "etica" delle smart city? Laura Biarella 05 October 2025 AI L’intelligenza artificiale è il motore che sta plasmando le smart city, rendendo i servizi urbani più efficienti, personalizzati e sostenibili. La relativa adozione su larga scala, dalla gestione del traffico alla sicurezza pubblica, passando per la sanità territoriale, richiede una cornice normativa chiara. La legge italiana in materia di intelligenza artificiale, n. 132/2025, si inserisce proprio in questo cruciale spazio, definendo i principi che guideranno la trasformazione digitale dei nostri centri urbani, ponendo l’accento su governance etica e sovranità tecnologica. LEGGI ANCHE Legge n. 132/2025, Italia primo paese europeo con normativa sulla AI Sicurezza, etica, fiducia nel contesto antropocentrico Highlight della nuova legislazione è l’impegno a promuovere un utilizzo dell’AI “corretto, trasparente e responsabile, in una dimensione antropocentrica”, garantendo la vigilanza sui rischi sociali e sull’impatto sui diritti fondamentali. Questo approccio appare vitale per le smart city, dove i sistemi di IA (ad esempio, gli algoritmi per la videosorveglianza intelligente o la gestione dei flussi) sono in grado di influenzare direttamente la vita dei cittadini. La legge stabilisce principi inderogabili per lo sviluppo e l’utilizzo di sistemi AI per finalità generali, che si applicano in ogni settore pubblico urbano: trasparenza e spiegabilità: essenziale affinché i cittadini e gli operatori comunali possano comprendere e fidarsi delle decisioni algoritmiche (ad esempio, un sistema di assegnazione di risorse o di ottimizzazione dei trasporti), protezione dei dati personali e riservatezza: l’utilizzo dell’AI deve garantire il trattamento lecito, corretto e trasparente dei dati personali raccolti in ambito urbano, in conformità con la normativa europea, non discriminazione e parità dei sessi: i sistemi devono essere sviluppati per prevenire pregiudizi algoritmici che potrebbero portare a una discriminazione nell’erogazione dei servizi pubblici. Il focus sulla cybersicurezza, definita come “precondizione essenziale” lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi AI, è un punto fermo. Nelle smart city, dove l’interconnessione è massima (IoT, sensori, reti elettriche intelligenti), la resilienza contro gli attacchi cyber diventa cruciale per la continuità dei servizi pubblici. LEGGI ANCHE Legge sull’AI, introdotto un nuovo reato Autonomia territoriale e sovranità del dato locale Il testo interviene direttamente sul rapporto tra AI e amministrazione locale. L’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale non deve “pregiudicare… l’esercizio delle competenze e funzioni delle istituzioni territoriali sulla base dei principi di autonomia e sussidiarietà”. Questo passaggio tutela il potere decisionale e l’autonomia dei Comuni nell’adozione delle soluzioni tecnologiche, pur dovendo rispettare il quadro normativo nazionale. Un impatto strutturale di enorme rilevanza per le amministrazioni pubbliche (e quindi per le smart city) riguarda la sovranità del dato. La legge prevede che, per i sistemi AI destinati all’utilizzo in ambito pubblico (fatta eccezione per usi militari), i server debbano essere “ubicati nel territorio nazionale, al fine di garantire la sovranità e la sicurezza dei dati sensibili dei cittadini”. Inoltre, le piattaforme di e-procurement delle amministrazioni pubbliche saranno indirizzate a privilegiare soluzioni che garantiscano la localizzazione e l’elaborazione dei dati strategici presso data center nazionali. Questo principio implica: opzioni di cloud e infrastruttura: i Comuni che implementano soluzioni di smart city (ad esempio, per la gestione dei rifiuti o del trasporto pubblico) dovranno privilegiare fornitori in grado di garantire l’alloggiamento dei dati in Italia, sicurezza e controllo: si rafforza il controllo nazionale sui dati pubblici, elemento chiave per la fiducia e la sicurezza delle infrastrutture critiche urbane. LEGGI ANCHE Intelligenza Artificiale a misura d’uomo per la legge italiana AI al servizio del cittadino, sanità e PA. La legge, pur toccando ambiti estesi quali lo sviluppo economico e il lavoro, dedica un intero capo alle disposizioni di settore, con un focus significativo sulla sanità (art. 7-10). Sebbene non sia un testo specifico per la città, le sue previsioni hanno un impatto diretto sui servizi locali, specialmente nell’ottica di una “smart community” inclusiva. In particolare, per il supporto alle finalità di cura e assistenza territoriale, viene istituita una piattaforma di intelligenza artificiale. Questa piattaforma, gestita dall’AGENAS (art. 10), erogherà servizi di supporto: ai professionisti sanitari, agli utenti “per l’accesso ai servizi sanitari delle Case della comunità”. Questo rappresenta un pattern concreto di come l’AI, sotto una stretta regolamentazione, debba permeare le strutture di servizio di prossimità nel tessuto urbano, migliorando l’accessibilità e l’efficacia dell’assistenza ai cittadini. Da ultimo l’articolo 14, titolato “Uso dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione”, sebbene i dettagli debbano ancora essere pienamente esaminati, conferma l’intenzione del legislatore di fornire linee guida specifiche per l’integrazione dell’AI nell’apparato amministrativo, che è il cuore pulsante di ogni smart city. La legge non è solo un atto legislativo, bensì traspare anche l’approccio etico che dovrà guidare ogni progetto di smart city in Italia, assicurando che l’innovazione tecnologica proceda di pari passo con la tutela dei diritti fondamentali e la sicurezza dei dati. Il futuro delle nostre città sarà smart solo se regolato e basato sulla fiducia del cittadino.