Esg Nove europei su dieci sono soddisfatti di vivere in città Roberta Mordini 09 January 2024 Il Report sulla qualità della vita in città 2023, pubblicato dalla Commissione europea e realizzato attraverso un’indagine su 83 comuni, rivela che nove abitanti su dieci sono soddisfatti della propria realtà urbana. La percezione generale di benessere da parte dei cittadini è in diminuzione rispetto all’ultima rilevazione del 2019, tranne che nell’Europa orientale, ove, al contrario, la porzione di abitanti appagati dalla vita in città sono aumentati. Il calo nell’andamento della vivibilità è stato osservato in 34 città: lo scostamento negativo più ampio riguarda Londra, con una contrazione percentuale dell’8% e un grado di soddisfazione dell’85%. Anche Vienna e Bologna mostrano del consenso, per entrambe il dato è in calo del 6%, con l’87% dei cittadini felici dei comuni. Cresce invece rispetto al 2019 il senso di benessere a Belgrado, con un aumento del 6% di popolazione soddisfatta, pari al 69% di residenti; a Skopje ove si registra un livello incrementale della qualità per il 4% dei cittadini, pari al 72% del totale e, infine, a Liegi con il 3% di belgi compiacenti, pari all’89% degli intervistati. Contesto generale e percezione della città La percezione della qualità della vita non può essere svincolata dal contesto generale in cui la comunità europea si trova: la crisi pandemica e il conflitto russo – ucraino incidono infatti sul grado di benessere delle città, il senso di sicurezza e di stabilità percepiti dagli europei. Gli elementi emergenziali hanno avuto riflessi sociali ed economici sui Paesi UE appesantendo le infrastrutture, i sistemi sanitari, gli approvvigionamenti e le relazioni umane. Interi settori, come quello turistico sono stati fortemente colpiti dallo scenario internazionale e, al contempo, le città hanno accolto gli sfollati ucraini in fuga dalla propria terra, con un aumento della pressione su risorse e servizi. Il Report sulla qualità della vita in città mostra attraverso un panel di dati la percezione degli abitanti e fornisce una preziosa informazione ai decisori politici, principali attivatori di volani strategici per lo sviluppo di smart city accessibili e sostenibili. “La qualità non è mai un incidente: dipende da uno sforzo intelligente. Ciò è doppiamente vero per la qualità della vita, che dipende in modo cruciale dalle comodità e dalle opportunità del luogo in cui viviamo. Comodità e opportunità non nascono per caso: lo sforzo delle città europee è fondamentale; la missione della politica di coesione europea è proprio quello di garantire che nessuno spazio venga lasciato indietro”, dichiara Elisa Ferreira, Commissario europeo per la Coesione e le Riforme. Risultati del Report sulla qualità della vita Le città di dimensioni più contenute sono predilette da anziani e da famiglie con bambini piccoli, grazie al maggior senso di sicurezza percepito lungo le strade (anche nelle ore notturne) e al minor inquinamento atmosferico e acustico. Elementi a favore dei piccoli centri sono inoltre: la presenza di spazi pubblici e di parchi che facilitano l’aggregazione (il 13% dei cittadini dichiara di sentirsi solo), una migliore assistenza sanitaria e l’economicità delle abitazioni. Rispetto alla mobilità urbana, la maggior parte degli spostamenti è effettuata con mezzi privati, per la restante parte, l’analisi rileva che sette persone su dieci sono soddisfatte dei trasporti pubblici e li considerano sicuri e accessibili. L’indagine sull’efficienza della pubblica amministrazione locale mostra risultati contrastanti: sette persone su dieci affermano di poter accedere facilmente ai servizi online ma questa percentuale è diminuita nella maggior parte delle città, rispetto al dato 2019. La riduzione potrebbe essere legata al diverso grado di alfabetizzazione digitale degli abitanti, acuita dalla spinta della p.a. sui servizi virtuali. Tre sono, secondo Elisa Ferreira, i punti cardine per il miglioramento della qualità dei cittadini europei emersi dalle analisi: l’opportunità di lavoro, l’efficienza dei servizi pubblici e la mobilità. Roberta Mordini