Riforma doganale UE: al via un hub di digitalizzazione

Riforma doganale UE: al via un hub di digitalizzazione

proposte di riforma doganale

Al via la proposta di riforma doganale UE, improntata a una visione all’avanguardia a livello mondiale, basata sui dati, idonea a semplificare gli iter per le imprese.

Dati a servizio dei controlli

Le proposte di riforma delle procedure doganali, presentate dalla Commissione dell’Unione Europea il 17 maggio scorso, ora trasmesse al Parlamento europeo e al Consiglio UE per l’approvazione e al Comitato economico e sociale europeo per la consultazione, sono improntate a una visione all’avanguardia a livello mondiale, data based, idonea a semplificare gli iter le imprese. Grazie alla digitalizzazione le procedure doganali onerose verranno ridotte, sbarazzando le dichiarazioni tradizionali con un approccio più smart, basato sui dati, verso la vigilanza sulle importazioni. Le autorità doganali, in virtù dello stesso sistema digitale, potranno disporre di strumenti e risorse più adeguati per valutare e bloccare le importazioni che comportano rischi per l’UE, i cittadini e la relativa economia.

Sistema green e digitale

La riforma tiene in considerazione le esigenze emerse, nell’attualità, in seno alle dogane dell’UE, tra cui l’incremento dei volumi commerciali, in particolare nel commercio elettronico, il veloce cambiamento della disciplina normativa UE che deve essere verificata alle frontiere, come pure l’evoluzione delle realtà geopolitiche. Il nuovo sistema, nelle previsioni della Commissione, attualizzerà il quadro doganale rendendolo green e digitale, così puntando l’obiettivo di un mercato unico più sicuro e competitivo. La riforma è concepita anche nell’ottica della semplificazione e razionalizzazione degli obblighi di dichiarazione doganale per gli operatori, comprimendo le timeline necessarie per completare gli iter, fornendo un’unica interfaccia dell’UE e agevolando il riutilizzo dei dati.

EU Customs Data Hub

Una nuova autorità doganale dell’UE, che avrà anche il compito di migliorare l’approccio dell’UE alla gestione dei rischi e ai controlli doganali, presiederà un hub doganale digitale europeo, centro di dati destinato a sostituire l’infrastruttura informatica doganale esistente negli Stati membri dell’UE. La nuova struttura dovrebbe consentire di risparmiare fino a 2 miliardi di euro, ogni anno, in termini di costi operativi. Inoltre, il nuovo hub, secondo la proposta di riforma dell’unione doganale UE, consentirà alle imprese, le quali intendono introdurre merci nell’UE, di registrare tutte le informazioni sui prodotti e sulle catene di approvvigionamento in un unico ambiente online. Attraverso la tecnologia in questione si raccoglieranno i dati forniti dalle imprese e, mediante deep learning, artificial intelligence, e l’indispensabile intervento umano, si fornirà alle autorità una visione completa dei processi di approvvigionamento e della circolazione delle merci.

Trust and Check

Il vantaggio per le imprese, alle prese con la presentazione dei dati doganali, è di poter interagire con un unico portale, così introducendo i dati una sola volta per più spedizioni. Si prevede inoltre che quando i processi operativi e le catene di approvvigionamento risultino completamente trasparenti, gli operatori commerciali maggiormente affidabili (denominati “Trust and Check”) potranno mettere le loro merci in circolazione nell’UE senza alcun intervento doganale attivo. La categoria Trust and Check va a rinsaldare il programma di operatori economici autorizzati (AEO), già attivo per gli operatori affidabili. Il centro doganale digitale europeo consentirà, verosimilmente, di importare merci nell’UE tramite un intervento doganale minimo, senza compromettere i requisiti di sicurezza o antifrode.

Timeline

Per le proposte, l’hub digitale potrà risultare operativo per le spedizioni del commercio elettronico a partire dal 2028, cui seguiranno su base volontaria gli altri importatori nel 2032, con immediati benefici e semplificazioni. Gli operatori Trust and Check, inoltre, potranno sdoganare tutte le loro importazioni presso le autorità doganali dello Stato membro in cui hanno sede, autonomamente rispetto al luogo in cui le merci entrano nell’UE. Si prevede un riesame nel 2035, per valutare l’opportunità di ampliare tale possibilità a tutti gli operatori commerciali quando l’hub diventerà obbligatorio, cioè dal 2038.

Check doganali più smart

Il sistema proposto fornirà alle autorità doganali una visione d’insieme delle catene di approvvigionamento e dei processi di produzione delle merci che entrano nell’UE. Tutti gli Stati membri avranno accesso ai dati real time e saranno in grado di condividere le informazioni. L’intelligenza artificiale avrà il ruolo di esame e monitoraggio dei dati, ma anche di previsione di eventuali criticità perfino prima che le merci siano state spedite verso l’Unione.

Sistema compliance

Le autorità doganali dell’UE potranno quindi canalizzare energie e risorse per impedire l’ingresso nell’UE di merci pericolose o illegali, e far rispettare il numero crescente di leggi dell’UE che vietano determinate merci contrarie ai valori comuni dell’Unione. Il nuovo metodo contribuirà anche a garantire una corretta riscossione dei dazi e delle imposte, a tutto vantaggio dei bilanci nazionali e dell’UE. Per aiutare gli Stati europei a dare priorità ai rischi rilevanti e a coordinare controlli e ispezioni, le informazioni e le competenze saranno condivise e valutate a livello dell’UE tramite la prevista autorità doganale dell’UE, la quale agirà sulla base dei dati forniti tramite l’hub doganale digitale europeo. Il nuovo regime potrà migliorare la cooperazione tra le autorità doganali, le autorità di vigilanza del mercato e le autorità di contrasto a livello nazionale e dell’UE, anche tramite lo scambio di informazioni reso possibile dall’hub doganale digitale.

Approccio smart al commercio elettronico

Attraverso la riforma in parola le piattaforme online rivestiranno il ruolo di protagoniste nel garantire che le merci compravendute online nell’UE rispettino gli obblighi doganali. L’attuale sistema, che assegna la responsabilità al singolo consumatore e ai singoli vettori ne uscirà stravolto. Le piattaforme stesse verranno chiamate a garantire che i dazi doganali e l’IVA siano stati corrisposti al momento dell’acquisto. Per l’effetto, i consumatori bypasseranno le questioni afferenti a costi occulti e richieste di documenti non previste al momento dell’arrivo del pacco. La trasformazione delle piattaforme online in importatori ufficiali tranquillizzerà i consumatori sul fatto che i dazi sono stati pagati e che i loro acquisti sono allineati alla disciplina ambientale, etica e di sicurezza dell’UE.

Al via esenzioni con più risparmi

Nel contempo la riforma sopprime l’attuale limite, sulla base del quale le merci di valore inferiore a 150 euro risultano esenti dai dazi doganali. Si stima che il nuovo regime per il commercio elettronico apporterà entrate doganali supplementari pari a circa 1 miliardo di euro all’anno.