Dopo l’abolizione dell’abuso d’ufficio la Cassazione riconosce il diritto al risarcimento, la Regione Puglia riapre il caso "fondi pubblici"

Dopo l’abolizione dell’abuso d’ufficio la Cassazione riconosce il diritto al risarcimento, la Regione Puglia riapre il caso “fondi pubblici”

Abuso d’ufficio depenalizzato ma produttivo di effetti risarcitori. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Regione Puglia contro la sentenza della Corte d’Appello di Bari, riaprendo il debate sul risarcimento danni per utilizzo illecito di fondi pubblici da parte dell’ex Presidente regionale.

La decisione del 17 ottobre 2025 pone l’accento su legalità, responsabilità civile e reputazione istituzionale, dopo l’abolizione del reato di abuso di ufficio.

L’abuso d’ufficio depenalizzato

La sentenza n. 27756/2025 della III Sezione Civile della Corte di Cassazione chiude (per ora) un capitolo complesso che ha visto protagonista la Regione Puglia e il suo ex Presidente, accusato di peculato e successivamente riqualificato in abuso d’ufficio.

Dopo anni di procedimenti penali e civili, la Cassazione ha stabilito che, malgrado l’abolitio criminis del reato di abuso d’ufficio, le statuizioni civili restano valide e devono essere riesaminate.

L’uso illecito del Fondo di Rappresentanza

Hub della vicenda sono 68 elargizioni per un totale di 189.700 euro, effettuate con fondi destinati alla rappresentanza istituzionale.

Per la Regione dette somme sarebbero state utilizzate anche per fini elettoralistici privati, danneggiando l’immagine dell’Ente e alterando la competizione democratica.

La Corte d’Appello aveva rigettato la richiesta di risarcimento, tuttavia la Cassazione ha ritenuto la motivazione apparente e non conforme ai principi di diritto civile.

Il principio di responsabilità civile oltre il reato

La Cassazione ha ribadito che la responsabilità civile può sussistere anche in assenza di reato, a condizione che sussista un danno ingiusto.

Questo principio è fondamentale per le pubbliche amministrazioni, che devono tutelare le proprie risorse e la propria reputazione istituzionale.

La decisione apre la strada a una liquidazione equitativa del danno, anche in assenza di prova puntuale, ove la condotta sia stata accertata come illecita.

Implicazioni per la governance delle smart city

In un’epoca di digitalizzazione della PA e di crescente attenzione alla trasparenza amministrativa, la sentenza in disamina rappresenta un precedente peculiare.

Le smart city si fondano su fiducia, legalità e accountability: l’utilizzo corretto delle risorse pubbliche è un pillar della smart governance.

La vicenda pugliese dimostra come la giustizia possa intervenire anche a tutela dell’immagine pubblica e dell’etica istituzionale.

Verso una PA più responsabile

Il rinvio alla Corte d’Appello di Bari in diversa composizione apre una nuova fase del processo.

La Regione Puglia potrà far valere le proprie ragioni in sede civile, con la possibilità di ottenere un risarcimento patrimoniale e non patrimoniale.

Per le amministrazioni locali la vicenda rappresenta un monito: la governance trasparente dei fondi pubblici non è solamente una questione contabile, bensì un elemento centrale della credibilità democratica.

La pronuncia della Cassazione rappresenta uno step in avanti verso una giustizia amministrativa più equa e moderna, capace di tutelare gli interessi pubblici anche al di là del diritto penale.

In un contesto di smart governance, dove ogni decisione pubblica è sotto la lente dell’opinione pubblica e dei media, la responsabilità civile diventa un tool essenziale per garantire etica, efficienza e trasparenza.