Smart Road Bologna, il Comune rinuncia ai fondi del Pnrr per la Torre Garisenda. Ecco perché m.curci 07 November 2025 Sicurezza Il Comune di Bologna ha deciso di rinunciare ai fondi del Pnrr per i lavori di restauro e messa in sicurezza della Torre Garisenda Bologna rinuncia ai fondi del Pnrr per i lavori di restauro della Torre Garisenda. Non ci sono le condizioni, secondo quanto afferma il sindaco Matteo Lepore, per utilizzare i 5 milioni messi a disposizione dal Ministero della Cultura. Il nodo – come spiega Lepore e riporta Il Resto del Carlino – sta negli aspetti burocratici e nelle tempistiche, che sono consoni all’intervento che deve realizzare la città di Bologna. La quale, ora, chiederà la sostituzione di queste risorse con altri fondi. In caso contrario verranno comunque usate risorse comunali e regionali. Bologna, la spiegazione del Comune sulla rinuncia ai fondi per la Garisenda Bologna, il Comune rinuncia ai fondi del Pnrr per la Torre Garisenda. Ecco perché LEGGI ANCHE Milano, pensionato investito e ucciso in via Bronzetti: è l’ottava vittima sulle strisce pedonali nel 2025 La decisione del Comune è stata trasmessa il 5 novembre 2025 in una nota al Ministero. In cui si spiega che: Dopo approfondite valutazioni tecniche e confronti con i propri esperti ha espresso una serie di riserve sul piano tecnico che portano a dire che, alle stato delle interlocuzioni, non sussistono le condizioni per utilizzare la linea di finanziamento Pnrr per la Torre Garisenda, ribadendo, come detto, la richiesta di accedere ad altre fonti di finanziamento. Ma a che punto è lo stato dei lavori della Garisenda? In Primavera sono inziate le opere preparatorie intorno alla tosse, con la rimozione dei basoli e del massetto stradale. Sono stati, quindi, predisposti gli spazi per i tralicci, che arriveranno – come afferma sempre il Sindaco – in Primavera 2026, ben un anno dopo rispetto al cronoprogramma. La data di fine dei lavori è prevista nel 2028, anche se Lepore ammette che la parola d’ordine sarà “prudenza”: E’ importante che chi dovrà lavorarci lo faccia in sicurezza. Non può succedere quanto è successo a Roma.