Ma quanti sono gli autovelox in Italia?

Ma quanti sono gli autovelox in Italia?

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Negli ultimi tempi, a causa del grande fermento sorto intorno alla questione degli autovelox, che ha visto figure come Fleximan vandalizzare tali sistemi (anche in Francia il Fleximan d’oltralpe avrebbe fatto fuori il 75% degli apparecchi) sempre nell’ottica di un certo sensazionalismo, si legge e si sente un po’ ovunque che nella nostra Nazione ci siano più autovelox che in tutti gli Stati Uniti d’America, condizione che ci farebbe guadagnare una medaglia d’argento sul podio.

Quasi contemporaneamente all’annuncio del ministro Salvini di voler riformare la disciplina degli autovelox (riforma ormai in vigore dal 29 Maggio di quest’anno), l’associazione di consumatori Codacons ha riportato, nelle scorse settimane,  le cifre dei proventi delle multe da autovelox, pubblicate sul sito del Ministero dell’Interno, e il numero di  dispositivi che, secondo la piattaforma specializzata Scdb.info, in Italia ammonterebbero a 11.130.

Numero enorme, superato solo dal Brasile che, in base a una ricerca molto citata, avrebbe 15.380 dispositivi (1.170 Photored, 14.210 autovelox), seguito dall’Italia con 2.321 Photored e 8.104 autovelox, per un totale di 10.425 apparecchi rilevatori.

Secondo un’altra ricerca, in Europa sarebbe la Russia ad avere il maggior numero di autovelox installati in modo permanente, con oltre 18.413 unità, seguita da Italia e Regno Unito.

L’ente di ricerca Zutobi, invece, fornisce numeri più bassi (8073 dispositivi) ma pone l’Italia al primo posto in Europa.

Chatgpt, quanti autovelox ci sono in Italia?

Se rivolgessimo la domanda a Chatgpt, chiedendo quanti autovelox vi siano in Italia, la nota chatbot risponderebbe: “Non ho un numero esatto aggiornato sul numero di autovelox in Italia. Tuttavia, posso dirti che ci sono migliaia di dispositivi  installati su strade e autostrade per monitorare e far rispettare i limiti di velocità. Se hai bisogno di informazioni specifiche, ti consiglio di consultare fonti ufficiali come il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”.

Dal sensazionalismo estremo alla mappatura d’utilità

Correndo sui vari motori di ricerca si scopre che non c’è un numero concorde, poiché si va dal sensazionalismo estremo alla mappatura d’utilità.

Quindi, la domanda autentica non può limitarsi a quanti autovelox siano installati solo per additare le amministrazioni pubbliche di voler fare cassa perché, di contro, un elevato numero di dispositivi equivale a dire che c’è un gran bisogno di fare sicurezza e deve essere necessariamente così, stando alle statistiche sull’incidentalità stradale.

Per chi volesse, invece, realmente soddisfare la curiosità e conoscere quali e quanti sono gli apparati e sistemi sul territorio nazionale, é sufficiente consultare l’elenco delle postazioni fisse della Polizia di Stato che sul sito web rende pubbliche le tratte stradali dove sono operativi, giorno per giorno, gli strumenti di controllo della velocità.

Si apprende, nella nota che accompagna l’elencazione, la circostanza che questa trasparenza vuole essere “un modo per invitare gli automobilisti a moderare l’andatura, rispettando i limiti, e prevenire così gli incidenti. È importante tenere la velocità sotto controllo. L’elenco degli autovelox è aggiornato settimanalmente.”

Inoltre, sul website si può leggere che “Ogni lunedì, per tutti i giorni della settimana in corso, vengono pubblicati regione per regione i tratti di strada sui quali sono collocati gli autovelox mobili della polizia stradale.

Come abbiamo visto, i numeri sono abbastanza differenti, per svariati motivi, ma quello che ci preme sottolineare è il fatto che secondo gli studi gli autovelox hanno efficacemente ridotto le collisioni stradali e le lesioni gravi.

Su un’analisi di 551 autovelox fissi è emersa una riduzione del 27% delle collisioni lesive mortali e gravi in prossimità delle installazioni.

