Esg Smart Road Italia più smart col Ponte sullo Stretto Redazione 01 June 2023 Il Ponte sullo Stretto è un’infrastruttura strategica per il futuro economico e sociale della Sicilia e dell’Italia intera nel panorama europeo. La base normativa Il nostro paese sarà più smart quando sarà costruito e operativi il Ponte sullo Stretto di Messina? Un altro tassello è comparso nella G.U. del 30 maggio 2023, dove è stata pubblicata la legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria. Ciò rappresenta lo start di legittimazione a livello normativo del progetto. I numeri Il ponte sullo Stretto di Messina è stato progettato secondo il pattern del ponte sospeso. 6 le corsie stradali previste, cioè 3 per ogni senso di marcia inclusa la corsia di emergenza, e 2 binari ferroviari, per una capacità dell’infrastruttura pari a 6.000 veicoli/ora e 200 treni/giorno. L’opera è stata progettata con una resistenza al sisma pari a 7,1 magnitudo della scala Richter, con un impalcato aerodinamico di “terza generazione” stabile fino a una velocità del vento di 270 km/h. In merito alle opere di collegamento, nel progetto definitivo risultano previsti: 20,3 km di collegamenti stradali, 20,2 km di collegamenti ferroviari. Il tempo medio di attraversamento attuale dello stretto (40-60 minuti) è paragonabile al tempo di viaggio che un’automobile impiega per percorrere circa 100 km, mentre il Ponte sullo Stretto di Messina, congiuntamente agli interventi programmati dal PNRR sulle reti di trasporto, permetterebbe di ridurre i tempi di viaggio complessivi di: oltre il 50% per gli spostamenti ferroviari, di circa il 70% per gli spostamenti stradali. Il progetto tecnico allo stato attuale è costituito da 8.000 elaborati progettuali e prevede: una lunghezza della campata centrale di 3.300 metri; una larghezza dell’impalcato di 60,4 metri; un’altezza delle torri di 399 metri; un’altezza del canale navigabile centrale di 65 metri per il transito di grandi navi. L’opera nel contesto europeo Il Ponte sullo Stretto rappresenta un’opera strategica nell’ambito delle reti transeuropee di trasporto (TEN-T), la cui realizzazione risulta funzionale al processo di integrazione europeo sotto i profili: della libera circolazione dei cittadini, della politica comune dei trasporti. Il completamento delle reti TEN-T costituisce un’azione chiave: del Green Deal europeo, della strategia per una mobilità sostenibile e intelligente. L’obiettivo è infatti quello di costruire una rete multimodale ed efficace a livello europeo per tutte le modalità di trasporto e per i collegamenti di ultimo miglio dei nodi della rete. In detto contesto, è avvenuto il pieno riconoscimento del Ponte sullo Stretto di Messina, nella rete centrale e lungo il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, come elemento di rilievo di completamento del Corridoio poiché collegamento fisso mancante. L’opera rappresenta quindi: il collegamento tra due nodi nazionali, Messina e Reggio Calabria; in una visione europea più ampia e strategica, tra il mare del Nord e il Mediterraneo. Il progetto avrà, pertanto, un impatto significativo sul processo di integrazione europeo, contribuendo a garantire, nell’ambito del mercato unico: la libera circolazione di merci e persone, la crescita economica, l’occupazione, la competitività. Riveste, inoltre, una particolare rilevanza dal punto di vista della politica di coesione, in quanto funzionale a “ridurre il divario fra le diverse regioni e il ritardo delle regioni meno favorite”. Per queste ragioni, la Commissione UE ha manifestato forte interesse e massima disponibilità a collaborare con l’Italia sul progetto in questione. Una parte dei costi dell’opera, peraltro, sarà coperta da finanziamenti europei. E’ prevista la partecipazione al Programma Connecting Europe Facility volto a potenziare reti e infrastrutture per una mobilità intelligente e sostenibile. Le ripercussioni sociali ed economiche La situazione di svantaggio sociale ed economico del Sud ha notoriamente richiesto interventi di rafforzamento infrastrutturale preordinati alla riduzione del divario col resto d’Italia e d’Europa. La carenza di un collegamento stabile nuoce infatti alla qualità dei servizi di trasporto, in specie quelli ferroviari (passeggeri e merci), che abbisognano di lunghe manovre per la segmentazione dei treni e per le operazioni di carico e scarico. La realizzazione del Ponte, nei progetti finora elaborati, è abbinata a un ampio e articolato programma di potenziamento e riqualificazione: delle linee ferroviarie per un totale di 39,3 km, dei collegamenti stradali. Il sistema di collegamento stabile si integra, inoltre, nel corridoio Scandinavo-Mediterraneo delle reti TEN-T, implementando l’utilità complessiva degli investimenti già realizzati e in corso di esecuzione sull’intero sistema di mobilità interessato. Ciò potrebbe anche modificare nel tempo le scelte localizzative e di approdo di taluni traffici, producendo anche un incremento di domanda per lo sviluppo socio-economico del territorio interessato dall’opera. Effetti sull’ambiente Uno degli aspetti di maggior rilievo del progetto di costruzione riguarda l’ambiente e consiste nella riduzione del livello di inquinamento. Il traffico dei traghetti ha infatti reso l’area d’interesse una delle più inquinate del Mediterraneo. Allo stato attuale, sostituendo il traffico marittimo dei traghetti col transito di treni ad alta velocità e il gommato, è stato stimato che ogni anno le emissioni diminuirebbero, in media: del 94% quelle di anidride carbonica, del 72% quelle di monossido di carbonio, del 96% quelle degli ossidi di azoto, dell’83% quelle del materiale particolato, del 99,9% quelle degli ossidi di zolfo, dell’80% quelle degli idrocarburi totali. Alle conseguenze dirette derivanti dalla realizzazione del Ponte si legano, poi, anche i benefici in termini di sicurezza che la contrazione del traffico marittimo dei traghetti determina nella navigazione dello Stretto, riducendo il pericolo di collisioni e disastri ambientali. La sostenibilità finanziaria La mancata realizzazione del Ponte sta comportando l’esborso di penali e indennizzi, che lo Stato è stato condannato a pagare in esito ai conteziosi intercorsi con gli aggiudicatari dei contratti di appalto caducati. La perdita di denaro pubblico a fronte di un’opera che non è stata ancora realizzata collide coi noti principi di efficienza ed economicità dell’agire pubblico. A tali costi dovrebbero peraltro sommarsi le spese già sostenute dalla Società concessionaria Stretto di Messina S.p.A., come anche gli oneri che gravano sull’economia nazionale per garantire la continuità territoriale con la Sicilia. Le risorse statali, regionali ed europee garantiranno, invece, la sostenibilità economica dell’intervento, il cui costo complessivo includerà: la sovrastruttura del ponte, le opere di collegamento stradale e ferroviario. Il nuovo Piano economico-finanziario prevede l’ammortamento dell’investimento in virtù: degli introiti derivanti dal pedaggio stradale e ferroviario, del risparmio degli oneri di traghettamento ferroviario.