L’Italia ha compiuto progressi nello sviluppo infrastrutturale, ma è sotto la media Ue per le competenze ed alcuni aspetti della digitalizzazione dei servizi pubblici: l’avanzamento è lento e contribuisce modestamente agli obiettivi globali”.

Il primo rapporto sul decennio digitale della Commissione Europea bolla così il nostro Paese, dove il gap tecnologico genera anche un ritardo sociale: “solo il 46% della popolazione possiede competenze digitali di base – si legge nel rapporto – e ciò compromette la capacità di beneficiare delle opportunità online ed esercitare la cittadinanza digitale, con conseguente impatto negativo sull’inclusività dell’Italia“.

Ritardo non solo in Italia

L’Unione Europea ha fissato al 2030 l’obiettivo di copertura gigabit globale sull’intero territorio comunitario, accompagnata da una rete 5G in tutte le aree popolate, ma servono ancora 200 miliardi di euro per raggiungere il target. Le reti in fibra necessarie a dare connettività gigabit arrivano, infatti, solo nel 56% delle abitazioni, mentre il 5G raggiunge ancora solo 8 residenti su 10 in città ed appena 1 su 2 nelle zone rurali. Oltre la metà delle case extra-urbane non è coperta da alcuna rete avanzata e il 10% degli immobili non dispone nemmeno della rete telefonica fissa.

Bilanciare il mix tra fibra e wireless

Come sottolineato dallo studio Fixed Wireless Access (FWA): opportunità strategica per lo sviluppo del Paese, presentato a Roma da The European House – Ambrosetti nella tavola rotonda “Verso la Gigabit Society”, solo la combinazione calibrata delle infrastrutture in fibra (altamente efficienti ma costose) con reti wireless (più smart e convenienti) potrà colmare il gap tecnologico che oggi separa le grandi città dagli altri insediamenti sul territorio. Secondo Ambrosetti, se tutte le province italiane raggiungessero gli standard di banda ultra-larga della provincia di Milano, il PIL nazionale crescerebbe del 3,5% e la produttività media per lavoratore aumenterebbe di 203 euro l’anno.

Ripercussioni sul mercato del lavoro

The European House – Ambrosetti evidenzia che il 45,5% dei residenti in aree prive di reti veloci sono a rischio disoccupazione per lunghi periodi, mentre questo rischio riguarda solo il 6,5% dei cittadini dei grandi agglomerati urbani. Per il Paese diventa quindi fondamentale l’applicazione del principio della neutralità tecnologica promosso dal Piano Italia a 1 Giga, verso il quale la complementarità progettuale e realizzativa di fibra FTTH e wireless FWA genererebbe ritorni per 3 miliardi di euro.

Appena 1 giovane europeo su 3 formato online

Sempre secondo Ambrosetti, solo il 57% del territorio usufruisce di una velocità di connessione superiore a 100 Mbps e in queste aree la natalità imprenditoriale è più alta del 10% rispetto al resto dell’Unione. Il 91% delle regioni con velocità inferiore a 30 Mbps registra inoltre un tasso di povertà più alto della media, ponendo a rischio 1 abitante su 4. Il digitale è uno strumento fondamentale anche per l’accesso alla formazione, purché sia accessibile a tutti: nel 2021 solo il 34% dei cittadini europei ha potuto frequentare un corso online, con gravi fenomeni di esclusione sociale soprattutto durante l’emergenza Covid.

Marco Perugini