I dati porterebbero, dunque, alla conclusione sul ruolo fondamentale degli autovelox nel migliorare la sicurezza stradale e di questo non si può non tenerne conto, nonostante l’elevato numero di autovelox sia oggetto di critiche, soprattutto da parte di chi sostiene che tali strumenti servano ai Comuni per rimpinguare le casse.

Autovelox e box dissuasori di velocità

Altro aspetto da evidenziare è che le statistiche non distinguono gli autovelox dai cosiddetti box – dissuasori di velocità, per cui l’Italia potrebbe non classificarsi come la Nazione col più elevato numero di autovelox, proprio perché nel novero di questi, nelle rilevazioni pubblicate, compaiono anche i dissuasori di velocità.

Autovelox e dissuasori di velocità sono sicuramente due strumenti utili per migliorare la sicurezza stradale, ma funzionano in modi diversi e hanno scopi leggermente differenti.

Mentre i primi sono dispositivi elettronici utilizzati per rilevare e documentare le infrazioni relative al superamento dei limiti di velocità (si distinguono, per tipologia, in fissi e mobili), i dissuasori di velocità hanno l’obiettivo di prevenire gli eccessi di velocità in aree specifiche, come zone residenziali, scolastiche o strade ad alto rischio di incidenti, perché all’interno di tali box non sono posizionati rilevatori di velocità o, almeno, non sempre: in alcuni Comuni un unico rilevatore di velocità viene inserito, a rotazione, in diversi box, di modo che gli automobilisti, non sapendo dove il rilevatore sia collocato, si sentano costretti a rallentare la velocità ogniqualvolta avvistino la struttura, comunemente nota anche come “speed box” o “speed trap box“: la sua presenza funge da dissuasore e deterrente, svolgendo in prevalenza una funzione psicologica che induce i conducenti a rallentare per evitare potenziali sanzioni.

Tali apparati mirano semplicemente a modificare il comportamento degli automobilisti tramite una percezione fisica, che li invita a ridurre la velocità, piuttosto che attraverso “multe”.

Tuttavia, l’efficacia di tali strutture dipende dalla consapevolezza dei conducenti: se gli automobilisti scoprono che i box sono vuoti, il l’effetto deterrente di questi finisce.

Inoltre, tali box non forniscono dati statistici sulla velocità del traffico o sulle infrazioni, a meno che non contengano effettivamente dispositivi di rilevamento.

Obiettivo Sicurezza: dimezzare le morti su strada entro il 2030

L’Unione Europea prendendo consapevolezza, a partire dai dati 2022, che 20.640 persone sono morte in incidenti stradali nell’UE, con pedoni, ciclisti e motociclisti particolarmente a rischio, si è posta l’obiettivo di  dimezzare il numero di morti e feriti gravi sulle strade entro il 2030, e pressoché azzerarlo entro il 2050.

I diversi Stati che compongono l’Unione devono adoperarsi in tal senso, attuando politiche atte a incidere su questi aspetti.

La tecnologia è senz’altro uno di questi, capace di incidere positivamente sulla riduzione della velocità in corrispondenza di aree fortemente a rischio.

Gli autovelox sono dispositivi di controllo della velocità basati su tecnologie avanzate per rilevare e sanzionare le infrazioni, mentre i dissuasori di velocità (tra cui le bande rumorose e i dossi artificiali) sono strumenti più direttamente fisici o visivi per prevenire l’eccesso di velocità.

Entrambi giocano un ruolo cruciale nella sicurezza stradale, anche se lo fanno attraverso approcci diversi: gli autovelox agiscono come deterrenti punitivi, mentre i dissuasori di velocità cercano di modificare immediatamente il comportamento dei conducenti, anche se questi ultimi esauriscono in breve tempo l’efficacia deterrenza allorquando l’automobilista riconosce la loro “inoffensività”.

Oltre a contribuire alla riduzione di incidenti e vittime, tali strumenti incoraggiano una guida più responsabile e consapevole, riducendo i comportamenti pericolosi.

Nonostante possano essere percepiti con fastidio dagli automobilisti, i benefici per la collettività sono innegabili, sia in termini di vite salvate che di minor impatto economico legato agli incidenti stradali.

E’, dunque, essenziale continuare a investire nella tecnologia loro afferente e nella loro  corretta distribuzione sul territorio, sempre accompagnando con opera di sensibilizzazione ed educazione degli utenti della strada, per una maggiore sicurezza per tutti.