Esg Napoli, il porto pronto a farsi più green: la competitività sostenibile è possibile, ma serve il sostegno di Stato e UE Redazione 08 April 2025 Il porto di Napoli sta lavorando per diventare più green e mantenere la crescita economica, ma serve aiuto di UE e Stato nella transizione energetica per armatori e scali. L’appello di Gaetano Artimagnella, presidente di AssoAgenti Campania In un mondo interconnesso da legami commerciali internazionali come il nostro, i porti sono poli sempre più strategici. Ma la loro competitività non si basa più solo sulla disponibilità di banchine o dalle rotte più convenienti come costi e brevità. Ora i vantaggi di uno scalo si misurano anche in offerta energetica e politiche di sostenibilità ambientali. In questo senso, il porto di Napoli sta lavorando per diventare ancora più competitivo, al di là dei numeri positivi che ha avuto nel 2024. Con il +2,5% sul 2023 di tonnellate di merci transitate (777mila in più) dalle banchine del capoluogo campano e con un +7,7% di passeggeri trasportati (eccedenza di 7778mila persone), la crescita è evidente. Ma ciò che ora pesa sempre di più nel progresso tecnologico è l’attenzione alla transizione energetica green. All’offerta, per esempio, di banchine elettrificate per gli armatori e le navi che arrivano, che siano portacontainer o da crociera. E quindi servono investimenti e accordi per assecondare il passaggio a combustibili più sostenibili. Porto di Napoli, investimenti su transizione green. Ma Artimagnella avverte: “Costi esorbitanti per armatori, serve accordo fra Stato, Ue e fornitori di energia” Napoli, il porto pronto a farsi più green: la competitività sostenibile è possibile, ma serve il sostegno di Stato e UE LEGGI ANCHE Intelligenza artificiale e logistica: come l’AI può migliorare i trasporti commerciali e in città È quello che dice il presidente di AssoAgenti Campania, Gaetano Artimagnella, in un’intervista al Secolo XIX: Occorre sicuramente un accordo fra fornitori di energia, lo Stato e l’Unione europea che deve contribuire a sostenere gli armatori nella transizione energetica, altrimenti si continuerà a utilizzare il gasolio. È un punto importante. Prima un porto era competitivo soltanto per i pescaggi, le banchine a disposizione e la rete logistica che offriva. Oggi si aggiunge l’adeguamento alle politiche ambientali. Il porto di Napoli in questo senso sta diventando più competitivo, la delibera con cui l’Autorità di sistema portuale ha avviato l’elettrificazione è del 2022 Il Pnrr prevede investimenti proprio per il cold ironing, così da elettrificare le banchine. Napoli ha cominciato a farlo con le banchine delle crociere, ma i costi sono molto elevati. Per esempio per le bollette. Perché navi di queste dimensioni hanno costi esorbitanti che, a cascata, si riversano su tutta la filiera. E quindi serve un accordo per supportare gli armatori nella transizione, rendendola meno pesante dal punto di vista dei costi. Anche se non c’è solo l’elettrico. Una parte importante viene giocata dai combustibili alternativi, come spiega ancora Artimagnella: Gli armatori investono sui fuel a emissioni ridotte, come il metanolo, a basso impatto di Co2. Devono essere ancora fatti investimenti importanti sull’offerta di servizi a terra. Quando si stabiliranno i criteri di gestione dei costi, Napoli si attrezzerà in pochissimo tempo. Le compagnie di navigazione sono sempre più globalizzate e scelgono di toccare un porto sulla base dei servizi che offre. I costi sono un elemento importante che non può essere scaricato soltanto sull’utilizzatore Insomma, il porto di Napoli intravvede la strada per una transizione energetica efficace, così da diventare più green ma non perdendo la competitività. Resta però il fatto che Stato italiano e Unione Europea dovrebbero venire incontro agli armatori per convertire più facilmente l’alimentazione delle imbarcazioni. Nonché sostenere i porti, come già col Pnrr, per offrire banchine elettrificate.