Autovelox in Italia, il censimento MIT svela la realtà dietro il mito della “giungla”

Autovelox in Italia, il censimento MIT svela la realtà dietro il mito della “giungla”

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha pubblicato il primo censimento ufficiale degli autovelox in Italia: 3.773 dispositivi, molto meno delle stime circolate negli ultimi anni. Il report evidenzia la distribuzione territoriale, la tipologia degli apparati e la necessità di aggiornamenti tecnologici per garantire sicurezza stradale e trasparenza.

Dal mito alla realtà, quanti autovelox ci sono davvero

Per anni si è parlato di una “giungla di autovelox” con cifre che oscillavano tra 11.000 e 13.000 dispositivi, attribuendo all’Italia il primato mondiale. Il censimento MIT, basato su dati ufficiali, ridimensiona drasticamente queste stime: 3.773 apparati suddivisi tra sistemi fissi (52%) e mobili (47%), in linea con gli standard europei e lontano dalle percezioni distorte.

Distribuzione territoriale, Italia divisa in due

La mappa del censimento mostra una forte concentrazione di autovelox nel Centro-Nord, mentre nel Mezzogiorno i numeri crollano. Caso emblematico: in Sardegna non risulta alcun dispositivo. Questa disomogeneità solleva interrogativi sulla copertura e sull’efficacia delle politiche di sicurezza stradale basata sulla correlazione della velocità che uccide ed i morti effettivi +2,7%. In particolare, si legge nel documento ufficiale che “Rispetto al 2019, il numero di vittime registra in Sardegna un incremento particolarmente significativo (+59,2%), mentre in Italia si osserva una diminuzione del 4,5%. Nello stesso periodo anche l’indice di mortalità aumenta nella regione, passando da 2 a 3,2 decessi ogni 100 incidenti, e diminuisce a livello nazionale, da 1,8 a 1,7. Nel 2024 aumenta in Sardegna, rispetto al 2019, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) morti in incidente stradale attestandosi, comunque, su un valore inferiore alla media Italia (45,1% contro 45,5%) (Fonte Istat).

Aggiornamento tecnologico, il nodo del DM n. 282/2017

Solo il 32% dei dispositivi è stato approvato secondo i criteri del DM n. 282/2017, che introduce standard più rigorosi per affidabilità e sicurezza. Il dato evidenzia la necessità di accelerare i processi di omologazione e aggiornamento per ridurre contenziosi e garantire validità giuridica delle rilevazioni.

Italia nel contesto europeo

Con 3.773 dispositivi, l’Italia si colloca dietro la Francia (oltre 5.000) e davanti a Germania e Spagna. Tuttavia, il rapporto tra autovelox e chilometri di strade è più favorevole rispetto ad altri Paesi, segno che la copertura italiana è ancora parziale. Una maggiore diffusione, basata su criteri di rischio e densità di traffico, potrebbe ridurre l’incidentalità.

Trasparenza e sicurezza al centro

Il censimento MIT è un passo decisivo verso una governance più chiara e uniforme. L’obiettivo è rendere gli autovelox strumenti moderni, trasparenti e integrati con altre misure di prevenzione. Solo così si potrà migliorare la sicurezza stradale e ridurre la sinistrosità stradale.

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