Case Green: cosa cambia per le ristrutturazioni

Case Green: cosa cambia per le ristrutturazioni

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La Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici è ufficialmente approdata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Al via il piano nazionale di ristrutturazione degli edifici

Come si dice in questi casi: il dado è tratto. La Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (Serie L, dell’8 maggio 2024, la Direttiva (Ue) 2024/1275). Si tratta di una serie di disposizioni molto importanti che delineano in modo incontrovertibile l’orientamento dell’Unione Europea, che punta fortemente sulla riduzione delle emissioni serra contemplando tutti i settori maggiormente impattanti.

“Case Green”: cosa succede ora?

L’intento di base della normativa, che revisiona quella sulla prestazione energetica degli edifici, è nobile e condivisibile: ridurre le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro l’anno 2030. L’obiettivo è il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. I devastanti effetti, anche economici, dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti. Urge, quindi, trovare delle soluzioni sistematiche, che riguardano tutti i settori, con quello edilizio e quello dei trasporti che sono stati particolarmente attenzionati dai legislatori. Secondo alcuni recenti dati gli edifici in Europa producono un terzo delle emissioni che causano il cambiamento climatico e oltre il 40% delle polveri sottili nocive per la salute umana.

Rispetto alla prima versione, la Direttiva Epbd è stata decisamente “annacquata” ed è più graduale, con l’obiettivo, da raggiungere entro il 2040, del ban dei combustibili fossili nell’edilizia. Il primo tassello concreto è quello dello stop dal 2025 degli incentivi per le caldaie alimentate a combustibili fossili.

L’edilizia e le ristrutturazioni diventano Green

Con la pubblicazione in Gazzetta della normativa europea Epbd (Energy performance of building directive), ai 27 Paesi membri vengono concessi due anni di tempo per recepirla nei rispettivi ordinamenti. C’è tempo fino al 29 maggio 2026 per predisporre un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici residenziali e non, sia pubblici che privati.

La direttiva Case Green non prevede sanzioni in caso di mancato adeguamento, né un divieto alla compravendita o locazione di immobili su cui non siano stati effettuati interventi di riqualificazione. Tuttavia, il divieto degli incentivi per le caldaie a combustibili fossili avrà un notevole impatto. Le sovvenzioni saranno infatti possibili per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.

Il caso Italia e le esenzioni

Le recenti disposizioni non si applicano agli edifici agricoli e agli edifici storici, e i Paesi membri possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.

Nello specifico, in Italia, gli edifici residenziali collocati nella classe energetica più bassa secondo l’Istat, sono circa 1,8 milioni su 12 milioni in totale. Il patrimonio edilizio nostrano è stato costruito infatti in gran parte prima del 1990. Ecco la ragione per cui l’Italia ha assunto una posizione critica verso le tempistiche fissate.

Emiliano Ragoni