Legal Dall’empowerment all’age management: la gestione del personale della P.A. secondo il nuovo CCNL Giuseppe Vecchio 14 November 2025 Italia Un rinnovo contrattuale orientato alla sostenibilità e alla modernizzazione Il “tormentato” rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro degli Enti Locali, segna un passo importante verso un modello di gestione del personale più moderno ed ispirato al principio di sostenibilità. Tra le novità di maggiore rilievo figura l’introduzione di una disciplina innovativa sull’age management, ovvero la gestione strategica del personale nei luoghi di lavoro pubblici che tenga conto dell’età sotto molteplici profili. È risaputo che la Pubblica Amministrazione ha registrato un progressivo innalzamento dell’età media dei dipendenti. Questo fenomeno che negli enti locali ha assunto dimensioni preoccupanti, frutto del rallentamento del turnover e delle restrizioni alle assunzioni, ha un impatto diretto sull’organizzazione del lavoro, sulla produttività e sulla salute del personale. L’age management come risposta all’invecchiamento della forza lavoro L’età avanzata, infatti, può essere associata a limitazioni lavorative, a una maggiore esposizione al logoramento professionale e al rischio di burn out, con ripercussioni sul benessere individuale e sull’efficienza complessiva degli Enti. Da qui nasce l’esigenza di politiche attive di gestione dell’età, capaci di valorizzare le competenze dei lavoratori senior e di favorire un ricambio generazionale equilibrato. Il nuovo CCNL rimarcando quanto già definito con il Contratto Funzioni Centrali, individua una serie di obiettivi strategici che gli Enti sono chiamati a perseguire attraverso azioni concrete e misurabili: Valorizzare la persona lungo l’intero percorso lavorativo, garantendo opportunità di crescita e di espressione professionale. Promuovere la salute e la sicurezza, prevenendo malattie professionali e infortuni. Sostenere la produttività e l’efficacia organizzativa, salvaguardando le specificità individuali e il benessere psico-fisico dei dipendenti. Obiettivi strategici per una PA “age friendly” Per tradurre in pratica questi obiettivi, il contratto introduce un approccio integrato di gestione delle età che coinvolge diversi ambiti organizzativi. Le principali misure previste comprendono: Valorizzazione del personale esperto: i lavoratori con maggiore anzianità di servizio vengono riconosciuti come portatori di un patrimonio prezioso di competenze e conoscenze. Gli Enti sono chiamati a promuovere forme di dialogo intergenerazionale e attività di formazione “peer-to-peer”, favorendo l’affiancamento dei neoassunti e il trasferimento delle competenze chiave. Monitoraggio costante delle condizioni di salute e dell’ambiente di lavoro: per individuare tempestivamente situazioni di rischio o disagio. Maggiore flessibilità organizzativa: attraverso l’introduzione di strumenti come il lavoro a distanza, il part-time, la rimodulazione dei turni e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Inoltre, per le aree ad alto contenuto tecnico-specialistico, il contratto prevede specifici programmi di affiancamento tra personale senior e nuove risorse, così da garantire la continuità delle competenze e il consolidamento della qualità dei servizi. La disciplina sull’age management non si limita alla definizione di principi generali: il CCNL stabilisce anche l’obbligo per gli Enti di effettuare un monitoraggio annuale delle politiche attuate in materia di gestione dell’età. Le risultanze di tale monitoraggio saranno oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali, garantendo così un presidio costante e partecipato sull’efficacia delle misure adottate. Con l’introduzione di questa disciplina, il nuovo contratto degli Enti Locali compie un passo deciso verso un modello di Pubblica Amministrazione “age friendly”, capace di valorizzare ogni fase della vita lavorativa e di coniugare esperienza, innovazione e benessere organizzativo. L’age management si configura quindi come una leva strategica non solo per migliorare la qualità del lavoro pubblico, ma anche per favorire una transizione generazionale ordinata, in grado di assicurare continuità, competenza e sostenibilità all’azione. Giuseppe Vecchio