Attività green e sostenibili secondo le definizioni UE

Attività green e sostenibili secondo le definizioni UE

Per esortare gli investimenti ecocompatibili, l’UE ha introdotto una disciplina normativa che definisce le attività green e sostenibili.

La definizione di investimenti “sostenibili”

Lo sviluppo sostenibile richiede la preservazione delle risorse naturali e il rispetto dei diritti umani e sociali.

L’azione per il clima è un aspetto importante, in quanto la necessità di limitare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico risulta sempre più urgente.

L’UE è impegnata a ridurre gradualmente le proprie emissioni di gas serra.

Il Green Deal europeo, iniziativa pilastro dell’UE sull’azione per il clima, fissa l’obiettivo di “emissioni nette zero” entro l’anno 2050.

Per raggiungere tale goal, l’UE deve tuttavia investire nelle nuove tecnologie.

Gli investimenti pubblici non saranno sufficienti, quindi i player privati ​​dovranno intervenire per finanziare progetti rispettosi del clima.

Ciò richiede criteri chiari su cosa risulti sostenibile ed ecologico, altrimenti parte dei finanziamenti potrebbero essere destinati a progetti di “greenwashing” che dichiarano di essere ecologici, bensì nella sostanza non lo sono.

Alcuni paesi dell’UE hanno già iniziato a sviluppare sistemi di classificazione.

Sia le aziende in cerca di finanziamenti che gli investitori interessati a sostenere progetti sostenibili trarrebbero vantaggio da standard comuni dell’UE.

Le attività economiche “sostenibili”

Nel giugno 2020 i deputati hanno approvato il regolamento sulla tassonomia, un quadro normativo che determina quali attività possono essere considerate sostenibili.

Si stabilisce un sistema di classificazione comune in tutta l’UE, fornendo chiarezza alle imprese e agli investitori, e incoraggiando l’implementazione dei finanziamenti del settore privato direzionata alla neutralità climatica.

Il regolamento fissa 6 obiettivi ambientali e chiarisce che un’attività può essere considerata sostenibile dal punto di vista ambientale se contribuisce al raggiungimento di uno di essi senza danneggiare in modo significativo nessuno degli altri.

Il principio “non nuocere”, il quale verrà ulteriormente definito dalla Commissione Europea, garantisce che un’attività economica che causa più danni all’ambiente che benefici non possa essere catalogata come sostenibile.

Le attività sostenibili dal punto di vista ambientale dovrebbero anche rispettare i diritti umani e del lavoro.

Gli obiettivi ambientali sono individuati in:

  • Mitigazione del cambiamento climatico (evitare/ridurre le emissioni di gas serra o aumentare la rimozione di gas serra)
  • Adattamento ai cambiamenti climatici (ridurre o prevenire l’impatto negativo sul clima attuale o futuro previsto, o i rischi di tale impatto negativo)
  • Uso sostenibile e tutela delle acque e delle risorse marine
  • Transizione verso un’economia circolare (concentrandosi sul riutilizzo e sul riciclo delle risorse)
  • Prevenzione e controllo dell’inquinamento
  • Tutela e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

Gli step della Commissione UE

Il regolamento sulla tassonomia, che ha acquistato forza di legge nel luglio 2020, classifica le attività sostenibili, al contempo lasciando alla Commissione Europea il compito di elaborare i criteri tecnici che determinerebbero se i progetti contribuiscono ad alcuni degli obiettivi ambientali.

La Commissione ha elaborato una prima serie di criteri nell’aprile 2021, entrata in vigore nel dicembre 2021.

Un’altra serie di norme, proposta nel febbraio 2022, ha consentito l’inclusione del nucleare e del gas quali attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale a determinate condizioni.

Il Parlamento ha discusso l’atto della Commissione e ha deciso di non opporsi nel luglio 2022.